Apologia della confusione
di Sergio Mambrini
Negli anni settanta Giorgio sponsorizzava (si può dire?) la salute e la libertà.
Per chi non avesse letto «Fango Nero», mi spiego: verso la fine di quegli anni Giorgio aveva strambato.
Si era buttato in un’avventura nuova, lasciandosi alle spalle il lavoro nella stramaledetta fabbrica. Un po’ fu conseguenza di una propria decisione e molto dipese dal destino. Mise in piedi un’associazione che promuoveva idee alternative nel campo della salute. Così si diceva allora. Di quegli anni ricordo anche il cinema alternativo, le vacanze alternative, i giornali alternativi, la scuola alternativa (meglio conosciuta come “sperimentale”). Prese sciaguratamente piede anche un modo di far politica alternativo di una meschina minoranza che provò a salvaguardare i propri interessi in maniera piuttosto violenta. Metodo altrimenti detto stragista.
La scelta di Giorgio fu invece condivisa da tanti altri. Fecero gruppo per connettere alla salute, l’alimentazione, l’agricoltura e l’ambiente. Nella partecipazione emotiva molti misero entusiasmo, idee e altrettanto impegno. Strumento d’aggregazione fu un loro giornale stampato con pochi mezzi ma in modo più che dignitoso, per l’epoca un vero e proprio blog.
Riuscirono a mischiare molte persone di ceti disparati, dal fricchettone all’impiegato di banca, dagli studenti agli operai, uomini e donne giovani o meno, tutti alla ricerca di un cambiamento senz’altro pacifico. Un bel minestrone, insomma.
Sembrò facile cambiare la propria condizione, rinnovarsi senza perdere la propria identità profonda. Invece non fu semplice, perché dovettero rinnovare proprio quella parte più intima e nascosta della loro interiorità. Che confusione!
La confusione è l’inizio della chiarezza. – asseriva Luigi, il leader parmense di quelle idee, persona giovane e smilza dall’intelligenza acuta che proponeva a dritta e a manca, al pari di Giorgio, revisioni radicali nello stile di vita, per mettere a frutto le nuove soluzioni con le quali affrontare le diverse malattie che ognuno si portava sul groppone, ma non solo. Parlando a lettori attraverso il giornale scriveva: «Se avete iniziato il lungo viaggio alla scoperta di voi stessi può darsi che prima o poi vi sentiate confusi, smarriti. Avete iniziato un nuovo cammino, avete deciso di essere padroni del vostro corpo e della vostra mente. Siete alla ricerca di una dimensione più naturale, volete vivere in “sintonia” con la natura. Il vostro cibo quotidiano è cambiato, la qualità del vostro sangue e le vostre cellule stanno cambiando. Vorreste umanizzare il vostro lavoro o trovare un lavoro che vi soddisfi realmente. Praticate un’attività per rendere più vivo il vostro corpo. Cercate di vivere il più possibile all’aria aperta e di gioire delle “meraviglie” della natura. Vi sentite più sensibili. Avete capito che cambiando voi stessi contribuite realmente a cambiare l’esterno e nello stesso tempo vi rendete conto di quanto rimane ancora da fare, da cambiare in voi e negli altri. Vorreste trovare facilmente a disposizione alimenti di qualità e vi accorgete di quanto tragicamente siete lontani dall’obiettivo. Capite in qual misura l’inquinamento sia alto e diffuso, sia a livello materiale sia mentale, e mentre pensate che la logica consiglierebbe di coltivare cibo sano, la realtà è opposta. E non finisce qui. Praticate “l’alimentazione alternativa”, siete avidi di sapere e trovate un sacco di teorie diverse che vi confondono le idee. Che fare? Sarebbe bello scegliere prontamente, senza riflettere troppo, ma cos’è questa capacità interna, congenita, questo impulso naturale, istintivo? Cos’è l’istinto, insomma? C’è da fidarsi?
