Aa Vv, Glaviano, Padura, Simi e Strukul

6 recensioni giallo-noir di Valerio Calzolaio (*)

PalermoAntica

«Animali in giallo»

di Raymond Chandler, Gilbert K. Chesterton, Agatha Christie, Arthur Conan Doyle, Ellery Queen, Patricia Highsmith, Edward D. Hoch, Peter Lovesey, Edgar Allan Poe, Saki, Virginia Woolf

traduzioni varie (soprattutto Luca Lamberti)

Einaudi

256 pagine, 13 euro

Ecosistemi della specie umana sapiente con altre specie. Da un po’. Undici grandi giallisti vari del passato, più o meno prossimo, tentano una variante “bestiale” del genere, incentrando il racconto sui loro personaggi preferiti (tipo Marlowe, padre Brown, Poirot, ecc.) in compagnia di un animale: pesci rossi, cani, tori, cavalli, gatti (neri), capre, serpenti, vespe, orango, galline, pappagalli, perlopiù dalla parte di chi trova i criminali. L’unica connessione è l’importanza del non umano. La discutibile raccolta (senza introduzioni e contesti) «Animali in giallo» è curata da Christian Delorenzo. Pochi i racconti davvero inediti.

«Sbirritudine. Un poliziotto dentro la mafia più feroce: una storia vera»

di Giorgio Glaviano

Rizzoli

Sicilia. L’ultimo venticinquennio. Lui perde il padre a 13 anni, cazzeggia un poco poi decide di seguirne le orme, si diploma e nel 1983 diventa agente di Polizia. Ha una moglie, poi un figlio, poi un’altra figlia però vive esclusivamente per il lavoro; se bisticciano dorme in ufficio su una brandina o in auto, se serve resta in servizio per giorni, se lo chiamano risponde sempre, a qualsiasi ora per ogni cosa. E’ stato alla Volante a Palermo e a fare il piantone a Prezia, alla ricerca di una vera squadra investigativa contro i boss. Ha incontrato dirigenti inerti o collusi, carabinieri che scippano casi e ricattano mafiosi; qualcuno in alto o a fianco lo boicotta; altri rinunciano, sbiellano, si trasferiscono, lui no. Ora è notte, attende una chiamata importante dal questore il giorno dopo a mezzogiorno, continua a girare in auto: la sua Bonifacio, Cefalù, Messina, Catania, Siracusa, Agrigento, Marsala, Trapani. I misfatti gli scorrono davanti: la Chiesa corrotta, i politici a busta paga, la guerra dei corleonesi, amici e nemici morti. Non sa cosa risponderà.

Il 40enne sceneggiatore Giorgio Glaviano è siciliano, vive e lavora a Roma. Narra in prima persona una storia monocorde, una persona onesta (povero insonne con macchina scassata) che ne vede di cotte e di crude e non stacca mai, rinunciando a tutto per servire lo Stato e sconfiggere il locale padrino latitante Fifi Bellingeri, passando tutti i giorni con i pezzi di fango cercando di non sporcarsi troppo, scoprendo che i delitti di mafia non sono gialli noir thriller polizieschi, piuttosto un cruciverba: Stato e mafia sono realtà plurali con gruppi sanguigni diversi e comunque in evoluzione e connesse. Le vicende nazionali scorrono sullo sfondo, anche Riina e Falcone. La parentesi internazionale si svolge a Belgrado. La bellissima femmina Paola rimanda un poco a Patrizia di «Romanzo Criminale». Ascolta Battisti e mangia male. Il titolo apparve su un giornale del 2011 per un pentito, qui significa inquietudine totalizzante di sbirro.

Matteo Strukul

«Cucciolo d’uomo. La promessa di Mila»

Edizioni e/o

188 pagine,16 euro

Veneto, Berlino e Siberia. Adesso. La giovane mitica Mila Zago, bellissima dagli occhi verdi, altera con corpo atletico e guizzante, è una superkiller dell’agenzia segreta per la sicurezza europea. Al Castello quartier generale sanno che qualcuno tradisce fra i pochi cacciatori di taglie, li convocano tutti. Il capo dà comunque a Mila la missione di ritrovare il bimbo africano Akim, unico sopravvissuto fra cento cavie di un farmaco antimeningite, all’interno di una feroce criminalità globale fondata sulla tratta di esseri umani, nel mondo e in Italia. Terzo romanzo della serie pulp-noir creata da Matteo Strukul, «Cucciolo d’uomo. La promessa di Mila», in prima e rara terza, con entusiasta prefazione (all’edizione americana) di Victor Ginshler.

