Aigues Mortes 1893: strage operaia
di Vito Totire (*)
Impossibile dimenticare la strage di operai migranti – qualcuno la definisce pogrom contro gli italiani – di Aigues Mortes (in francese: acque morte): molte fonti parlano di 9 operai italiani uccisi ma Time scrisse di 50 morti e alcuni storici hanno fatto ipotesi peggiori.
Sono state raccolte di recente testimonianze e fatte ricerche che consentono di ricostruire quasi realisticamente questa tragedia, che tempo fa ci è tornata in mente, per associazione di idee, per un’immagine proveniente dall’Ucraina: quella che fotografa un monumento per l’amicizia fra i popoli ucraino e russo nel quale la testa dell’operaio russo è stata mozzata. L’abbiamo citata nella assemblea di Modena che ha fondato la «Rete nazionale lavoro sicuro» (**).
Se di quel massacro del 1893 si fosse occupato Mao Tse Tung forse l’avrebbe definita «una contraddizione in seno al popolo». Definizione eufemistica per una strage ma la sostanza è quella e resta strettamente correlata a uno degli insegnamenti che dobbiamo trarre: la necessità della coesione e della fratellanza fra i lavoratori di ogni Paese. La capacità di superare e divisioni che i padroni impongono. La necessità dell’unità fra lavoratori russi e ucraini come fra lavoratori-lavoratrici di tutto il mondo. Se nel 1893 fosse esistito un contratto unico di lavoro quella strage molto probabilmente non si sarebbe verificata: infatti l’ostilità fra gruppi di diversa provenienza territoriale era alimentata dal fatto che gli emigrati italiani accettavano supinamente le condizioni peggiori, al limite dello schiavismo, mentre gli operai francesi cominciavano a organizzare forme di autodifesa operaia.
Prevediamo che il ceto politico italiano ed europeo dimenticherà, in occasione dell’anniversario della strage (fra il 15 e il 17 agosto) ogni menzione in quanto evento tragico e “difficile”. Non assisteremo neppure al pallido e penoso “scontro” che si è registrato per Marcinelle. Non vedremo probabilmente nessuna dichiarazione del presidente della repubblica né del presidente (uscente) del Consiglio: perché turbare gli attuali ottimi rapporti con la Francia rivangando una storia dolorosa?
Il ricordo, per chi non soffre di “amnesia politica” rimane: la rissa che innescò la strage affondava le sue origini nella contrapposizione fra la condotta degli italiani (come abbiamo detto inclini ad accettare condizioni di lavoro pesantissime, come oggi fanno i braccianti immigrati in Italia) vista con favore e usata, anzi programmata, dai padroni delle saline da una parte e dall’altra i tentativi di difesa sindacale dei lavoratori autoctoni. IN SOSTANZA LE CAUSE SOCIALI E POLITICHE DELLA STRAGE NACQUERO DALLA CAPACITA’ DEI PADRONI DI DIVIDERE LA CLASSE OPERAIA E CREARE QUEL CLIMA DI CONFLITTUALITA’ CHE OGGI SENTIAMO SPESSO CONTRO GLI IMMIGRATI CHE «CI TOLGONO IL LAVORO».
Tragedia nella tragedia dunque nella quale – senza attenuare la gravità della furia omicida dei “francesi” contro gli operai italiani e senza attribuire ogni colpa ai padroni – va comunque addebitata ai padroni delle saline la responsabilità primaria del conflitto (che pure la classe operaia francese doveva gestire – se vi fosse stata “coscienza di classe”- in maniera completamente diversa). Ma era il 1893, agli albori del movimento socialista. La tragedia vi fu e oggi non va “rimossa” per opportunismo o manicheismo.
Di fronte all’omicidio di Alika Ogorchukwu a Civitanova Marche (che qualcuno cerca di spiegare in termini di psicopatologia individuale) dobbiamo chiederci quanto odio sopravvive e serpeggia ancora nei confronti dell’immigrato, del “nero” , del diverso. E dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per l’unità dei lavoratori e degli sfruttati (autoctoni o immigrati che siano).