La vostra concezione della vita sta cambiando e in realtà non sapete in quale esatta direzione state andando. Forse anche la meta non è chiara. Siete sempre più convinti che il vostro corpo e i suoi contenuti intellettuali e spirituali siano parte di un’unità inscindibile e che forse sono la stessa cosa. Vi amate di più perché scoprite il significato autentico dell’adagio “ ama il tuo prossimo come te stesso”. Siete curiosi di conoscere le relazioni del vostro organismo, i meccanismi della vostra mente. Avete una pallida idea che per realizzare di voi “un essere umano” dovete progredire sul piano fisico, mentale e spirituale. E siete confusi, inquieti. Non potete più tornare indietro perché vedete l’inadeguatezza dei vecchi modelli e delle vecchie risposte. Siete confusi perché non c’è più niente a cui attaccarsi. La vecchia cultura conformista vi ha insegnato ad attaccarvi sempre a qualcosa, a non avere dubbi. I vostri guai sono finiti e cominciati quando avete cambiato il vostro cibo. Prima accettavate di mangiare quello che c’era in frigorifero, adesso siete sempre più esigenti. Cercate di capire e sperimentare qual è il cibo “giusto” per l’uomo, per voi stessi, in relazione alla vostra attività, al luogo in cui vivete, ecc… Adesso avete la responsabilità di scegliere e scegliere non è facile. Tutto cambia, tutto si trasforma e dovete adattarvi al mutamento. Non è possibile attaccarsi a qualcosa che si trasforma continuamente. Il mondo statico, a cui l’educazione e la società vi hanno abituato, non esiste più. Ciò che per molti è ancora la realtà per voi è pura illusione. E pur tuttavia dovete continuamente fare in conti con gli altri, con le loro certezze, con la rigidità del loro pensiero e delle loro azioni. La realtà della vostra confusione è che cominciate a veder più chiaro…….e più lontano sull’orizzonte».
che bello! mi sento proprio così!
sono in un percorso di consapevolezza e mi sento “nuova” ma molto confusa, per un certo verso. grazie di questo articolo che mette in parole una sensazione che non sapevo mettere in parole appunto.
Cara sa molentessa, ti confesso che sono molto confuso anch’io in questo periodo. E’ come se non vedessi l’orizzonte, ma una parete da scalare.
Questo cammino sembra sempre in salita. Tuttavia per me è una situazione ideale, dal momento che amo muovermi in montagna, sia a piedi sia in bici. Sogno la vetta, l’aria pura, l’affanno per un traguardo difficile.
Sono attratto dalle sorprese e prediligo la sfida.
Devo ammettere di vivere in un’epoca giusta per questi elementi distintivi della mia personalità.
Quando si fa un passo avanti nella conoscenza della nostra vita, della nostra spiritualità si conoscono nuove cose e situazioni, emozioni e sentimenti. Si capisce un po’ di più quello che siamo ed il nostro ruolo nella vita e nell’evoluzione del nostro pianeta. Questo è fantastico, ma come sempre c’è il rovescio della medaglia, poiché è facile sentirsi diversi e soli. Oltretutto si vorrebbe che le persone a noi care condividessero questo viaggio, questa avventura. Ma spesso non è così e questo ci provoca dolore, sofferenza e impotenza. E’ difficile è comprendere e accettare che ognuno sul proprio sentiero sacro ha i propri tempi di viaggio. Hai ragione Sergio… quando si imbocca un certo sentiero non si può più fare ritorno poiché sarebbe rinnegare sé stessi. Continua il cammino….
Caro Gianluca, a proposito di sentieri mi è tornata alla mente una breve poesia di Antonio Machado (Siviglia 1875 – Collioure 1939):
Viandante, il cammino
sono le tue impronte, e nient’altro.
Viandante, non esiste un cammino,
il cammino si fa camminando.
Camminando si fa il cammino
e quando lo sguardo volge all’indietro,
si vede il sentiero
che mai più si tornerà a calpestare.
Viandante, non esiste un cammino,
ma scie nel mare.