Amianto a Bologna (e in tutta Italia): meglio non parlarne?

di Vito Totire (*)

L’amianto a Bologna è un tabù? E’ meglio non parlarne, per imperscrutabili motivi? Perché ha già fato troppi morti? Chi se ne occupa per la giunta comunale dopo la (salutare) dipartita del vecchio assessore?

Abbiamo inviato un comunicato stampa sulla questione della bonifica dell’amianto dei capannoni industriali di via Bignardi 14 e delle altre bonifiche necessarie e urgenti a livello territoriale.

Dobbiamo tornare sull’argomento con alcune sottolineature:

1. chi è l’assessore/a comunale che se ne occupa dopo la dipartita del candidato alla segreteria PD?
2. il/la successore/a confermerà la linea dis-ergonomica e sprecona (quantomeno di francobolli) del precedente? oppure riuscirà a procurarsi una fotocopia della ordinanza di San Lazzaro e convincersi finalmente che quella è la linea giusta per il censimento (da integrare con le tubazioni dell’acqua e delle fognature ed eventualmente del gas)?
3. cosa facilita queste scelte sbagliate della giunta comunale? Il fatto che i francobolli sprecati li pagano i cittadini o che l’amianto palesa i suoi danni peggiori dopo 25-30 anni quando per le carriere politiche dei singoli “decisori” (o meglio “indecisori”) attuali sarà troppo tardi?
4. all’Uopsal (medicina del lavoro) della Ausl abbiamo chiesto il 28 agosto i dati sulle rotture delle tubazioni in cemento-amianto nel corso del periodo gennaio-agosto 2017; le rotture nel 2016 nel territorio di Bologna città sono state 500 ! 17 solo in via Petroni ! I cittadini di Bologna cosa hanno bevuto?

Per i media: ogni giorno qualcuno dedica 2-3 pagine alle “lotte intestinali” interne al PD. Questo fa male all’intestino dei lettori, anche se meno dell’amianto ingerito (ma per qualcuno dell’Arpa di Bologna è innocuo).

Bologna, 7.10.2017

(*) Vito Totire, medico del lavoro, AEA-Associazione esposti amianto e rischi per la salute