A passeggio fra i mondi
Recensione a «Guida alla letteratura di fantascienza» pubblicata da Odoya
Indispensabile questa Guida. Necessaria (e lo dico con un po’ di invidia, visto che avrei voluto varare o fiancheggiare un progetto del genere) a colmare un vuoto. Ben fatta nei testi come nella ricca iconografia. Popolare q. b. e dotta il giusto (forse un po’ troppo in alcuni passaggi: una sorta di enciclopedia, a mio avviso, dovrebbe sempre partire dalle informazioni-base e da un linguaggio abbastanza accessibile).
Sto parlando di un’opera collettiva curata da Carlo Bordoni alla quale hanno lavorato – in ordine alfabetico – Claudio Asciuti, Domenico Gallo, Riccardo Gramantieri, Giuseppe Panella e Gian Filippo Pizzo. «Guida alla letteratura di fantascienza» è pubblicata da Odoya: 656 pagine per 26 euri (non troppi per un libro così ricco di illustrazioni; comunque presso l’editore si può acquistare con il 15% di sconto).
Trenta le voci. E vale elencarle tutte, anche per poi dedicarsi all’eterno giochino di capire cosa – volendo sfrugugliare? – manca. Alieni, androidi e robot, apocalisse / catastrofi, computer, Cyberpunk, doppio / replicante / sosia, fantascienza italiana, genetica, guerra, immortalità e longevità, invasione / dischi volanti, invenzioni e macchine, investigazioni, mondi perduti, mostri, mutazioni, New Wawe, paranoia e complotti, politica / guerra fredda, poteri paranormali, religione, scienza e pseudoscienza, sesso e generi, sovrappopolazione / sociologia, Space Opera, superuomini, ucronia / storie parallele, universi paralleli, utopia e distopia. A chiudere il libro una «bibliografia di riferimento» e una generale, brevi note biografiche degli autori (nel senso del sestetto di enciclopedisti) e un utilissimo indice dei nomi e dei titoli citati.
Non solo. Dentro le 30 mega-voci ci sono molte schede biblio-biografiche di autori-autrici oltreché una settantina (se non ho contato male) di box. E di questi ultimi forse valeva fare l’indice in modo da poter ritrovare rapidamente che so «contattismo», «scimmie», i molti film (da «Marienbad» a «Minority report»), «scacchi» (da non confondere, per carità con «scacco matto dall’automa»), «pietrificazione», «l’inferno di Evangelisti», «eutanasia», «avatar», «se Kennedy si fosse salvato», «Ayesha», «non-A», «latino e fantascienza», «Atlantide», «Jekill e oltre», «Ebe», «Ai confini della realtà» eccetera. E mi permetto di dare un consiglio per la auspicabile seconda edizione: oltre all’indice dei nomi e ai titoli gioverebbe averne un altro (piccolo) degli argomenti più insoliti, anche perché non è ovvio dove si rintraccino, a esempio, i riferimenti alla gattofilia o alla fantascienza «preistorica», oppure in che sezione si trovino «daimon», l’archeologia spaziale, «sprawl» o magari la “cecità” della letteratura mainstream.
Oggi una enciclopedia – fiiiiiiiguriamoci una di fantascienza – deve tener conto del moltissimo che si trova in rete, da Wikipedia ai siti specializzati. E dunque possono anche mancare notizie “spicce” purché l’inquadramento storico e tematico sia rigoroso, si evidenzino i collegamenti meno banali, supplendo anche alle “cif” (censure, ignoranze, fanatismi) che comunque abbondano nel Web. Al di là dei disaccordi che ognuna/o può legittimamente avere – io ne ho alcuni anche di fondo – con le scelte, le tesi o le sottolineature dei 6 “enciclopedisti” però bisogna prima lodare e applaudire questo lavoro di sintesi e scavo, di connessioni e valutazioni storico-culturali. Su alcune questioni particolarmente interessanti che la Guida affronta mi riprometto di tornare. Nel frattempo consiglio chiunque ami la fantascienza (oppure chi la tema per pura ignoranza, la “odi” in maniera irragionevole) di leggere questo volumone Odoya.
Neanche una critica di fondo allora? Se volessi cercare il pelo nell’uovo potrei (dovrei?) esprimere due perplessità .
1 – Neanche una donna nel sestetto… e invece la fantascienza è terreno di grande scontro fra i sessi/generi e dunque occorreva, a mio avviso, lo sguardo di almeno un’aliena.
2 – I temi “classici” ci sono quasi tutti ma al solito in Italia ci si “dimentica” che la fantascienza ha sempre fatto i conti con il lavoro. Una voce del genere (magari con un bel box sulle economie possibili-fantastiche) a mio parere era indispensabile; anche perché si chiarirebbero alcune questioni “politiche” che nella Guida vengono a volte gettate in campo frettolosamente.