Appello: Sinistra Lavoro

tratto da http://www.sinistralavoro.it/

L’Italia attraversa una crisi democratica e sociale grave e tra le più preoccupanti nel quadro della crisi europea. La tendenza alla trasformazione autoritaria del sistema politico-istituzionale appare inoltrata più che altrove. Al tempo stesso aumentano disoccupazione e povertà, non si intravede alcun segnale di ripresa economica, le politiche di austerità non vengono messe in discussione. La sedicente iniziativa riformatrice del governo non mette in discussione i privilegi delle oligarchie dominanti (dall’evasione fiscale alla corruzione) e colpisce invece i diritti del lavoro, le condizioni di vita di giovani e anziani, il mondo dei migranti, lo stato sociale, l’assetto democratico parlamentare della Repubblica, il ruolo dei corpi intermedi, dalle assemblee rappresentative alle organizzazioni sindacali. Particolarmente grave è l’assenza di ogni strategia per il Mezzogiorno, che si traduce nell’acquiescenza all’intreccio tra politica, affari e criminalità.

L’attacco all’articolo 18 e ad altri diritti garantiti dallo Statuto dei lavoratori è l’emblema della volontà di affrontare la crisi comprimendo la dignità, i diritti e i redditi delle lavoratrici e dei lavoratori.

Questa deriva costituisce una vera e propria involuzione, coerente con le controriforme susseguitesi sin dai primi anni Novanta. Essa è resa più preoccupante dalla crisi gravissima e dalla frammentazione della sinistra politica e sindacale italiana.

Nel frattempo, la situazione internazionale è sempre più grave, e il governo italiano si adegua alle scelte di guerra della Nato. Il ripudio della guerra scolpito nella nostra Costituzione deve essere impegno politico e di mobilitazione della sinistra italiana.

Vi sono certamente processi positivi: la costruzione e il buon risultato della lista “L’Altra Europa con Tsipras”, le iniziative di intellettuali democratici in difesa della democrazia e della Costituzione antifascista, la resistenza della FIOM contro le pretese padronali di smantellare il contratto collettivo nazionale, la presenza in CGIL di una sinistra plurale, le auto-convocazioni di RSU per la democrazia nelle relazioni industriali e l’abolizione della legge Fornero sulle pensioni, le vertenze nelle fabbriche e nel pubblico impiego contro l’attacco alle condizioni salariali e di lavoro, la reattività dell’universo giovanile che chiede lavoro sicuro, nuovi diritti e nuove forme di reddito, la strategia di resistenza delle donne costrette a sopportare il peso della precarietà e del lavoro gratuito di riproduzione sociale, la vitalità dei movimenti ambientalisti, il crescente consenso al referendum contro le politiche di austerità.

Da questi processi positivi occorre cominciare, sapendo che una loro ricomposizione efficace è possibile solo partendo dalla centralità del lavoro e dal bisogno di una sua rappresentanza politica unitaria, prendendo atto della sproporzione tra la gravità dell’attacco ai diritti e alle condizioni di vita del mondo del lavoro e la capacità di resistenza di questo e delle sue organizzazioni.

Per avviare un’inversione di tendenza, è quindi indispensabile che la sinistra italiana trovi la capacità di un processo di ricomposizione e insieme di innovazione, per organizzare e rappresentare il mondo del lavoro.

Il risultato della lista “L’Altra Europa con Tsipras” è stato un fatto positivo, anche se alcune scelte attuate dopo le elezioni non hanno favorito la prosecuzione del processo unitario e oggi la lista stessa si trova in una situazione di stallo.

Tuttavia l’unità della sinistra è necessaria e urgente, perché senza una forte soggettività politica e sociale, che restituisca voce ed efficacia alle lotte del lavoro e al conflitto sociale, risulterà vano ogni sforzo di rovesciare l’impianto delle politiche liberiste e populiste.

Ma è anche concretamente possibile, perché a tutte le soggettività della sinistra italiana sono comuni princìpi, valori, obiettivi ben più significativi delle differenze che le separano, spesso alimentate da tendenze settarie e astrattamente ideologiche e non da divergenze programmatiche.

Tutte le organizzazioni della sinistra costituiscono infatti un patrimonio da salvaguardare ma nessuna di esse, separata dalle altre, è in grado di superare i propri limiti e dare un contributo significativo alla lotta per il lavoro e la democrazia.

SINISTRA LAVORO nasce con questo essenziale obiettivo unitario. Si richiama alla storia del movimento operaio e alle grandi tradizioni politiche della sinistra italiana, comunista e socialista, e intende contribuire a porre in connessione le realtà della sinistra politica, sindacale, intellettuale e dei movimenti che sono attive su tutto il territorio nazionale.

Per questo non si pone come partito o embrione di partito, ma come aggregazione politica, aperta anche a iscritti ad altre organizzazioni.

SINISTRA LAVORO nasce con l’obiettivo di contribuire a dare all’Italia una formazione politica della sinistra analoga a quelle che nei principali paesi dell’eurozona hanno mostrato, anche nelle ultime elezioni europee, radicamento e consenso.

Chiediamo a tutti coloro che si riconoscono nelle nostre motivazioni di concorrere alla realizzazione degli obiettivi di unità della sinistra e di salvaguardia e attuazione dei princìpi democratici e sociali della Costituzione.

 

Redazione
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