Agnus Dei. Gli abusi sessuali del clero in Italia

Un’indagine compiuta su un argomento tra i più sordidi degli ultimi decenni, quello degli abusi sessuali del clero, su un terreno ancora poco esplorato: quello italiano.

di Massimo Castiglioni (*)

L’emozione che si impone sulle altre durante la lettura di Agnus Dei. Gli abusi sessuali del clero in Italia (Solferino, 2022) è certamente la rabbia. Rabbia per le violenze di cui si leggono i resoconti e le testimonianze; rabbia per l’ingiustizia che ha permesso ai carnefici di farla franca o di ricevere punizioni incredibilmente lievi; rabbia per un’istituzione, la Chiesa, che invece di intervenire con convinzione per risolvere il gravissimo problema degli abusi preferisce in fin dei conti tentare di nascondere tutto sotto il tappeto, contravvenendo a ogni principio di umanità e manifestando per le vittime un’indifferenza vergognosa.

Ma andiamo con ordine. Come suggeriscono il sottotitolo del libro e le righe che avete letto fin qui, Agnus Dei è un’indagine compiuta su un argomento tra i più sordidi degli ultimi decenni: quello degli abusi sessuali del clero. Il terreno d’indagine selezionato è quello italiano, ed è necessario fare questa precisazione, perché il fenomeno al cui interno si inscrivono i casi italiani è di portata mondiale e di antica origine, sebbene gli organi di stampa, la letteratura e il cinema abbiano iniziato a parlarne da relativamente poco (il caso certamente più noto è l’ottimo film di Tom McCarthy, vincitore dei premi Oscar al miglior film e alla migliore sceneggiatura originale, Il caso Spotlight, del 2015, incentrato sui crimini commessi a Boston, ma non è l’unico, e l’apporto dei media o delle arti è fondamentale visto che la spinta a fare giustizia e a rendere pubblici gli scandali viene sempre e solo da loro: la resistenza dell’istituzione ecclesiastica è, come accennato, clamorosamente forte). E a proposito della vastità di questi crimini, nel primo capitolo, sorta di lunga introduzione ai racconti più dettagliati che seguiranno, Lucetta Scaraffia riporta un’interessante considerazione di Daniel Verdú da uno dei tanti articoli che El País ha dedicato alla questione: «Uno degli aspetti più diabolici degli abusi nella Chiesa è che la sua lingua funziona come una sorta di esperanto del crimine. Si muove con gli stessi schemi tra i Paesi. I metodi e le storie sono disgustosamente simili».

(*) Leggi tutto l’articolo pubblicato su Micromega: https://www.micromega.net/agnus-dei-abusi-sessuali-clero-italia/

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