“Anche se qualcuno morirà, pazienza” il vero volto di Confindustria
ripreso da globalproject
“Lei è un cretino, si informi!” direbbe Totò (che era un signore) a Guzzini
“Anche se qualcuno morirà, pazienza”. Parole gravissime e inaccettabili quelle pronunciate ieri da Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, al convegno “Made for Italy per la moda”.
Durante l’intervento introduttivo al forum promosso dalla sua stessa organizzazione e trasmesso in diretta streaming, alla presenza del sindaco di Macerata (lega) e del governatore regionale (fdi), Guzzini ha trattato i temi della crisi economica innescata dal covid-19, con dichiarazioni irricevibili: «Come sapete ci aspetta un Natale molto magro perché stanno pensando addirittura di restringere ulteriormente. Questo significa andare a bloccare anche un retail che si stava rialzando per la seconda volta da una crisi e lo stanno rimettendo nuovamente in ginocchio. Io penso che le persone sono un po’ stanche di questa situazione e vorrebbero, alla fine, venirne fuori. Anche se qualcuno morirà, pazienza. Ma così, secondo me, diventa una situazione impossibile per tutti».
Inevitabili si sono scatenate le polemiche, soprattutto tramite social, il caso è montato sui media mainstream nazionali, e solo successivamente è comparso sulla stampa locale – che negli articoli dedicati al convegno avevano servilmente omesso di dare conto dell’accaduto. Come immancabili e da triste copione sono arrivate le scuse – tramite Twitter – di Guzzini. Un maldestro e tardivo tentativo di riabilitazione, all’indomani delle dichiarazioni rilasciate al convegno, senza alcuna presa di posizione dell’organizzazione e persino con la difesa pubblica del governatore Acquaroli. Scuse non nulla tolgono alla gravità delle parole del presidente della confindustria locale, che secondo le attiviste e gli attivisti del Centro Sociale Sisma di Macerata, hanno senza dubbio avuto un “sinistro merito”, hanno esplicitato il pensiero che l’associazione degli industriali ha sempre sostenuto nel corso dell’attuale fase di crisi.
Di seguito riportiamo per intero il comunicato del Centro Sociale Sisma.
“Anche se qualcuno morirà, pazienza”.
Queste sono le parole pronunciate nella giornata di ieri da Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata, nel corso del convegno “Made for Italy per la moda” organizzato dalla sua organizzazione e trasmesso in diretta streaming, alla presenza di sindaco e governatore regionale. Gli uffici stampa staranno già lavorando alla rettifica e verrà detto che la frase non è stata interpretata correttamente, ‘è stata estrapolata dal contesto’. Per noi, al contrario, non c’è niente di più chiaro ed espressione del ‘contesto’. Perché le dichiarazioni di Guzzini hanno senza dubbio un sinistro merito, per il quale dovremmo per assurdo ringraziarlo, se non fosse per i loro tragici risvolti: esplicitano il pensiero che l’associazione degli industriali ha sempre avuto nel corso dell’attuale fase di crisi. E lo fanno brutalmente, togliendo per una volta il velo sul disprezzo per la vita umana e sulla violenza quotidiana della classe dominante.
Confindustria fin dal primo momento ha svolto un ruolo nella gestione politica dell’emergenza, con le scelte del governo al servizio del tristemente noto “produci, consuma, crepa”.
Ciò che conta è il capitale e i grandi profitti, se questo costerà qualche vita… pazienza.
Sono gli stessi industriali che non vogliono la patrimoniale, che vorrebbero far cadere il peso della crisi sui lavoratori e per i quali le aperture/chiusure sono negoziabili puramente in termini economici, al servizio dei grandi interessi. Il presidente di confindustria ha una arroganza tale da farsi portavoce ‘delle persone che sono stanche di questa situazione e vorrebbero venirne fuori’. Le persone sono stanche di subire scelte imposte dall’alto, di una vita ridotta agli spazi e ai tempi dello sfruttamento, di una gestione politica dell’emergenza sanitaria che sempre meno ha a che fare con le esigenze di contenimento del contagio e sempre più con imperativi di controllo e disciplinamento sociale. Non vogliono che sia il presidente di confindustria a decidere per loro.
L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando è un fenomeno tutto interno alle dinamiche del sistema capitalistico, conseguenza dello smantellamento del sistema sanitario pubblico e della progressiva privazione del diritto universale alla salute. Il virus è il capitalismo, ma i capitalisti vorrebbero farci credere che saranno loro a salvarci.
Ora basta. Questa non vuole essere una banale dichiarazione di sdegno, ma un messaggio che rivolgiamo a tutte e tutti, perché la pazienza è veramente finita. Non possiamo più permettere a personaggi spregevoli di scegliere al posto nostro e di ipotecare il nostro futuro.