Ricordare Aigues Mortes è utile soprattutto per questo fine. Anche per questo rimane valida la nostra proposta – rilanciata in occasione dell’anniversario di Marcinelle – di fare dell’8 agosto «la giornata mondiale del lavoratore immigrato».
Per Aigues Mortes occorre riaprire con il governo francese la questione dei “risarcimenti” sul piano politico e morale. E’ passato troppo tempo? Ci pare di no , per chi non dimentica la ferita è ancora aperta.
(*) Vito Totire è portavoce pro tempore della «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO» che terrà la sua nuova assemblea a Firenze il 22 settembre.
(**) vedi qui: Nasce la «Rete nazionale lavoro sicuro»…
In “bottega” cfr Aigues Mortes: 125 anni per… e Scor-data: 17 agosto 1893. Nel 2010 è stato pubblicato «Morte agli italiani! Il massacro di Aigues-Mortes 1893» (Infinito editore) di Enzo Barnabà con prefazione di Gianantonio Stella ma in “bottega” nessuna/o lo ha letto e dunque non ne abbiamo parlato.
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.
Ottima scordata.
Per come ricordo, per ricerche fatte, il governo francese fu il regista principale.
Temeva una unione tra gli sfruttati italiani e gli sfruttati francesi.
Una motivazione politica e una economica.
Una unione tra sfruttati avrebbe provocato scioperi per un miglior salario. Cosa non accettabile.
del massacro di Aigues Mortes (una delle più orribili “ratonnades” che si verificano in Francia) ne scrisse per primo in un bel saggio Teodosio Vetrone (1978) “Antécédents et causes des événements d’Aigues-Mortes”, in J.B. Duroselle & E. Serra, (a cura di), pp. 107-138 e ne ho scritto varie volte (fra l’altro in “Mobilità umane”, Cortina 1998) segnalando la dimenticanza di questo saggio di Vertone da parte di Noiriel e di Barnaba (Vertone morì giovanissimo alla fine degli anni ’70).
Va ricordato anche che questo massacro si inscriveva in un periodo di acuta competizione/conflitto fra Francia e Italia per le rispettive mire coloniali sul nord-Africa e degli attentati di anarchici italiani fra cui -dopo Aigues Mortes- il 25 giugno 1894 l’assassinio di Marie François Sadi Carnot, presidente della Repubblica di Francia ucciso dall’anarchico italiano Sante Caserio
La Francia era il paese in cui tanti italiani del nord (in particolare piemontesi e liguri) emigravano a piedi e senza documenti … e questo sin dall’unità d’Italia quando molti scappavano per non fare il servizio militare che il regno piemontese aveva imposto di 6 anni!
Fra la fine del XIX° secolo e l’inizio del XX° i lavoratori immigrati italiani in Francia diventarono fra i più numerosi nel sindacato internazionale che si creò a Marsiglia (MILZA, P. 1978, “L’intégration des Italiens dans le mouvement ouvrier français à la fin du XIXe et au début du XXe siècle; le cas de la région marseillaise”, in J.B. Duroselle, E. Serra, a cura di, pp. 171-207).
Questo fu il più importante evento sindacale-politico sulla scia della creazione del sindacato internazionale negli Stati Uniti (l’Industrial Workers of the World, creato a Chicago nel 1905). Purtroppo questa iniziativa sindacale e politica che infine superava la divisione fra nazionali e immigrati (a volte sposata persino dal capo dei socialisti francese Guesde) durò poco e ancora dura nonostante ora in Italia gli immigrati SONO DIVENTATI IN PROPORZIONE Più SINDACALIZZATI DEGLI ITALIANI !!!!
Segnalo questo comunicato di Vito Totire (*)
Aigues Mortes: 130° anniversario della strage di operai italiani in Francia, agosto 1893.
