Aporie dell’umanitario e Resistenze
Riflessioni di Salvatore Palidda sulla nave Mediterranea, le Ong, le guerre e il neocolonialismo
Come ha osservato qualcuno, l’esperienza della nave Mediterranea è emblematica delle aporie dell’umanitario praticato anche da sinistra, in particolare dopo l’intervista di Casarini con L. Annunziata.
A parte l’evidente personalismo di Casarini che nell’intervista parla soprattutto della SUA storia … quella stessa intervista è rilevatrice del carattere di operazione super mediatica che ha assunto Mediterranea. Come osserva una attenta commentatrice, questa esperienza appare «un tentativo di ricomposizione identitaria intorno a un progetto (“giusto”) che in qualche modo dà respiro a chi – variamente di sinistra, variamente impegnata nel sociale, variamente cattolica – di fronte alla morsa della deriva autoritaria sceglie di fare resistenza contribuendo economicamente e culturalmente al progetto di Mediterranea».
Nell’intervista Casarini – capo missione di Mediterranea – afferma innanzitutto: «C’è chi fa politica facendo morire le persone, e chi salva una vita e magari la politica la fa con questo gesto. Io preferisco questa seconda opzione», quindi una scelta assolutamente condivisibile.
Secondo Annunziata «le Ong hanno perso la loro natura umanitaria e … hanno assunto un ruolo politico. Di fatto, un ruolo di opposizione». Casarini ricorda che «Mediterranea è fatta da gente che va dalle parrocchie fino ai centri sociali». E Annunziata aggiunge: «la sua biografia incrocia tutti i passaggi più rilevanti della storia recente della rivolta antagonista … e approda oggi alle Ong, cioè alla quintessenza del pacifismo».
Da quanto si vede sul sito www.mediterranearescue.org a oggi – 25 luglio – con il crowdfunding il progetto ha raccolta 926.527 euro, un successo straordinario (oltre alle donazioni iniziali di generosi compagni).
Casarini osserva giustamente: «Il governo gialloverde porta alle estreme conseguenze la strada aperta da Minniti … e dice ‘Devono annegare tutti’, e prende consenso su questo… Salvini propaganda la difesa di un confine nazionale, ma non è vero. Loro in realtà stanno difendendo il confine europeo, alle dipendenze di altri. Altro che sovranità. È solo il lavoro sporco, allo stesso livello di quello che noi facciamo fare ai galoppini libici».
E qui Casarini propone una sorta di via democratica-umanitaria alquanto illusoria e da sinistra di governo: «siamo un Paese del Mediterraneo. Dovremmo avere un ruolo non da poliziotti, ma politico, sociale, culturale. A me interessano le dinamiche con cui si costruisce l’autorevolezza, non l’autorità. Ad esempio gestire noi una grande operazione umanitaria in Libia, ci farebbe contare in Europa. Noi invece facciamo carne da massacro. Facciamo carta straccia dei diritti umani. I diritti umani mica sono un orpello, sono il pilastro della differenza europea nella storia. Tutte queste cose qua non le facciamo e giochiamo a fare i soldatini scemi degli speculatori finanziari, delle multinazionali che hanno tutto l’interesse che l’Europa sia più tecnocratica possibile». E aggiunge: «rispetto al classico meccanismo antagonisti e potere … stiamo sfidando il potere attraverso un meccanismo positivo: questo tipo di reazioni di Salvini, di grande casino, su cosa lo otteniamo? Sul fatto che salviamo delle persone (…) Io credo sia diventato politico il campo umanitario. Le Ong erano abituate a collaborare, ad avere medaglie, ad avere un ruolo definito e riconosciuto… Poi si sono trovate di colpo su un terreno in cui gli facevano la guerra. Il tema umanitario è diventato tema di conflitto. Perché interviene sui diritti umani, le Costituzioni. … Sull’immigrazione, uno che ha a cuore la politica, gli statisti veri, vedrebbero che il processo è una roba che coinvolge tutto il pianeta. O lo gestisci e affronti come nuova risorsa o hai poco da fare, puoi solo fare danni, perdere occasioni. Ricordo che questo Paese è a demografia negativa. Boeri ricordava, chi paga le pensioni? …. Noi rispettiamo le leggi, non abbiamo paura dei processi …Vogliamo vedere chi rispetta le leggi e chi no».
