Egitto: «Non siete stati ancora sconfitti»
recensione di Francesco Masala al libro di Alaa Abdel Fattah
«Non siete stati ancora sconfitti» è la prima traduzione in italiano degli scritti di Alaa Abdel Fattah. È pubblicato da hopefulmonster editore, nella collana La stanza del mondo curata da Paola Caridi, e tradotto da Monica Ruocco.
“Noi dobbiamo impedire per vent’anni a questo cervello di funzionare!” disse qualcuno di Antonio Gramsci, buttando la chiave della cella.
Ad Alaa Abdel Fattah, ammiratore e studioso di Gramsci va ancora peggio. Mentre Gramsci aveva potuto scrivere in galera i Quaderni dal carcere, ad Alaa vengono negate carta e penna.
Chi legge gli scritti di Alaa Abdel Fattah soffrirà, nel capire che terribile sorte capita a una persona lucida, pacifica, pericolosa perché libera.
Dalla “rivoluzione” di Piazza Tahrir, e anche prima, Alaa Abdel Fattah è stato un attento osservatore e protagonista; sino a oggi, cercando di ragionare, ipotizzare un futuro, in un presente sempre più difficile.
In questi anni è morto il padre, è nato un figlio, ma lui era sempre in prigione.
Leggendo alcune parti del libro viene quasi da piangere, non è un romanzo, è la vita vera in un Paese governato da una dittatura schifosa, sostenuta dal governo italiano, e questo fa arrabbiare.
L’Egitto delle torture, delle decine di migliaia di prigionieri politici, di un sistema giudiziario che supera, in peggio, quello fascista, l’Egitto di Giulio Regeni è un regime schifoso e noi lo sappiamo ma i vari governi italiani hanno continuato ad armarlo.
Se esistesse un governo guidato da Alaa Abdel Fattah (o dai suoi compagni/e) l’Italia sarebbe contraria perchè le esportazioni di armi dall’Italia verso l’Egitto crollerebbero, con tutto l’indotto di corruzione; si chiamano commissioni e consulenze ma significa tangenti criminali.