Amici da trovare
Una citazione anonima, due poliziotti e altro
«Sto cercando di farmi degli amici al di fuori di Facebook applicando gli stessi princìpi. Così ogni giorno scendo in strada e racconto ai passanti cosa ho mangiato, come mi sento in quel momento, cos’ho fatto la notte prima, cosa farò dopo e con chi. Gli do le foto della mia famiglia, del mio cane, di me mentre faccio giardinaggio, sistemo il garage, annaffio il prato, sto di fronte ai monumenti, guido in città, mangio e faccio cose che tutti fanno ogni giorno. Ascolto anche le loro conversazioni, gli do la mia approvazione e dico che mi piacciono. Proprio come su Facebook. E funziona! Ho già quattro persone che mi seguono: due poliziotti, un investigatore privato e uno psichiatra».
Questa frase anonima da tempo gira, con variazioni minime nelle reti (e dove se no? esiste vita fuori dal cyberspace?) ed è stata poi rilanciata in un pensoso editoriale della rivista «Internazionale».
Consideratela un promemoria.
Oppure è un nuovo gancio per rileggervi «L’impero virtuale», recensione a un ottimo libro di Renato Curcio su «colonizzazione dell’immaginario e controllo sociale»:
O magari un invito a ri-prendere «Il piccolo principe» di Antoine de Saint-Exupéry per cercare dove si ragiona dei «venditori di amici». E poi ne ri-parliamo.
ANCHE LA VIGNETTA CHE ACCOMPAGNA QUESTO POST E’ STATA RECUPERATA IN RETE: un Charlie Schulz forse ritoccato (db).