Anche nell’Universo si parla di veganesimo

di Maria Teresa Messidoro (*)

Il nostro Universo.

Galassie, nubi interstellari, buchi neri.

Stelle blu, nane bianche, giganti rosse, super giganti, stelle di neutroni.

Pianeti del nostra sistema solare, esopianeti (cioè non appartenente al nostro sistema solare), pianeti di carbonio, pianeti oceanici.

Comete, asteroidi, meteoriti.

E, dagli anni settanta, anche i globuli cometari: nonostante il nome, non hanno nulla in comune con le classiche comete. Il fatto è che si presentano con una “testa” scura, densa e polverosa, e una “coda” lunga e debole, proprio come le comete, a noi diventate familiari.

Nella testa dei globuli cometari nascono nuove stelle. Stelle delle dimensioni del sole.

Fenomeni inquietanti e misteriosi i globuli cometari.

Come il globulo cometario CG4, chiamato anche “la mano di Dio”, distante 1300 anni luce dalla Terra; la sua testa ha un diametro di 1,5 anni luce, la coda è lunga circa 8 anni luce (corrispondente a 80 mila miliardi di km). A noi sembra enorme, ma su scala astronomica è una particella minuscola in un universo in continua evoluzione.

Il globulo si trova nella costellazione Poppa: infatti è la rappresentazione della poppa della nave Argo, sulla quale Giasone e gli Argonauti si imbarcarono alla ricerca del Vello d’oro. L’estesa costellazione dalla Nave Argo venne divisa in epoca moderna dall’astronomo francese Lacaille in tre parti: Poppa, Vele e Carena.

(https://www.media.inaf.it/2015/01/28/un-globulo-cometario-mostruoso/)

La mano di Dio è salita agli onori della cronaca per lo spettacolo inquietante che ci offre: guardando questa foto, sembra che il globulo cometario, con i propri artigli, stia per catturare e divorare una galassia!

https://astro.org.sv/imagendeldia/enero-4-2023-cg4-el-globulo-y-la-galaxia/

Fortunatamente non è proprio così, perché la galassia rappresentata a sinistra, è la NGC 2427, molto più lontana negli spazi siderali (dista da noi 45 milioni di anni luce).

Possiamo rilassarci allora?

Niente affatto.

Perché anche nell’universo si “discute” di veganesimo: eh già, mentre alcune galassie gigantesche sbocconcellano altre piccole galassie per crescere – definiamolo cannibalismo se volete, o semplicemente fame di specie simili – altre scelgono di nutrirsi soltanto di una densa e abbondante zuppa di gas molecolari.

Lo dimostra il caso della galassia “Spiderweb” (Ragnatela), che si trova in un ammasso di galassie lontane da noi 10 miliardi di anni luce. I dati raccolti finora dimostrano che questa galassia gigante è letteralmente immersa nella sua “zuppa”, una enorme nube di gas freddo alla temperatura di 200°C, quasi allo zero assoluto, dove le nostre conoscenze vacillano e l’universo potrebbe non più esistere (almeno secondo le leggi da noi conosciute).

La galassia Ragnatela, che rappresenta una delle tante “città dell’Universo”, si nutre e quindi cresce grazie alla nube che la circonda, formata essenzialmente da idrogeno, il principale costituente di stelle e galassie.

E’ un po’ come se una nostra città si ingrandisse poco alla volta grazie all’atmosfera che la circonda, alimentandosi dell’aria, e nel nostro caso, delle schifezze inquinanti che vi stiamo riversando!

I ragni mi hanno sempre affascinato, invece di provocare spavento od orrore: e che dire allora di questa ragnatela galattica in una splendida spirale vorticosa? (1)

Eppoi, pure vegana!!

Modernissima.

  1. Qui una animazione della Galassia Ragnatela https://youtu.be/pbekgMDuz9k

 

*Professoressa di fisica, visionaria e curiosa.

 

Teresa Messidoro

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