Amadori: ancora sul rischio contagio
di Davide Fabbri
AZIENDA AMADORI. PRIMO CASO DI POSITIVITA’ DA CORONA VIRUS A SAN VITTORE DI CESENA
Solo il pomeriggio del 24 marzo è stato ufficializzato – da parte del direttore dello stabilimento di San Vittore di Cesena, Fabio Simoncini – il primo caso di positività da Covid19 all’interno dello stabilimento Avi.coop del gruppo Amadori.
La notizia ufficiale è stata data dall’azienda con quattro giorni di ritardo.
Il contagiato è un caporeparto dell’Imballo Polli in isolamento appunto da venerdì 20 marzo.
Sono stati messi in quarantena: la moglie (che lavora al Reparto Taglio Tacchini), il figlio, un altro caporeparto dell’Imballo Polli.
Il Reparto Imballo polli (con una cinquantina di lavoratrici, spesso notturne, operaie, tutte donne) è il reparto di passaggio, fra il macello e la lavorazione; è adiacente al macello polli, dove gli animali vengono macellati, una parte vengono imballati e tutto il resto va al Reparto Taglio Polli, all’interno del quale viene confezionato.
Il caporeparto dell’Imballo Polli, risultato positivo, ha avuto rapporti non solo col personale del suo reparto; nell’ultimo periodo ha avuto diversi contatti con altri reparti, attraverso altri capireparto e frequentando diversi reparti lavorativi.
L’azienda Amadori deve saper gestire al meglio questo stato di emergenza. Negli ultimi giorni ho insistito, quotidianamente, a chiedere con forza alla direzione aziendale azioni concrete di miglioramento e potenziamento delle precauzioni per limitare il rischio contagio. Necessita ora, ancora di più, una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’azienda. La holding Amadori deve essere all’altezza della grave situazione, poiché la salute dei dipendenti è un bene primario imprescindibile. Gli operai non devono rischiare di ammalarsi nel luogo di lavoro, di portare il maledetto virus in casa, contagiando i familiari, e l’intera comunità.
Davide Fabbri, blogger indipendente