Come osserva una commentatrice critica:
«Nel giro di poco tempo, prima della guerra alle Ong, si è accettato che ad occuparsene fossero dei privati (le ONG), cioè si è accettata un’esternalizzazione completa delle operazioni SAR. … ma non possono garantire la salvaguardia di tutt* le/i naufragh* del Mediterraneo e anche la loro operazione di monitoraggio non può che essere parziale … vedo pericolosamente all’orizzonte gli Usa della solidarietà come beneficenza privata detassata. L’intervista a Casarini ci mette davanti al fatto che uno dei leader dell’operazione Mediterranea ha introiettato la stessa retorica neocolonialista dei migranti come risorse che già avevamo sentito dalle bocche di larga parte del centrosinistra e della cosiddetta sinistra parlamentare. La questione non è se quello che dice Boeri è vero o meno: la questione è che sia il discorso di Boeri e che quello di Casarini sono discorsi dal punto di vista del capitale. Altra logica pienamente neocolonialista si è vista all’opera nel discorso costruito intorno alla capitana Carola – alla quale va evidentemente tutta la nostra solidarietà e complicità soprattutto per le minacce di stupro subite. Tuttavia, la rappresentazione che è stata fatta di Carola da molte compagne e compagni è stata quella della “white savior”: girava un disegno orrendo di Carola al timone di un’imbarcazione, di dimensioni doppie rispetto ai piccoli omini neri che salvava, proprio come le Madonne medievali erano rappresentate grandi il doppio dei loro fedeli. Questo è razzismo in pieno. Casarini in un’intera intervista sulle migrazioni non riesce a dire mezza parola sullo sfruttamento neocoloniale, sull’industria della guerra, sugli interessi del capitale nelle migrazioni … fa pensare che c’è un problema molto grosso, in Italia, che si è costruito su decenni di antirazzismo dei bianchi e su un rimosso coloniale gigantesco. Casarini identifica un punto importante quando dice: «Io credo sia diventato politico il campo umanitario».
Se il campo umanitario è davvero diventato politico non è per opera della sinistra: sono gli altri che l’hanno reso politico sputando merda sull’umanitarismo come non era stato fatto mai. C’è poco da rivendicare la politicizzazione (la politicità) dell’umanitarismo. E se al contrario il campo politico fosse diventato umanitario? Se in questo ampio spettro di umanitari (“i buoni” avrebbe detto Luca Rastello) che tutto tiene (Arci, Anpi, Libera, sx italiana gli ex-qualcosa) ci fossimo persi la politica? L’umanitarismo non è forse stato non solo inutile, ma a tratti dannoso? Che non ci siano fraintendimenti. In piazza stiamo dalla parte di Mediterranea e di Carola, senza se e senza ma. L’obiettivo qui non è criticare nel senso di brontolare, ma è criticare nel senso di ragionare criticamente. Quale tipo di antirazzismo stiamo praticando mentre la gente ci muore attorno».
A queste sagge riflessioni aggiungo: la questione di fondo che salta fuori è proprio che la cosiddetta accoglienza, l’umanitario, le ONG ecc., cattoliche, laiche e di sinistra anche apparentemente decenti, lavorano a cosa? A salvare una faccia – minoritaria – dei Paesi dominanti lasciando ancora sperare che possa esistere uno Stato di diritto democratico? Ma così non si nasconde forse la nuda e cruda realtà che oggi ancor meno che in passato non esiste e non potrà mai esistere vera democrazia, ma solo pseudo-democrazia che coesiste con le pratiche del lasciar morire (la tanatopolitica liberista) sempre meno bilanciata dal lasciar vivere (biopolitica) che serve a riprodurre neo-schiavizzabili o anche neo-cittadini che pagano le tasse e sono pronti da mandare a fare le guerre. Le migrazioni di oggi sussumono tutti i disastri provocati dalle multinazionali in territori dai quali si scappa perché è impossibile sopravvivere. Allora l’unica prospettiva è quella di sostenere le resistenze a tali disastri e al quasi genocidio in corso (non solo dei migranti ma dal 99% dei morti per contaminazioni tossiche). Una resistenza che possa favorire l’emancipazione dei migranti.
