A Firenze il razzismo è visibile: il Comune nega ma…

sabato 16 aprile si manifesta: «Basta abusi, sciogliere le squadre antidegrado»

 

Soffocato a Firenze da alcuni agenti. Il video del fermo sui lungarni

di «Per Un’Altra Città»

Nelle stesse ore in cui lo stato di diritto vince e Stefano Cucchi ottiene una seppur postuma giustizia (condannati i Carabinieri che ne procurarono la morte e coloro che depistarono le indagini), a Firenze, quello stesso stato di diritto, rischia di perdere a causa di alcune immagini in cui si vedono in azione alcuni agenti della Polizia municipale.

Un frame del video

Nelle ultime ore le notifiche delle chat di molti fiorentini si sono accese segnalando il video di un fermo nei confronti di una persona che stava vendendo braccialetti etnici sui lungarni, a pochi metri da Ponte Vecchio. A intervenire sull’uomo sono vigili in borghese, presumibilmente del reparto antidegrado, nato per contrastare “i fenomeni di degrado, inciviltà e cattivo uso del suolo pubblico cittadino” (sic). 

Il video, visibile in calce a questo articolo, è datato martedì 5 aprile 2022, primo pomeriggio. Un ragazzo e una ragazza passeggiano in bici sul lungarno Acciaiuoli quando si imbattono in un uomo con il giubbotto verde che tiene a terra l’ambulante – strattonandogli e serrandogli il collo con l’interno del gomito -, mentre quest’ultimo, con le tipiche urla agghiaccianti di chi sta perdendo il fiato, cerca di liberarsi dalla presa per non soffocare. A fianco, in piedi, ma poi si appoggerà con il suo peso sull’ambulante, un altro uomo, con il giubbotto blu. Ha una ricetrasmittente in mano. In questo momento i due ragazzi capiscono che è un agente in borghese.

Mentre la ragazza si inchina davanti ai tre, cercando di far ragionare gli agenti, supplicandoli di allentare la presa, il ragazzo continua a girare le immagini con il suo telefonino. I due vengono invitati a “togliersi dalle palle” perché stanno “interrompendo un pubblico servizio”. Alla scena assistono turisti attoniti, alcuni di loro allungano il passo, altri seguono a distanza ciò che accade. Giubbotto blu chiama i rinforzi. Presto arriveranno altri agenti e l’uomo dei braccialetti, nel frattempo sparsi ovunque, viene portato via. Al momento non si conoscono né le sue generalità né il suo stato di salute.

Il testimone afferma di aver visto uscire dalla bocca dell’ambulante una schiuma di saliva mista a sangue e di aver parlato con un ristoratore che ha dichiarato che l’uomo dei braccialetti stava disturbando con la sua presenza il pranzo dei suoi clienti. Da qui l’intervento del reparto della Polizia municipale, supportato nelle fasi finali da altri agenti, guidati da un ispettore della vicina stazione di via delle Terme, e da alcuni vigilantes privati.

Di questa vicenda non conosciamo l’antefatto che dovrà essere chiarito, immaginiamo, in sede giudiziaria. Si tratta comunque di un fatto grave perché ci lascia la sensazione che a chi veste la divisa sia consentito di fare tutto ciò che vuole. Si tratta di immagini che gettano un cono d’ombra sui comportamenti della municipale, soprattutto nell’esercizio nell’uso del potere di coercizione che alla polizia è attribuito dalla legge. Il soffocamento per fermare una persona non trova infatti cittadinanza nelle norme statali, né in quelle della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, né nel “Codice europeo di etica per la Polizia” adottato dal Consiglio d’Europa.

perUnaltracittà continuerà a seguire questa storia che ricorda troppo da vicino i casi di Riccardo Magherini, morto soffocato in Oltrarno dopo un controllo dei Carabinieri, e quello di George Floyd, assassinato da un agente di polizia a Minneapolis nel 2020. Abbiamo chiesto un commento al sindaco Dario Nardella ma ha preferito far uscire una nota dell’ufficio stampa. Ve ne diamo conto sotto il video. Spoiler: Per il Comune di Firenze è tutto ok

perUnaltracittà

https://youtu.be/uOEeuD8x5TI

Aggiornamento. Per il Comune di Firenze è tutto ok

Un venditore abusivo è stato sottoposto a fermo per identificazione e denunciato a piede libero per resistenza, lesioni e per rifiuto di generalità. È avvenuto lo scorso martedì 5 aprile ad opera del reparto Antidegrado della Polizia Municipale sul lungarno Acciaiuoli. L’uomo, quando è stato fermato dagli agenti per essere sottoposto al verbale, si è rifiutato di dare le generalità e di consegnare la merce in vendita, ha prima strattonato un agente e poi colpito a spinte e pugni un altro che per questo ha tentato di immobilizzarlo. Gli agenti hanno riportato lesioni guaribili in 3 e 5 giorni, non risulta invece alcuna lesione né alcun accesso al Pronto Soccorso da parte dell’uomo fermato. Durante la permanenza negli uffici per il foto-segnalamento e la redazione degli atti, ha dimostrato condizioni psicofisiche ottimali e ha chiesto scusa ai presenti per il suo comportamento violento. (Nota dell’ufficio stampa del sindaco del 9 aprile)

Firenze: basta abusi, sciogliere le squadre antidegrado!

della redazione Toscana di Pressenza (*)

Sabato 16 aprile ore 15.30: Ponte Vespucci

Firenze Antifascista scende in piazza! L’Appello pubblico per una manifestazione cittadina

Corteo | Basta abusi, sciogliere le squadre antidegrado! Non è questa la città che vogliamo !!

