AI FRATELLI DEL CARIBE
di Pabuda
salute a voi!
isolani caraibici.
salute al poeta
perso senza traccia
tra tralicci radiofonici e alghe e giunchi.
salute ai fantasmi dei pirati
che infestano ancora
case malate e abbandonate e isolate
e sproporzionate.
salute a Toussaint
che cominciò tutto
quel che ha senso
e valore e dignità.
salute anche ai naviganti
agli avventurosi avventurieri
sognatori ubriaconi di ieri
arrivati ad arcipelagarsi
in questa costellazione occidentale,
per nascondersi.
oggi salute a voi, morti di fame!
salute a voi, pescatori esausti!
salute alle vostre donne. ora e sempre.
salute, uomini scuri! salute a voi coraggiosi!
potrete mai perdonarci
per le catene, le corde i ferri
e il silenzio
che v’imposero i nostri antenati?
son cinquecento anni e più che va così
e non si scorge ragione ragionevole
perchè vada altrimenti.
salute, caraibici cinesi!
Salute barbudos della Sierra Maestra
Salute gente minuta e gloriosa gente della valanga haitiana
Salute regina Nanny e rastamen!
solo un brindisi d’acqua dei ruscelli nascosti d’ Escondida
ci resta.
non riposeremo più:
cammineremo camminando
e cantando
fino ad Accompong Town
perché la speranza cammina su questi passi
e il ritmo dei passi risuonerà su tamburi e stive
evviva, oh!
salute ai soldati che sparano a casaccio
finché tutto tace
salute ai giornalisti, ai turisti del sesso
e degli sballi a buon mercato.
salute anche a questi diavoli maledetti.
schiattino i torturatori!
(e le vecchie ciccione americane).
la tempesta si rovescia su migliaia di esiliati
sotto forma di guardia costiera.
per le vostre isole ci vorrebbe
una santa messa.
ma anche dio ha fatto fagotto.
fratelli, nessuno è destinato
a camminare in ginocchio! salute!
condannati alla sofferenza tropicale,
lasciate che i ragazzi prendano le strade:
nessuno li può fermare.
i dittatori scapperanno a gambe levate.
i temporali tropicali sconquassano l’aria
e scompaginano i piani temporali.
poi la radio porterà il sole come un tempo
portava rythm and blues
a Port Au Prince si spara speranza
come a Kingston si sparano decibel
dai sound system
on air, again!
per seminare jamaican patois
e ammiccamenti creoli.
salute, traditori!
salute, eroi
salute, visionari realisti!
facciamola saltare questa
routine sanguinaria
e terrorizzante.
una volta per tutte
seppelliamola sotto
una valanga di caldo fango
purificatore
per riprendere il largo
per riprenderci il maltolto
e tutto quanto non potrà mai essere restituito,
dopo mezzo millennio di scorrerie.
basta un secondo in un anno luce
basta stare e sentirsi insieme.
mi sentite?
sentitemi bene, fratelli e sorelle
dei mari e dei boschi
le mitraglie degli uomini blu
non ci spaventano più.
risky business, I know,
ma la spina dorsale non è spezzata,
Jean, Bob e la regina dei Maroons
son qui.
UNA NOTA
Stamattina non vedo Pabuda in pagina: fa il dormiglione o ha dimenticato di girare foglio al calendario? In ogni caso (mi perdonerai Paolo) io recupero una sua vecchia neuro-poesia. So che l’opdb (oceanico popolo del blog) non gradirebbe di restare senza la “dose” settimanale. (db)
Pabuda non s’è svegliato perchè ieri è tornato “hecho polvo” da un interessante, rocambolesco, stancante viaggio a Roma, dove il suo altro-io, Paolo Buffoni, ha inaugurato l’edizione capitolina di Università Migrante
(http://www.unimigranteroma.altervista.org).
questa sì che è una notizia: l’Università migrante sbarca a Roma. Dopo i successi di Milano e – se non sono male informato – un’apertura verso Arcore (che è famosa perchè ci abita un tizio…. beh ora non ricordo chi ma insomma un tizio assai losco). Chissà se qualcuno (Pabuda stesso, il Dirigibile, codesto blog?) ci racconterà di come l’Università migrante si espande.