Auguri per chi crede e per chi non crede – 2
Natale, solstizio e dintorni: la mini-serie (*) continua con GIORGIO
http://www.jessicarulestheuniverse.com/wp-content/uploads/2012/07/nabtaPlaya.jpg
(il cerchio megalitico egiziano di Nabta Playa,
eretto con funzioni di osservazione astronomiche stagionali nel V millennio a. C. )
Il 21 dicembre 2016 è arrivato il solstizio d’inverno, il giorno con meno minuti di luce dell’anno
Il solstizio d’inverno 2016 si verifica alle 10:44 UTC (le 11:44 in Italia) e segna l’inizio della stagione fredda nell’emisfero boreale. Arriva nello stesso momento in tutto l’emisfero, non importa dove viviate, ma in orari diversi che rispecchiano i 24 fusi orari o time zone in cui è divisa la Terra. Il 21 dicembre ci saranno appena 9 ore e 5 minuti di sole, mentre la notte sarà di ben 14 ore e 55 minuti. (LINK 1)
«Il solstizio d’inverno in realtà non è proprio un giorno ma il momento nel quale il Sole, nel suo moto apparente lungo le costellazioni dello Zodiaco, raggiunge la posizione più a Sud dall’equatore celeste, che è la proiezione nel cielo dell’equatore terrestre» spiega l’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope (LINK 2) evidenziando che da oggi «il Sole tornerà a “risalire” verso l’equatore celeste e le ore di luce aumenteranno gradualmente fino a raggiungere il culmine fra sei mesi, nel prossimo solstizio d’estate».
Dunque il solstizio d’inverno è il giorno/luce più corto dell’anno, ma anche scandisce l’inizio della risalita delle ore di luminosità diurna. Per questo, almeno da 7.000 anni circa, come testimonia il cerchio megalitico egiziano di Nabta Playa (LINK 3) sono stati attribuiti al solstizio d’inverno significato simbolici legati al prevalere della luce sulle tenebre.
Ma le sistemazioni calendariali susseguitesi negli ultimi 2 millenni erano, fino alla riforma del 1582, imprecise. Da questo fenomeno storico sono nati proverbi, spesso resistenti al tempo e ai suoi mutamenti antropici, come ad esempio quelli legati alla ricorrenza del 13 dicembre, cioè a Santa Lucia: se la versione più diffusa («Santa Lucia è il giorno più corto che ci sia») si faceva forza della rima, quella veronese registrava un “avanzamento” di un giorno, recitando che «A Santa Lùssia una pònta de ùcia», come se le ore di luce si stessero già un po’ allungando.
Questa sfasatura fra la tradizione calendariale veneta e quella astronomica ci suggerisce di far risalire questo proverbio almeno ad età medievale. Sarebbe bello poterne rintracciare l’originaria versione nella lingua parlata a Verona, magari quella del XIII secolo quando frate Giacomino (detto “da Verona”) scrisse il suo «De Babilonia civitate infernali» (LINK 4), un testo rimato a tema pre-dantesco in cui, a dispetto del titolo in latino, possiamo leggere un significativo campione di come si parlava allora nella nostra città. Trovo interessante e piacevole ritrovarvi un fraseggiare molto simile a quello del dialetto che ho ascoltato dal mio nonno materno, ad esempio: «E no ghe darìa, so diso, un fìgo sèco ke la carno é crùa e ‘l sàngo è bel fresco».
LINKS
- http://www.nationalgeographic.it/scienza/2016/12/20/news/e_in_arrivo_il_solstizio_d_inverno-3355244/?refresh_ce
- http://www.virtualtelescope.eu/news/
- https://it.wikipedia.org/wiki/Nabta_Playa
- http://www.classicitaliani.it/duecento/giacom_babil.pdf
Testo di Giorgio Chelidonio, in parte rielaborato dalle News di «National Geographic», qui citate.
Per approfondimenti si suggerisce la lettura di:
http://www.nationalgeographic.it/scienza/2015/12/22/news/solstizio_invernale_misteri_e_antichi_riti-2903573/
(*) Sapete com’è, a volte, il giorno di Natale o il 1 gennaio (il Solstizio da noi si festeggia poco ed è un peccato) bussano alla porta – o sulle versioni moderne: telefono, cellulare… – per farti gli auguri. Magari accade che siano tante persone nel giro di pochi minuti: abbiamo immaginato che questi msg (veri ovviamente) arrivassero in “bottega” uno dopo l’altro. (db)