#paghinoiricchi
chissà perchè mi è tornato in mente un anagramma:
La Confindustria… da lì nascon furti
(ringrazio “Lonzo Re” cioè Lorenzo per la dritta)
è una linea di fondo che sfugge ai più: stiamo continuando a subire decisioni tra il ridicolo e lo strangolante, a livello psicologico, come diceve Bascetta in un articolo de il manifesto del 16 ottobre, mentre l’economia (Confindustria in primis) non si ferma e si arriva al punto (per assurdo dobbiamo ringraziarlo) di dire che “possiamo morire” per fare andare avanti la “macchina di Confindustria”, ovviamente ci sono l’ILVA e le industrie di armi, ad Aviano ci sono bombe nucleari che per mantenerle si spende un fottìo di soldi e si rischia che 10 milioni di persone (dati del Ministero della difesa) possano essere raggiunte da un’eventuale esplosione nucleare…i cacciabombardieri, l’inquinamento da automobili, a questo non si pensa: le mascherine dovremmo metterle per questo, dovremo vivere senza automobile e pretendere mezzi pubblici non solo funzionanti e frequenti ma anche gratuiti (si fa e si può fare, è un ricatto sociale il biglietto del treno o dell’autobus, e lo dicono anche i controllori, i capi treno e i macchinisti, certo non possono dirlo ufficialmente e ada alta voce), quindi mandiamo a fare in culo tutti gli apparati conniventi con Confindustria, governi e stampa patinata di mmerda (scusate ma quanno ce vò ce vò, o no? )
Guzzini ha esplicitato quello che molti imprenditori e le loro associazioni pensano, giacchè stando a Varese non si contano i sondaggi tra gli imprenditori – pubblicizzati dalla stampa locale – ove emerge che se fosse per loro – come indicazione ai decisori politici – i confinamenti se devono essere fatti, che siano blandi, certo non possono interrompere totalmente la produzione. D’altronde, dopo quello che è accaduto a Bergamo tra marzo e aprile di quest ‘anno, non c’è proprio da sorprendersi per queste alzate d’ingegno da parte del fronte padronale. Sennonchè non tutte le cose vanno per gli interessi del capitale per il verso giusto, tanto che a Malpensa è prevista una ripresa dei voli su scala nazionale e internazionale solo nel 2024 , poichè l’aereoporto regge solo per il Cargo, cioè il trasporto delle merci .Si può voler occultare l’impatto della crisi, ma solo fino ad un certo punto in determinati comparti ; con tutte le conseguenze per il mondo del lavoro che dovranno essere affrontate in forma inedita, sperando che quanto prima si apra una seria discussione sul che fare.
Ho ricevuto ieri da un compagno di Medicina Democratica il libro ” Senza Respiro ” di Vittorio Agnoletto A pagina 47, a proposito di Bergamo ,si può leggere che il sindaco di Alzano Lombardo ” è stato contattato da tanti imprenditori per capire come fare per aggirare gli obblighi previsti dai decreti ” , stante che un comunicato della Confindustria locale si concludeva perentoriamente ” Vogliamo confermarvi che le nostre imprese non sono state toccate ( sic ! ), tutte andranno avanti con i loro AFFARI come sempre “.Più eloquente di così si muore !
Nei momenti peggiori, non è un caso, i peggiori sprigionano i loro istinti peggiori!
Questo capita anche quando, purtroppo, quando gli interessi materiali prendono il sopravvento su tutto e noi siamo relegati a pedine.
Il problema vero, che sta dietro ai ragionamenti di Confindustria, approfittando del momento critico, è quello riguardante il ricatto occupazionale, che proprio quando si verificano circostanze critiche viene tirato fuori non a caso.
In oltre a sviluppare certe dinamiche anche il governo, forse non a caso, forse con leggerezza, ha dato una mano; mi riferisco al “bisticcio” (si fa per dire) riguardante i codici ATECO durante il Lockdown.
In oltre da sempre esistono particolari significativi ma aimé poco noti, del tipo che nell’esecuzione delle grandi opere vengono stipulate polizze assicurative dalla portata della previsione di “un morto per chilometro e di un tot di infortuni prevedibili”.
Studi approfonditi ora, meno approfonditi all’inizio, stanno dimostrando che il virus viaggia con facilità con l’inquinamento; sta’ di fatto però che chi durante il Lockdown ha segnalato che le condizioni ambientali erano in meglio mutate ancora oggi non viene preso in dovuta considerazione.
Allo stato attuale ci sentiamo tutti più ogni giorno insicuri e mi chiedo “a chi giova”, cioè dove andremo a finire!
Allora penso e capisco che chi avrà la possibilità di maneggiare i nostri dati (sanitari e oltre), cavalcando il momento critico in atto, avrà la possibilità di dominarci; in effetti penso, che la vera risorsa oggi a portata di mano non sia più il denaro ma i dati di ciascuno di noi; occorre allora pensare a quale sarà il futuro dell’uomo sul pianeta terra e se non sia il caso di fare qualche passo a ritroso, in quanto c’è già chi ha previsto, a breve, il predominio dell’intelligenza artificiale (gestita da un’elite) su quella naturale…prevedibili immani disastri.
A ben vedere, parafrasando, il re è nudo; purtroppo però, noi siamo stati messi in mutande!