Amianto/Bologna: il Comune nicchia
di VITO TOTIRE (*)
Inquietanti informazioni diffuse dal quotidiano “La Repubblica” sull’amianto a Bologna. Il Comune continua in un atteggiamento irresponsabile ed evasivo. Hanno parlato alcuni “tecnici” ma perchè tacciono sindaco e assessore?
Il Comune di Bologna insiste, sul problema dell’amianto, in una strategia suicida. Si tratta – come direbbe la psichiatria istituzionale – di “suicidio altruista”, quello del soggetto disperato che coinvolge (nel suicidio) i suoi cari perché ritiene essere questa la soluzione migliore.
Da decenni – ai tempi del signor Cofferati – abbiamo proposto al Comune di Bologna il censimento con il metodo adottato dal comune di San Lazzaro (dove accettarono la nostra proposta). Niente: l’amministrazione bolognese è andata per la sua strada (sbagliata): censimento “a occhio” integrato da segnalazioni spontanee e da qualche dato raggranellato da Ausl, Arpa o altre fonti… Il numero dei siti con cemento-amianto dichiarato è fortemente sottostimato proprio perché è stato adottato un criterio operativo insufficiente.
Non sapendo “quanto ce ne è” ovviamente non si riesce a intravedere una data alla quale il territorio potrebbe essere davvero “asbestos free”; e questo anche senza includere la tragica questione dell’amianto delle tubazioni dell’acqua “potabile” cioè dichiarata tale da Ausl-Arpa-comune su “suggerimento” di Hera.
Il quotidiano “La repubblica” attribuisce a qualche funzionario del Comune bolognese affermazioni che se vere sarebbero raccapriccianti.
Lo ripetiamo: la letteratura scientifica documenta da decenni che la liberazione di fibre dal cemento-amianto non “necessita” di trapani e lime… è inquietante che ancora oggi si facciano affermazioni simili.
ESIGIAMO UNA NUOVA “UDIENZA CONOSCITIVA” in particolare se queste affermazioni sono state fatte in una “udienza” alla quale evidentemente non siamo stati invitati… e sappiamo bene per quale motivo.
Cosa proponiamo (da sempre) :
- Censimento con obbligo di autonotifica come a san Lazzaro di Savena; fra l’altro il censimento sarebbe previsto dal famoso TUA – testo unico amianto – presentato dalla maggioranza governativa a senato nel novembre 2016 e mai discusso dal Parlamento (campa cavallo…)
- Censimento di tutto l’amianto compresi: vinilasbesto, canne fumarie, tubazioni interrate o a parete. Provate a chiedere a un agente immobiliare che vi sta vendendo un appartamento in cui avete riscontrato un pavimento in linoleum se questo contiene amianto; al 99% vi risponderà “non lo so”. Ovvio: l’Italia ha deciso di aggirare la legge 257/1992 e consentire la compravendita di edifici contenenti amianto; “strano” visto che in E-R oggi viene richiesto un certificato di conformità contestuale alla compravendita che includa vari elementi e vincoli ma… esclude l’amianto; evidente che i droni o la osservazione ”a occhio” dall’alto o dall’esterno l’amianto incluso nelle strutture edilizie ( ve ne può essere, addirittura, negli intonaci o nei mastici per attaccare le piastrelle) non lo censiranno mai
- Solo integrando i dati già in possesso delle agenzie istituzionali con quelli derivanti dall’obbligo di auto-notifica potremo avere un quadro realistico della situazione e capire quanto distante dalla realtà sia il numero di 1800 edifici dichiarato dal Comune di Bologna.
OCCORRE CHE IL COMUNE RICONVOCHI UNA UDIENZA CONOSCITIVA APERTA ALLE PARTI SOCIALI. PROPRIO PERCHE’ SONO STATE FATTE AFFERMAZIONI INFONDATE E PERICOLOSE, OGGI DA ALCUNI SOGGETTI COME IERI DA ARPA: “l’amianto è innocuo se ingerito… Salvo, proposito di questa ultima affermazione, ospitare in sala Farnese (il 22 gennaio 2018) la eccellente conferenza scientifica organizzata dal professor Giovanni Brandi sul rapporto fra amianto e tumori delle vie biliari intraepatiche (e non solo).
Preoccupante dunque il quadro di dissociazione mentale mostrata di nuovo dal Comune di Bologna (certo il sindaco non era presente al convegno organizzato dal professor Brandi). E usiamo il termine “dissociazione” come appartenenti alla corrente di pensiero Antonucci-Basaglia, dunque senza intenti denigratori. Tuttavia la dissociazione è dissociazione…e occorre evitarla .
Alla conferenza del 22 gennaio avrebbe dovuto fare seguito una mozione chiara del Consiglio comunale: BONIFICARE IMMEDIATAMENTE L’AMIANTO DELLE RETE ACQUEDOTTISTICA…Invece “campa cavallo che la fibra cresce”.
Bologna, 11.4.2018
(*) Vito Totire è portavoce di AEA – associazione esposti amianto e rischi per la salute