Pabuda: Ascolta!

ma… ma… ma…

…ma… la senti questa musica?

o resisti alla cascata

di neri e bianchi tasti

che rotolano dal pianoforte?

sei pazzo o sordo?

allora ti racconto:

ora io sento spazzole

che giocano a sparger sale

sul rullante e sulle tempie

del pianista che non piano ma forte

si agita sullo sgabello

ondulando da sinistra a destra

ricomponendosi un attimo da destra a sinistra

tra le feritoie nere e bianche

e bianche e nere

d’un fortilizio ben accordato.

l’unico che se la ride è l’unico in piedi del trio.

lo credo bene: è pure l’unico che balla…

abbracciato a un donnone contrabbasso.

li senti i loro suoni?

son come tonfi al cuore

o come filastrocche

o dense bolle di sapone

che deflagrano

in brevi raffiche morbide.

a volte s’arrotolano,

a volte collidono

con la salve di proiettili

neri e bianchi (e bianchi e neri!)

che somministra il tizio dimenantesi

sullo sgabello del go-kart pianistico.

questa musica dice:

ce n’è dell’altra

pronta a esplodere in cielo

o a far marameo

da un momento all’altro

 

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Pabuda
Pabuda è Paolo Buffoni Damiani quando scrive versi compulsivi o storie brevi, quando ritaglia colori e compone collage o quando legge le sue cose accompagnato dalla musica de Les Enfants du Voudou. Si è solo inventato un acronimo tanto per distinguersi dal suo sosia. Quello che “fa cose turpi”… per campare. Tutta la roba scritta o disegnata dal Pabuda tramite collage è, ovviamente, nel magazzino www.pabuda.net

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