ABDULAH SIDRAN .. poesia nella Storia ..
di Sandro Sardella
Sidran .. il grande poeta balcanico che ha dato voce a Sarajevo ..
la sua città dov’è rimasto durante il terribile assedio degli anni ‘90
.. Sarajevo città crocevia, spazio del libero scambio di culture e
religioni .. umiliata e distrutta.. che ha visto bruciare le sue
biblioteche come Alessandria .. come Aleppo .. come Gaza ..
Sidran .. la sua poesia vive affondata in una Storia sfigurata ..
un’età di crisi dissoluta .. la sua scrittura è una ferma invettiva
verso i tempi di guerre che viviamo .. un balsamo amaro sopra
schegge profonde .. in un paese di “sonnambuli” .. ..
Perché affonda Venezia
a Peter Weir
Guardo il cielo sopra Venezia.
Niente è cambiato negli ultimi
sette miliardi di anni. Lassù, c’è Dio. È lui
che ha creato l’Universo, nell’Universo sette miliardi
di mondi, in ogni mondo un’infinità di popoli, una molteplicità
di lingue, e una sola, una sola Venezia per uno.
I popoli li ha fatti diversi, sussurrando alle loro orecchie:”Adesso
conoscetevi fra voi”. Una miriade di lingue gli ha dato,
per fargliele imparare,
gli uni dagli altri, perché attraverso le lingue si conoscessero tutti,
in questo modo, diventassero più ricchi, e migliori.
E ha dato Venezia come
ha dato gli uccelli e i pesci, perché gli uomini e i popoli credano
in Lui, meravigliandosi delle opere Sue.
Guardo il cielo sopra Venezia. Lassù e dappertutto,
c’è Dio. Uno. Che ha creato l’Universo, sette
miliardi di mondi nell’Universo, in ogni modo molte
lingue e popoli, e una sola Venezia per uno. E un piccolo
popolo ha fatto, in uno dei mondi, su un territorio che chiamano
Europa, nella tribù degli Slavi del Sud. È qui il Confine.
La Bosnia. La Bosnia. La Bosnia. Si toccano qui, e si combattono, la croce
d’Oriente e la croce d’Occidente, nate da una sola Croce. Ma
il popolo bosniaco è mite. Per questo è stato toccato
dalla mano della Terza
Fede: in un solo Dio, che non è nato, né ha generato,
ed è Signore dei mondi, e Sovrano del Giorno del Giudizio.
Guardo il cielo sopra Venezia. I Signori
della Terra hanno deciso che il popolo bosniaco non c’è.
Venezia affonda. L’Europa affonda. Affonda la culla , con il bambino
che c’è dentro. Affondano i continenti. Affonda la rosa nel vaso
di vetro di Murano. Affonda Murano. Affonda la stanza dell’albergo,
e anche la Società dei poeti morti affonda. Perché non deve
esserci al mondo il popolo bosniaco? Fra i colori
-un colore, fra i profumi – un profumo di meno?
E perché al mondo non deve esserci – questa Venezia?
Fra i prodigi – un prodigio meno?
Guardo il cielo sopra il mondo terrestre.
C’è una stella che, lungo un grande arco, precipita nell’abisso
dell’Universo. Come se cadesse – in mezzo al Canal Grande.
Il mondo terrestre, tra i sette miliardi di mondi
cosmici, vuol restare più povero – di un intero
popolo. Questa è l’intenzione dei Signori della Terra.
Nell’Universo, allora, precipita una stella. È per questo che Venezia
Affonda. L’Universo sarà più povero – di un intero
mondo. È questa la volontà del Signore dei Mondi.
Questa è la volontà del Sovrano del Giorno del Giudizio.
(Venezia-Sarajevo, agosto-settembre 1993)
(Testo tratto da: “Il grasso di lepre” – Poesie 1970-2009 – Traduzioni
di Silvio Ferrari e Nadira Sehovic – Ed. Casagrande – Bellinzona – 2010)