Andrea Mameli: se Android connette i mondi
“Ralph 124C 41+” è il titolo di una storia di fantascienza scritta da Hugo Gernsback e pubblicata su Modern Electrics in 20 puntate tra il 1911 e il 1913. L’opera, ritenuta una delle più importanti per l’influenza che ha avuto per il genere, contiene anche numerose previsioni. In Ralph I24C 41+ Gernsback descrive la tv a colori (fu lui a introdurre la parola televisione), il radar (la sua più famosa previsione) e il registratore a bobine.
Ma l’elemento su cui intendiamo soffermarci in questa sede è il Telephot: un telefono a immagini che integra un traduttore universale.
E oggi, dopo un lungo inseguimento, pare che la tecnologia sia riuscita a raggiungere la fantascienza: la piattaforma Android sta sperimentando una versione del traduttore vocale integrata con i cellurari equipaggiato con il suo sistema operativo. come ha dichiarato ieri Awaneesh Verma sul blog ufficiale di Google Translator (A new look for Google Translate for Android).
Attualmente la modalità “Conversation” è attiva solo per le traduzioni fra Inglese e Spagnolo. In questa configurazione è sufficiente pronunciare le parole da tradurre e il nostro interlocutore sentirà la domanda nella sua lingua e viceversa. Al monento gli accenti, i rumori di sottofondo e il parlare veloce possono creare al sistema difficoltà di interpretazione. Sicuramente siamo ancora lontani dal traduttore universale dei protagonisti di Star Trek: indispensabile per comunicare con le numerose specie aliene incontrate nelle loro missioni. Ma riteniamo di non sbilanciarci troppo se prevediamo che nel giro di pochi mesi questo genere di applicazioni inizierà a comparire su svariati dispositivi.
Andrea Mameli, linguaggiomacchina.it (13 gennaio 2010)
– Il titolo Ralph 124C 41+ è un gioco di parole costruito sull’assonanza fonetica: “one to foresee for one another” (fonte: Wikipedia – Ralph 124C 41+)
L’ ingegner Gadda? Solo un «praticante»
Le traduzioni automatiche di Google sono ancora indecifrabili
Una cosa è certa: se le nuove tecnologie ci hanno resi ampiamente fungibili, c’ è una categoria che rimane ancora ben al riparo dalla possibilità di essere sostituita da un clic, da qualche byte o megabyte. È quella dei traduttori, come osservava bene Maria Teresa Carbone sul manifesto di sabato scorso. Era il 2001 quando Google lanciò trionfalmente un proprio sistema di traduzione automatica, «frutto di una tecnologia avanzata che non prevede l’ intervento di traduttori»: nacque Google Translate. Ma nonostante i proclami, le cose andavano malissimo allora e vanno malissimo ancora oggi. Sembra che la cosiddetta traduzione automatica non abbia fatto grandi passi avanti (e non stiamo parlando di testi letterari, dove la situazione è peggio che comica). Ezra Pound rimane sempre, qua e là, Ezra Sterlina: «La Sterlina si stabilisce a Parigi nel gennaio 1921», si legge nel sito (tradotto) di Wikipedia. Con Wikipedia c’ è da divertirsi, per chi abbia voglia di passare una mezz’ ora al computer. Qualche esempio. Carlo Emilio Gadda da «ingeneer» diventa un «praticante di macchina» e il Gran Lombardo è il suo «nickname», manco fosse un blogger ante litteram. Ma non è solo una questione lessicale, i nessi sintattici non funzionano, le concordanze non esistono, la morfologia neanche, i verbi diventano sostantivi e viceversa, i maschili diventano femminili, i singolari plurali, i presenti passati e così via. Sempre Gadda «ha esercitato la professione di ingegnere fino al 1935», e fin qui tutto bene. Ma che significa la frase successiva: «la spesa per tre di questi anni in Argentina»? Vorrebbe dire che da ingegnere ha trascorso tre anni in Argentina. Anche le formulazioni più banali risultano incomprensibili. Alla voce Pasolini, la sua città, Bologna, diventa «tradizionalmente uno dei più di sinistra delle città italiane». A proposito di Moravia, si dice che «Gli indifferenti è stato pubblicato a proprie spese di 5.000 italiani lira». Vargas Llosa curiosamente è «uno dei romanzieri più importanti dell’ America Latina e saggisti, e uno degli autori della sua generazione», come se potesse essere uno scrittore della generazione precedente o seguente. Si dirà: vabbé, lascia perdere, visto che disponi di Wikipedia in italiano, che bisogno hai di tradurlo dall’ inglese? D’ accordo, ma supponete che io non conosca l’ inglese e voglia sapere che ne dice il Guardian degli ultimi scandali politici italiani. Che faccio? Vado a cercare il sito del quotidiano anglosassone e chiedo aiuto al traduttore automatico. Risultato? «Berlusconi ha detto che sostiene di aver pagato una ballerina adolescente di sesso e gettò le parti erotiche per le prostitute non può essere vero perché è godendo di una “stabile, il rapporto affettuoso” con una donna». Chiarissimo, no? No, appunto.
Paolo Di Stefano
IL PICCOLO FRATELLO Pagina 43 (18 gennaio 2011) – Corriere della Sera