«Antifà»
recensione di Gian Marco Martignoni al «Dizionario per fare a pezzi parola per parola la narrazione fascista»
Nell’ultimo anno è stata scientificamente montata una canea contro il fondamentale ruolo esercitato dalle ong nel mar Mediterraneo e si è arrivati – tramite il populismo giudiziario praticato dalla Procura della repubblica di Catania e dall’ineffabile dottor Carmelo Zuccaro – a criminalizzare in tutte le sue forme la solidarietà nei confronti dei migranti, al punto che in 14 Paesi la percentuale di fiducia nei confronti delle organizzazioni non governative è calata vertiginosamente (meno 13, per quanto concerne l’Italia, stando ai dati riportati dall’inserto “Buone Notizie” allegato al Corriere della Sera del 3 aprile). Quando pensiamo a vicende simili abbiamo una chiara percezione del profondo rovesciamento culturale e politico determinato dall’ascesa delle destre xenofobe e razziste su scala mondiale ed europea. Inoltre, essendo molteplici i casi di fascismo quotidiano che tristemente occupano la cronaca nazionale e internazionale,giustamente il sociologo Tonino Perna sul quotidiano «il manifesto» (del 30 marzo) ha segnalato come «il mix di razzismo-neoliberismo che ha impregnato la gran parte della società contemporanea» imponga, a quanti non intendono farsi travolgere dall’onda reazionaria, una battaglia culturale e politica di enormi proporzioni e tutt’altro che contingente. Anche per queste ragioni ho trovato interessante e assai fruibile «ANTIFA. Dizionario per fare a pezzi parola per parola la narrazione fascista» a cura di Stefano Catone (Fandango Libri: pag.134, euro 14) scritto da un gruppo di compagni e compagne – da Cecilia Strada a Donatella Di Cesare, da Giuseppe Civati ad Andrea Maestri solo per fare qualche nome – che in questi anni non hanno avuto dubbi da che parte schierarsi quando i soggetti più deboli della società sono stati al centro di brutali campagne di stigmatizzazione da parte dei fomentatori d’odio. Fomentatori d’odio aizzati reiteratamente da una trasmissione ripugnante come «Quinta Colonna», condotta da Paolo Del Debbio, ma che nella rete hanno trovato il luogo ideale per sfogare i loro peggiori istinti rispetto a gay, lesbiche, trans, zingari e naturalmente gli stranieri, individuati come il capro espiatorio di tutte le disgrazie del mondo. Il libro contiene 27 voci (da Africa a Zingari) ma quando sono arrivato a quella dedicata a Laura Boldrini ho provato una profonda amarezza e una nausea crescente leggendo le violente meschinità con cui è stata e viene costantemente apostrofata in rete. Pertanto, se la disumanità in circolazione può scadere a questi livelli, «ANTIFA» è un “antidoto” necessario per combattere queste narrazioni tossiche ridando dignità e speranza alle cose e alle persone che se lo meritano.