Antonella Anedda: «Del tradurre»
Molto particolare questo ventiquattresimo appuntamento con “la cicala del sabato” (*)
Come accade in mare quando ci si chiama da barche diverse, di notte, con lanterne nell’acqua buia, con volti e corpi nel buio … Chi risponde deve tener conto dell’aria e del fragore, del freddo, del tremore dell’onda, del tremore del fiato: per capire il richiamo, per remare verso l’essenziale di ciò che sembra inesprimibile.
(Antonella Anedda citata da Corrado Bologna, in «Alias», 17/07/16)
(*) Ricordo che qui, il sabato, regna “cicala”: libraia militante e molto altro, codesta cicala da tempo – per essere precisi: 14 anni – invia ad amiche/amici per 3 o 4 giorni alla settimana i versi che le piacciono; immaginate che gioia far tardi la sera oppure risvegliarsi al mattino trovando una poesia. Abbiamo raggiunto uno storico accordo: lei sceglie ogni settimana fra le ultime poesie che ha inviato quella da regalare alla “bottega” e io posto. Perciò ci rivediamo qui fra 7 giorni… o forse a settembre, chissà se le cicale fanno vacanze. (db)