Appello amianto Enichem Ravenna: battuta d’arresto
di Vito Totire (*)
Battuta di arresto molto negativa a Bologna nel processo di appello Enichem. Dopo vari rimpalli fra la corte d’appello e la Cassazione sulla nomina di un ctu (consulente tecnico d’ufficio), il nuovo collegio – presidente Pescatore – ha comunicato che non è assolutamente necessario avviare una consulenza.
Il rinvio è al 18 maggio 2020.
Per noi la (quasi) assoluzione in primo grado è stata un rigetto delle conoscenze scientifiche e degli orientamenti condivisi unanimemente dalla comunità scientifica internazionale. A queste evidenze la sentenza ha contrapposto le “argomentazioni “ della difesa giungendo alla paradossale conclusione dell’esistenza di divergenze di vedute.
Questo significherebbe che, per giungere a una condanna per omicidio colposo plurimo, occorre siano d’accordo anche gli avvocati e i consulenti della difesa.
L’avversione ad personam nei confronti di un ctu incaricato dalla corte d’appello prelude anch’esso a una ipotesi paradossale: che i consulenti siano graditi o addirittura scelti dagli imputati.
Il rimpallo fra Cassazione e Corte d’appello ci avrebbe lasciati esterefatti se avessimo avuto fiducia a priori nella “giustizia”. Noi però abbiamo rispetto non fiducia cieca o acritica.
Ci stiamo avvicinando sempre più al processo kafkiano. In qualche modo il nuovo collegio avalla le mosse della difesa sostenute da “motivazioni” assurde e pare voler saltare la ctu.
Come abbiamo detto: nelle carte del processo di primo grado ci sono tutti gli elementi per giungere a una condanna per omicidio colposo plurimo e strage. Non ci eravamo certo opposti alla ctu d’appello anche per contrastare la prassi secondo cui in Italia basta portare consulenti da Scozia, Galles, Usa e università italiane (da Bologna , Milano, Insubria ecc.) per essere assolti. Non eravamo e non siamo contrari a una ctu super partes.
Ora il nuovo collegio decide di farne a meno: vedremo come va avanti. A questo punto dobbiamo auspicare che resista la riforma della prescrizione e che la verità non venga definitivamente occultata dal decesso degli imputati.T uttavia non sarà la tortuosità dell’iter giudiziario a occultare le verità scientifica e storica dell’amianto e della nocività subita dagli operai e dai loro familiari.
Un messaggio alla Regione Emilia-Romagna che decise di non costituirsi parte civile: è facile dire “stiamo dalla parte dei lavoratori”… Noi andremo avanti senza la vostra compagnia.
Un doveroso ringraziamento invece al nostro legale Guglielmo Giuliano che segue la causa pro bono come a tutti i cittadini e lavoratori che ci hanno affiancato e sostenuto.
Appuntamento il 18 maggio 2020 (ore 9) alla Corte d’appello di Bologna.
(*) Vito Totire, medico del lavoro, è presidente nazionale AEA, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute
QUI ALTRI POST SULLA VICENDA: Enichem Ravenna: da oggi l’appello a Bologna (ottobre 2018) e Ravenna Enichem: l’appello di Aea contro… (luglio 2017) e Amianto/Enichem: incomprensibile sentenza a Ravenna (novembre 2016)
L’IMMAGINE – scelta dalla “bottega” – è una vecchia vignetta di Vauro: non si riferisce a questo processo ma purtroppo la tragica contraddizione fra salute e difesa dei posti di lavoro resta una costante finchè comanderà la logica del profitto a ogni costo.
Il Dott Vito Totire ci mostra sempre gli spaccati della vita reale ove per ottenere applicati i diritti sanciti dalla Costituzione, nel caso di specie il DIRITTO ALLA SALUTE DEI LAVORATORI ESPOSTI, occorre armarsi di pazienza e resistere confidando nella GIUSTIZIA.
GIUSTIZIA tanto attesa, quanto spesso vituperata; per la quale i nostri nonni e i nostri padri “resistenti” si sono prodigati!
Corrado Seletti
Ass. Perilfuturodellenostrevalli