Abigail Kaindu, passo passo verso la dignità

Camfed (Campaign for Female Education) è una ong internazionale fondata da Ann Cotton nel 1991, con lo scopo di promuovere l’istruzione femminile in Africa. Nell’Africa sub-sahariana 24 milioni di bambine non possono permettersi di andare a scuola. Una ragazzina può essere moglie a 13 anni e avere una probabilità su 20 di morire partorendo. Uno su sei dei suoi eventuali figli morirà prima di aver compiuto 5 anni.

Ma se una ragazza va a scuola guadagnerà il 25% in più con il suo lavoro e ne reinvestirà il 90% nella sua famiglia; avrà tre volte meno probabilità di diventare sieropositiva; avrà un minor numero di figli che saranno più sani e avranno il 40% di probabilità in più di passare i cinque anni d’età.

Grazie al sostegno di Camfed, 602.405 bambine (e bambini) sono andate a scuola e 20.216 giovani donne hanno dato inizio a imprese economiche proprie. Le ex beneficiarie hanno anche fondato un’associazione interafricana affiliata, Cama, che ha di par suo mandato a scuola altre 161.300 bambine. Quella che segue è la storia di una di loro, Abigail Kaindu, raccontata dalla giornalista Brina Manenga per “The Post” dello Zambia, il 13.9.2011. La traduzione e l’adattamento sono di Maria G. Di Rienzo

Mentre cresceva nel villaggio di Chitembo, provincia di Luapula, la vita sembrava senza speranza ad Abigail Kaindu e l’avere un’istruzione un sogno lontano che non sarebbe mai diventato realtà. Ma grazie alla sua determinazione, Abigail ha pian piano realizzato quel sogno: in ottobre otterrà il suo diploma in economia, e nel suo villaggio questa 23enne è diventata un modello per molte giovani e giovanissime. Nella zona rurale in cui vive, Abigail ha sperimentato la povertà e il rigetto. Aveva 7 chilometri da fare ogni giorno a piedi per arrivare a scuola, ma ogni ostacolo sulla sua strada non faceva che rafforzarla nel suo convincimento che l’avere un’istruzione coincideva con la sua liberazione.

“La mamma morì quando io ero in terza elementare, e non ho mai incontrato mio padre. Mia nonna, che mi ha allevata, non poteva pagare le tasse scolastiche” ricorda Abigail. Nonostante tutto, la ragazza riuscì ad ottenere il diploma delle medie, ma la disponibilità economica della famiglia non poteva andare oltre. “Allora pensavo che la mia vita fosse finita e tutto ciò che desideravo perduto. Avevo implorato il preside di lasciarmi presenziare alle lezioni anche dopo essere stata cacciata via perché non potevo pagarle: lui acconsentì e anche se era difficile non ne mancavo mai una, così che mi sono diplomata alle medie.”

Quando le ragazzine al villaggio lasciano la scuola, il passo successivo è quasi sempre il matrimonio, ma Abigail non voleva prendere quella via: “Camminavo con le lacrime agli occhi ogni giorno. La gente del villaggio diceva che perdevo tempo a crucciarmi per la scuola, e che sposarmi era la scelta migliore, ma sposarmi era l’ultima cosa a cui io pensavo”. Fu allora che Abigail venne a sapere del programma di “sponsorizzazione” di Camfed. “Fui la prima a registrarmi durante l’anno scolastico. Poi passò un po’ di tempo e avevo smesso persino di pensarci, ma durante le vacanze mi giunse la comunicazione che ero stata scelta. Ho pianto e pianto, non potevo crederci”.

Abigail è stata sostenuta sino al livello universitario ed è determinata a sollevare la sua famiglia dalla miseria: “Mi rende orgogliosa essere quella su cui si può contare. Moltissime ragazze al villaggio vogliono seguire il mio esempio. Io sono la testimonianza vivente di ciò che l’istruzione può fare”.

La sua gratitudine va ovviamente a Camfed, ma c’è una persona che l’ha sostenuta in maniera particolare: “Sono molto riconoscente a mia nonna, che ha sacrificato il suo matrimonio per aver cura di me e di altri due orfani che ha allevato. Il nonno non voleva che vivessimo con lui, era solito dire che gli consumavamo il cibo. La nonna lo ha lasciato perché non voleva permettergli di cacciarci di casa.”

Il suo messaggio alle ragazze è questo: “Siate sempre concentrate e decise. La gente continuerà a dirvi che non potete farcela, ma invece potete eccome. Aprite il cuore alle opportunità e afferratele con dignità”.

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