“Adotta un sovversivo”: un progetto di restauro e una mostra a Bologna

“Adotta un sovversivo”, il progetto per recuperare i fascicoli delle persone schedate

C’è Giuseppe Massarenti, sindacalista e sindaco socialista di Molinella, ma anche Virginia Tabarroni, la zia di Anteo Zamboni, presunto attentatore di Mussolini.
C’è l’avvocato Ugo Lenzi, mandato al confino perché antifascista, c’è il partigiano socialista Guido Grimaldi e tanti altri.
Anarchici, socialisti, repubblicani, ma anche donne istruite e libere e, per questo, destinatarie di attenzioni poliziesche e controllo.
Sono le persone che dal 1872 al 1983 sono state schedate dal Gabinetto della Questura di Bologna con la categoria “A8”, quella dei sovversivi.
Fascicoli personali che, tutti insieme, rappresentano un patrimonio storico molto importante al centro di un progetto di restauro e digitalizzazione dell’Archivio di Stato di Bologna.

Il progetto di recupero dei fascicoli relativi ai sovversivi del territorio di Bologna

«Il progetto nasce ormai due anni fa – racconta ai nostri microfoni Francesca Delneri, funzionaria dell’Archivio di Stato di Bologna – Ci sembrava il caso di assicurare migliori condizioni di conservazione e poter garantire la consultazione di questi preziosissimi fascicoli».
Vere e proprie schedature lungo più di un secolo, «e questo la dice lunga anche sulla permanenza di alcune pratiche di controllo politico», sottolinea Delneri, ad opera degli uffici di pubblica sicurezza che sorvegliavano pesantemente non tanto persone colpevoli di reato, ma considerate pericolose per la sicurezza dello Stato.

Esponenti politici, sindacalisti, ma anche avvocati e professionisti dissidenti rispetto all’ordine costituito, al potere, che finivano attenzionati e schedati. Ma anche figure non conformi alla morale dell’epoca, come donne considerate pericolose perché pretendevano di guidare auto.
«È il caso di Edvige Campogrande – racconta Delneri – una donna colta, che aveva studiato e pretendeva di guidare l’automobile. Anche le donne che non erano corrispondenti a quelli che venivano giudicati i canoni dell’epoca venivano attenzionate».

I fascicoli sui sovversivi e le sovversive, quindi, rappresentano anche una storia della morale e della politica nel nostro Paese in diverse epoche, ma anche il lessico utilizzato dai sorveglianti è degno di attenzione e analisi.
«Nei fascicoli, oltre a relazioni e descrizioni molto puntuali – sottolinea la funzionaria dell’Archivio di Stato – ci sono anche delle schede descrittive delle caratteristiche fisiche, somatiche di questi individui che in alcuni casi hanno il carattere lombrosiano, in particolare per ciò che riguarda la correlazione tra i tratti del volto e del fisico e la supposta pericolosità sociale».

“Adotta un sovversivo”, la raccolta di fondi per sostenere il recupero e la digitalizzazione

Dal 2021 ad oggi alcuni fascicoli sono già stati restaurati grazie alle donazioni di mecenati e ordini professionali ed è stato anche creato un database digitale.
L’obiettivo dell’Archivio di Stato, però, è quello di recuperare tutti i fascicoli a disposizione per poterne assicurare la conservazione.
«Queste carte sono molto fragili – osserva Delneri – perché sono documenti del ventesimo secolo quindi anche il materiale su cui sono scritti è molto fragile e negli anni sono stati molto usati, movimentati e anche consultati qui da noi».

È per questo che è nato il progetto “Adotta un sovversivo”, attraverso cui chiunque può sostenere il recupero di un fascicolo, anche con piccole donazioni.
Il progetto è stato anche candidato per il concorso Art Bonus 2023.
Nello specifico, nel concorso sono finiti 192 fascicoli di sovversivi di Marzabotto, Monzuno e Grizzana Morandi, i territori colpiti dalla strage di Monte Sole dell’autunno 1944.
È per questo che hanno destato l’attenzione del Comitato per le Onoranze ai Caduti.

Nella digitalizzazione dei fascicoli che fa seguito al loro recupero, inoltre, è possibile effettuare delle ricerche avanzate sui sovversivi, ad esempio per Comune o per professione.
«Noi ci auguriamo che si instauri anche un rapporto di collaborazione e interesse da parte dei mecenati con l’Archivio di Stato – conclude Delneri – anche per andare a cercare nuovi sovversivi da aiutare».

Ascolta qui l’intervista a Francesca Delneri.

Tratto da Radio Città Fujiko.
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Sovversive e sovversivi bolognesi in mostra con le foto di Michele Lapini

Il recupero e la digitalizzazione dei fascicoli conservati all’Archivio di Stato di Bologna e relativi a personaggi considerati “sovversivi” ora diventano una mostra.
Domani, martedì 7 maggio, nel Chiostro dei Celestini dell’Archivio di Stato di Bologna (Piazza dei Celestini 4) verrà infatti inaugurata “Sovversivi e sovversive“, l’esposizione di fotografie realizzate da Michele Lapini che ha documentato il progetto con cui sono stati salvati i fascicoli relativi alla “categoria A8”, cioè le persone schedate dalle autorità perché considerate pericolose.

Una mostra sul recupero dei fascicoli di sovversivi e sovversive bolognesi

Dal sindaco di Molinella Giuseppe Massarenti fino alle donne che avevano la “pretesa” di guidare e studiare “come gli uomini”, attività considerata sovversiva.
Fogli di via comminati a personaggi insubordinati tanto cento anni fa quanto oggi, fino alla storia di Cesarina, che aveva organizzato una festa a casa propria senza avvisare le autorità e per questo è stata denunciata e fotosegnalata, anticipando di molti decenni il decreto anti-rave.

Storie di pedinamenti, controlli, intercettazioni.
Storie di vite ribelli, emarginate o equivocate, di “persone pericolose per la sicurezza dello Stato”. Sono queste le storie raccontate dall’obiettivo di Michele Lapini, che ha seguito e documentato i lavori di restauro e digitalizzazione realizzati per il progetto Art Bonus Art bonus “Adotta un sovversivo!”, lanciato dall’Archivio di Stato di Bologna nel 2021.
Ma sono anche le storie di chi si prende cura di queste vite conservate nei fascicoli prodotti dalla Questura di Bologna e oggi all’Archivio di Stato, mantenendo viva la loro memoria.

L’oggetto dell’esposizione, in realtà, è duplice, perché al contempo testimonia il lavoro svolto dall’Archivio di Stato per la conservazione della memoria.
Un lavoro che nel 2024 compie 150 anni e che viene festeggiato con una ricca serie di iniziative di cui la mostra “Sovversivi e Sovversive” fa parte.
La mostra, ad ingresso gratuito, è visitabile fino al 30 giugno nelle giornate di martedì e giovedì, dalle 16.00 alle 18.00, con ingresso da Piazza dei Celestini 4.

Ascolta qui l’intervista a Michele Lapini.

Tratto da Radio Città Fujiko.
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alexik

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