Da oltre vent’anni le ONG sono diventate sempre più importanti perché ausiliarie o parallele per tamponare gli effetti delle guerre militari e delle guerre di devastazione e rapina e della guerra alle migrazioni. Nulla contro l’umanitario ma meglio le resistenze al dominio liberista e alla sua tanatopolitica.
LE VIGNETTE – scelte dalla “bottega” – sono di Mauro Biani.
Definitivamente archiviata l’inchiesta contro il Capitano Marrone e Capomissione Casarini
MEDITERRANEA SAVING HUMANS: “CHI SALVA UNA VITA NON È UN CRIMINALE. QUANDO FINIRANNO SOTTO ACCUSA I GOVERNI?”
Da: Mediterranea Saving Humans – Mediterraneasrescue.org https://mediterranearescue.org/news/
3 dicembre 2020
Il nostro Legal Team ci ha comunicato l’avvenuta definitiva archiviazione, per decisione della Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Agrigento dott.ssa Vella, del procedimento a carico del nostro comandante Pietro Marrone e del capomissione Luca Casarini. È lo stesso Tribunale ora a confermare la richiesta avanzata dalla Procura di Agrigento che, in seguito a lunghe e approfondite indagini, aveva concluso che nulla delle ipotesi di reato ascritte a Marrone e Casarini – dopo un’operazione di soccorso in mare e l’entrata nelle acque territoriali con 50 persone messe in salvo nel porto di Lampedusa il 19 marzo 2019 – poteva essere riscontrato. Anzi, la condotta degli stessi era da encomiare, in quanto non solo avevano provveduto a soccorrere persone in mare salvando le loro vite, ma avevano anche agito correttamente mettendo in sicurezza i naufraghi e l’equipaggio stesso della Mare Jonio, nonostante il tentativo, illegittimo e pericoloso, da parte del Ministero degli Interni diretto allora da Salvini di impedire che questo avvenisse.
Quel “non spengo nessun motore” pronunciato dal ponte di comando della nave Mare Jonio disobbedendo all’intimazione di una nave da guerra, impropriamente utilizzata dal ministro per affermare la dottrina dei “porti chiusi”, fu il primo atto di rifiuto verso un’inaccettabile politica fondata sulla violazione sistematica delle Convenzioni internazionali sul soccorso in mare e i diritti umani. Nella Storia a volte sono stati dei NO a difendere l’umanità e la democrazia. Questo è uno di quei casi.
Anche la scelta compiuta allora di non consegnare alla cosiddetta Guardia costiera libica le persone soccorse in mare è definita giusta e legittima nelle motivazioni dell’archiviazione, in quanto “la Libia non è un porto sicuro”. Mentre accogliamo con soddisfazione questa decisione dei giudici di Agrigento, non possiamo non sottolineare come la pratica dei respingimenti di donne, uomini e bambini che scappano dall’inferno libico da parte di Autorità europee continui.
Ad oggi è uno degli aspetti più inquietanti dell’attività di Frontex, l’Agenzia Europea di protezione dei confini, che non solo non denuncia le criminali violazioni dei diritti umani che si compiono proprio sulle frontiere d’Europa, ma in molti casi collabora all’attività di cattura e deportazione, coordinando queste terribili azioni con i suoi assetti aerei. Dobbiamo anche ricordare che l’attività criminale dei respingimenti viene effettuata da miliziani libici travestiti da “Guardia costiera”, attraverso l’utilizzo di motovedette fornite dall’Italia e grazie al supporto e ai finanziamenti che continuano ad arrivare dal nostro Paese.
Allora chiediamo: quando dei giudici metteranno sotto inchiesta il Governo italiano e le Autorità europee per questa complicità?
Intanto rimangono ancora sotto inchiesta per aver effettuato altri soccorsi in mare e salvato centinaia di vite, altri tre nostri comandanti e due capimissione. Attendiamo con fiducia che anche in questi casi prevalga la verità e il coraggio dei magistrati nell’affermare che chi salva una vita non è un criminale. Chi la obbliga alla morte, alla tortura, alla schiavitù invece sì.
A Pietro, Massimiliano, Tommaso, Giovanni, Beppe, Erasmo e Luca e a tutti quegli straordinari equipaggi, va il nostro abbraccio e la promessa che non smetteremo di opporci alle ingiustizie e all’orrore, e obbedire all’umanità e alla fraternità.