Il 16 e il 17 agosto 1893 si consumò in Francia una orrenda strage con 600 vittime secondo la ricostruzione di Giovanni Gozzini (cfr «Le migrazioni di ieri e di oggi», Mondadori 2005 a pagina 73). Strage all’apparenza “fratricida” in realtà causata dalle politiche padronali: il terreno di coltura fu infatti la rivalità che i padroni delle saline avevano instaurato tra lavoratori immigrati e autoctoni usando gli immigrati italiani come oggi vengono usati in Italia gli immigrati contro gli altri lavoratori, cioè come riserva schiavistica per imporre a tutti condizioni letteralmente bestiali. La situazione storica e sociale è oggi diversa e non si raggiunge quel livello di drammatica contrapposizione tra operai che fu alla origine della strage di Aigues Mortes ma certi episodi –per esempio gli attacchi squadristici contro alcuni scioperi organizzati da Si.Cobas e altri sindacati di base, da parte di crumiri prezzolati – fanno tornare in mente Aigues Mortes, quanto meno per “associazione di idee”.
La sostanza e “l’insegnamento” sono chiari: i lavoratori e gli sfruttati devono superare le divisioni che il padrone cerca , dai tempi dell’impero romano, di indurre divisioni (Divide et Impera) per realizzare l’unità di intenti e di pratiche per garantirsi un lavoro degno di questo nome che sia occasione di reddito e di salario senza dare in cambio la propria salute e la propria sicurezza psicofisica. Da poco è passato l’anniversario di una altra strage, quella di Marcinelle, accompagnata da commenti-prevalentemente- rari, evasivi e fuorvianti sia da parte delle istituzioni che da parte degli “organi di informazione”; la proposta che ventiliamo da tempo, vale a dire di fare dell’8 agosto non la giornata del lavoratore italiano all’estero ma piuttosto la giornata del lavoratore immigrato è rimasta, ancora una volta, vox clamans in deserto… né questo è sorprendente visto che proprio verso la desertificazione –fisica ma anche etica – il Paese e l’intero pianeta stanno andando. Solo un ceto politico e intellettuale asservito al potere economico può “trascurare” una simile proposta che consentirebbe invece di rompere la rimozione e l’omertà , come dopo la prima oraggiosa denuncia da parte del “Guardian”, riguardante LA STRAGE DI OPERAI IN QUATAR IN OCCASIONE DEI MONDIALI DI CALCIO…
E cos’altro sono le stragi sul lavori di ogggi SE NON EVENTI ANALOGHI A QUELLO DI MARCINELLE E PERSINO PIU’ CATASTROFICO DAL PUNTO DI VISTA DELLA DIMENSIONE NUMERICA. Ovviamente noi non facciamo graduatorie di gravità in relazione ai numeri : è crimine di pace anche il singolo evento che riguardi un rider ammazzato dal “caldo” (si fa per dire, visto che il killer è in realtà la organizzazione capitalistica del lavoro) o che sia l’ottantenne che “suicida” con il trattore insicuro su cui è costretto a lavorare a causa della sua pensione di fame.
E c’è un nesso che porta da Aigues Mortes al fronte russo-ucraino; il nesso sta nella necessità che lavoratori piuttosto che prendere le armi contro il “nemico esterno” prendano la decisione di deporre le armi e disertare nella consapevolezza che il loro vero nemico è interno al loro Paese e non esterno.
Non vi è dubbio sul fatto che il movimento pacifista/disarmista mondiale è ridotto alla totale inefficienza , non di meno l’unica strada rimane la diserzione da entrambi i fronti sia dalla “guerra” tra proletari che dal fronte russo-ucraino come da tutti i fronti di guerra palesi, occulti, in atto oppure potenziali e futuri.
(*) Vito Totire è portavoce della «RETE NAZIONALE LAVORO SICURO» – Bologna, 16.8.2023