Assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il rilancio della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS)

di Francesco Masala,

Sabato 30 agosto si è tenuta a Cagliari un’assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il rilancio della campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).

L’assemblea è stata promossa dalla Associazione Amicizia Sardegna Palestina, dalla rete BDS Sardegna e dalla Unione Democratica Arabo Palestinese.

 

Documento di convocazione dell’assemblea

Un granello di sabbia nella macchina del massacro.

Per una assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il sostegno alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni.

Per settimane lo stato di Israele ha seminato morte e distruzione nella striscia di Gaza, bombardando deliberatamente ospedali, scuole, strutture civili, abitazioni, persino cimiteri.

Oltre 2000 vittime, in larghissima parte civili, donne e bambini sono stati assassinati scientemente

dall’esercito, dall’aviazione e dalla marina israeliana che hanno trasformato l’enorme prigione a cielo aperto di Gaza in un mattatoio, dove si vive e si muore “per un sì o per un no”, perché si è andati a fare la spesa nel momento sbagliato, perché ci si è rifugiati in una scuola dell’ONU, perché si lavora o ci si cura in unospedale, perché, semplicemente, si vive nella Striscia di Gaza.

Lo stato di Israele e il suo governo sono i soli responsabili della situazione in cui versa Gaza e tutta la Palestina: non solo perché in maniera tronfia cercano di ammazzarne o espellerne gli abitanti oggi, ma perché perseguono la politica di occupazione e de-arabizzazione della regione da oltre sessant’anni.

In tutto il mondo è montata la rabbia e la protesta per porre fine al massacro e perché i governi non si rendano ancora complici, con trattati commerciali, militari e di cooperazione con uno stato che opprime, soggioga, uccide e nega il diritto di esistenza ai palestinesi.

L’Italia è oggi il principale partner europeo in materia di armamenti dello stato di Israele. In Sardegna le forze armate israeliane svolgono, ormai da anni, parti rilevanti delle loro esercitazioni e delle loro sperimentazioni, cosa che ha portato uno stato europeo evidentemente più sensibile dell’Italia, la Svezia, a rifiutare le esercitazioni congiunte con Israele. Le stesse armi che vengono sperimentate nei poligoni dell’Isola, causando danni all’economia, alla salute e alla libertà dei sardi, portano distruzione e morte in Palestina. Già nel 2006 alle esercitazioni congiunte effettuate dalle forze armate israeliane in Sardegna seguì, di poco, l’aggressione al Libano.

Non possiamo rimanere silenti di fronte a questi fatti; non possiamo né vogliamo essere complici del massacro di Gaza, dell’occupazione e dell’apartheid in Palestina; non possiamo continuare a sopportare l’occupazione militare della Sardegna.

Da settembre riprenderanno le esercitazioni militari israeliane nella nostra isola. Deve essere chiaro a tutti che quelle armi, testate qui in Sardegna, sono congegni di morte che uccidono i civili palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

L’addestramento e l’esercitazione fanno pienamente parte del dispositivo militare di offesa che lo stato di Israele utilizza nei teatri di guerra. La collaborazione approntata dallo Stato italiano è dunque collaborazione con uno stato in guerra. Fermare questa collaborazione è un aiuto concreto alla popolazione martoriata.

 

 

Documento finale 30 agosto2014 dell’Assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il sostegno alla campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni

L’assemblea internazionale contro le esercitazioni israeliane in Sardegna e per il sostegno alla campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS), riunita a Cagliari il 30 agosto presso il teatro Adriano, a seguito delle varie sessioni e gruppi di lavoro (BDS economico, BDS culturale ed esercitazioni) che si sono svolti nel corso della giornata ha prodotto il seguente documento. L’assemblea ritiene illegittime le esercitazioni che si svolgeranno in Sardegna a partire dal mese di settembre, in particolare quelle israeliane in quanto portate avanti da un governo che occupa la Palestina tutta illegalmente e fa della pratica di guerra d’aggressione uno dei capisaldi della sua politica estera. Per questi motivi, nel quadro della più ampia lotta contro l’occupazione militare della Sardegna, l’assemblea si impegna in una attività di contrasto delle esercitazioni perché queste vengano bloccate. Individua a tal fine, come primi momenti di mobilitazione la manifestazione del 13 settembre prevista a Capo Frasca, il sit-in previsto il 23 settembre a Lanusei in occasione dell’inizio del “processo Quirra” e la manifestazione prevista a Roma per il 27 settembre e si impegna a promuovere, attraverso una maggiore strutturazione delle relazioni tra i soggetti che hanno partecipato all’assemblea, una manifestazione da convocarsi a Decimomannu (CA) in occasione delle esercitazioni israeliane. Chiede che i parlamentari che hanno partecipato all’assemblea si rendano portatori di una istanza di trasparenza presso la Regione Autonoma della Sardegna affinché vengano resi pubblici sul portale dell’amministrazione i verbali del COMIPA e affinché il Ministero della difesa renda pubblico, nel dettaglio, il calendario delle esercitazioni previste. Nell’ottica di una maggiore territorializzazione della vertenza contro le esercitazioni si impegna alla redazione di un documento da inviare a tutte le amministrazioni locali della Sardegna perché esprimano la loro contrarietà alle esercitazioni. L’assemblea fa proprio l’appello della società civile palestinese per una campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni e individua nel BDS uno strumento di lotta utile ed efficace, da portare avanti tramite campagne di sensibilizzazione popolare e di pressione sul mondo politico e sulle rappresentanze istituzionali. In particolare, sulla scorta di quanto è emerso nell’intervento di Omar Barghouti (Palestinian Boycott, Divestment and Sanctions National Committee – BNC), si propone di focalizzare le campagne su obiettivi specifici e individua nell’ambito farmaceutico e alimentare (tra gli altri Teva e Sodastream), il terreno sul quale portare avanti una campagna di sensibilizzazione degli operatori del settore, delle associazioni dei consumatori e degli enti locali. Per quanto riguarda il boicottaggio accademico e culturale propone inoltre un rafforzamento delle network esistente tra docenti e discenti, la promozione di momenti di riflessione comune sugli obiettivi istituzionali di tale strumento, sulla sua legittimità e sui suoi confini. Si impegna ad un monitoraggio territoriale degli accordi in essere tra realtà accademiche e di ricerca locali e istituzioni israeliani e sulla denuncia delle politiche di apartheid che, anche in campo accademico e culturale, vengono praticate. L’assemblea fa propria la campagna contro la partecipazione israeliana all’Expo di Milano del 2015 e aderisce all’assemblea pubblica sul tema che si svolgerà il 19 ottobre a Milano.

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redaz
una teoria che mi pare interessante, quella della confederazione delle anime. Mi racconti questa teoria, disse Pereira. Ebbene, disse il dottor Cardoso, credere di essere 'uno' che fa parte a sé, staccato dalla incommensurabile pluralità dei propri io, rappresenta un'illusione, peraltro ingenua, di un'unica anima di tradizione cristiana, il dottor Ribot e il dottor Janet vedono la personalità come una confederazione di varie anime, perché noi abbiamo varie anime dentro di noi, nevvero, una confederazione che si pone sotto il controllo di un io egemone.

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