PER QUESTO…

Nella Firenze in cui attorno alla “cultura del decoro” è stata costruita la retorica sulla sicurezza l’azione di alcune unità speciali, come il reparto “antidegrado” della municipale (!) non può sfociare in altro che in abusi e violenza. È successo alla stazione qualche anno fa. È successo la settimana scorsa a pochi metri da ponte vecchio. È solo questione di quando si ripeterà, non del “se si ripeterà”. Chiedere lo scioglimento di questo reparto non risolve il problema della deriva securitaria e “antidegrado” ma è una prima rivendicazione. Se anche questa volta ad essere stato colpito è un lavoratore senegalese la questione va ben oltre.

PER ALTRO…

Con la retorica del decoro si esercita una politica classista e repressiva rispetto a ciò che risulta incompatibile: tra Daspo urbani e zone rosse, fino alla recentissima istituzione del “MiniDaspo” di 48 ore, la repressione è sempre più legata alla volontà di “ripulire” lo spazio pubblico da tutto ciò che non è in linea con il modello della città vetrina, ad uso e consumo di chi se la può permettere. Aumento degli affitti, sfratti, svendita del patrimonio pubblico e abitativo, privatizzazione delle piazze, spazi pubblici ad uso e consumo di “clienti” e non di “abitanti” rappresentano un modello di città classista, a cui opporre resistenza e contro cui combattere. Il risultato di questo livello repressivo è un progressivo incremento della militarizzazione degli spazi, soprattutto in centro dove ormai è impossibile percorrere più di qualche decina di metri senza incontrare una divisa, il tutto accompagnato dalla solita retorica su “legalità” e “sicurezza”. La stessa campagna contro gli spazi sociali occupati va in questa direzione. Ma cos’è davvero la sicurezza? Sicurezza per chi? E come la si costruisce? Un quartiere, una piazza, una via vissuta e con legami di solidarietà sono più “sicure” di un quartiere, una piazza o una via vuota.

PER TUTTO…

Questo contesto è il risultato di precise scelte politiche per cui, la sempre maggiore arbitrarietà concessa alle istituzioni cittadine in materia di “ordine e sicurezza” produce una serie di provvedimenti e ordinanze che restringono sempre di più il campo delle libertà individuali e collettive. La necessità di questa stretta repressiva è direttamente connessa all’aggravamento generale delle condizioni di vita come diretta conseguenza delle politiche del Pd, che fa la guerra sul fronte esterno inviando armi all’ucraina e sanzionando la Russia e sul fronte interno.

La manifestazione di sabato 16 aprile parte necessariamente dalla solidarietà al lavoratore senegalese aggredito dalla squadretta antidegrado e dalla necessità di scioglimento di quel reparto.

Da quel “particolare” guarda però al “generale” e alla volontà di creare le condizioni perché si inizi ad imporre l’idea di una città diversa.

Una città che rifugga l’idea di uno spazio urbano gestito ad uso e consumo del profitto e della rendita dove la “sicurezza” sia elemento di difesa di questi interessi e offesa verso chi li mette in discussioni.

Una città che rifiuti e si opponga a privatizzazioni, sgomberi, sfratti, delocalizzazioni e sfruttamento a cui contrapporre l’elemento della solidarietà come motore di trasformazione delle relazioni e della gestione dello spazio urbano.

La manifestazione arriverà sotto le finestre di Palazzo Vecchio perché nessuno deve provare a giocarsi la solita carta delle “mele marce”.

Noi non dimentichiamo le foto segnaletiche dei lavoratori senegalesi in San Lorenzo che hanno preceduto la strage di Piazza Dalmazia ad opera di Casseri di CasaPound.

Non dimentichiamo le altre azioni squadriste del reparto antidegrado contro tutti gli “incompatibili” di questa città.

Tutto questo ha un mandante che siede in Palazzo Vecchio. Ad essere marcio è tutto l’albero.

ADESSO BASTA!

Firenze Antifascista

Adesioni in aggiornamento:

CPA Firenze Sud; Collettivo d’Ateneo – Firenze; Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos – Campi Bisenzio; ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa – Onlus; Movimento Studentesco Allu Vione – Firenze; Occupazione ViadelLeone; Centro Sociale Next Emerson; Rifondazione Comunista Firenze; Fronte della Gioventù Comunista – Firenze; Cravos Firenze; Partito dei Carc; Partito Comunista – Firenze

PER ADESIONI SCRIVERE alla PAGINA di Firenze Antifascista o dentro l’EVENTO del CORTEO CITTADINO

(*) ripreso da www.pressenza.com/it

 

Redazione
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