Leonardo Padura

«Eretici»

traduzione di Sara Cavarero e Stefania Marinoni

Bompiani 2015 (originale 2013)

L’Avana, 1939, poi 2007-09. Amsterdam 1643-48 e Polonia 1648-53. Quanto indaga l’ex poliziotto cubano Mario Conde, nato nel 1953 (o 1954?) e mai uscito da Cuba! Su ricatti e omicidi per una piccola tela dell’olandese Rembrandt con una rappresentazione di Cristo, il busto di un uomo barbuto, eseguito nel 1647, legato a una famiglia ebrea a lungo e in parte vissuta sull’isola, improvvisamente riapparso in vendita a un’asta londinese. Sui libri preziosi di seconda mano che deve cercare, comprare e rivendere (da venti anni la sua precaria professione, in affari con il giovane ricco Yoyi il Piccione) a un diplomatico che ha predisposto un elenco da mozzare il fiato ma tratta sul prezzo. Su una bellissima intelligente 18enne emo (ciuffo di capelli su un occhio, Converse in testa, tutti neri, truccati, borchiati, depressi, autolesionisti) Judith Judy Torres, scomparsa. Sul suo ventennale rapporto con Tamara: non sarà ora di regalarle un anello, di fidanzarsi, addirittura di sposarsi?

L’habanero 60enne Leonardo Padura indaga ancor di più, ancora una volta con meravigliosa ispirazione! Prende spunto da un fatto storico: la sosta per una settimana del maggio 1939 nel porto sul Golfo del Messico di un transatlantico con 930 rifugiati ebrei (principalmente tedeschi) e sette non ebrei in fuga dalle persecuzioni naziste, il divieto di sbarco e l’obbligato rientro in Europa. Intorno a ciò costruisce, con meticolosa approfondita ricerca storica, il romanzo della famiglia polacca Kaminsky, da quando entrò in possesso del famoso quadro dipinto in Olanda subito prima dei massacri in Polonia, lungo peregrinazioni, esili, gioie e dolori di alcuni dei suoi componenti, in particolare di quegli ebrei cubani che aspettarono inutilmente sul molo il ricongiungimento. Intrecciando generi, in terza fissa, il tema è l’eresia, sempre combinato al libero arbitrio e alla libertà ovviamente. Vini vari ed eccelsi appaiono per tutto il libro, in ogni epoca. Poi fagioli neri. Coi Creedence!

«Palermo criminale. Il grande romanzo della città»

a cura di Antonio Pagliaro

Laurana 2014

Palermo. I dodici mesi da gennaio a dicembre 2004. E’ l’anno della promozione della squadra cittadina rosanero in serie A, governa Berlusconi in Italia. I primi giorni dell’anno la 50enne Enza decide di farla in qualche modo finita col marito Enzo, al sesto piano del condominio di via Resuttana, gli ripropone di vendersi l’OASI BAR, flirta alla finestra con due albanesi, s’incazza con la vicina (forse amante) Vitalba Zappalà. Gli ultimi giorni dell’anno la 19enne Martina Scibona, appena diplomata, cantante in fieri, orfana di madre da quasi 7 anni, padre a casa traumatizzato per un altro incidente e in amnesia totale (dopo un’ora ri-scorda tutto), all’ennesima triste rivelazione decide di farla finita. In mezzo ci sono altre dieci narrazioni, più o meno ispirate a storie vere, meno o più intrecciate le une alle altre.

Per un editore milanese undici scrittori e una scrittrice siciliani, perlopiù proprio palermitani, nati fra il 1958 e il 1975, mai esordienti, raccontano la città: Ugo Barbàra, Irene Chias, Domenico Conoscenti, Giorgio D’Amato, Nicolò La Rocca, Alessandro Locatelli, Mauro Mirci, il 47enne Antonio Pagliaro, Gery Palazzotto, Gaetano Savatteri, Salvo Toscano, Nino Vetri hanno scritto in parallelo un affresco corale di Palermo (per quanto Savatteri sia solo nato a Milano e altri vivano ora altrove) in dodici episodi collocati nei vari mesi, un poco più spesso in prima persona piuttosto che in terza. L’esperimento riesce bene, alcuni racconti sono davvero efficaci, tutti ben scritti. La mafia resta sullo sfondo e le dinamiche criminali sono universali per quanto contestualizzate con il tipico accento.

Giampaolo Simi

«Cosa resta di noi»

Sellerio

304 pagine, 14 euro

Viareggio, Versilia. Autunno e inverno di un paio di anni fa. Il 45enne Edo, bagnino barman cameriere cuoco, cura il Bagno Antaura ed è sposato da 4 anni con la più giovane algida ricca fiorentina Guia Bardi, che da poco ha pubblicato un romanzo di successo e sta scrivendo il successivo. Ci provano ma non riescono ad avere figli, sommano reciproche scarse parziali infertilità. Lei viaggia molto; nella vita di lui appare Anna di Folco che vende pavimenti in cotto, iniziano una storia, Anna scompare, Edo cerca di capire quanto di torbido lo circonda. “Really” dei Blur è la colonna sonora. Giampaolo Simi, 50enne scrittore e sceneggiatore, protagonista del Premio Camaiore di Letteratura Gialla dal 2003 al 2013, è un autore che merita, qui lo conferma.

(*) Le recensioni di Valerio Calzolaio negli ultimi 15 anni sono state pubblicate su «Il salvagente», settimanale che ha dovuto sospendere l’uscita in edicola; ma Valerio continua a inviarle, in attesa di… nuove riviste o nuove formule.

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