Bando delle armi nucleari: Italia ripensaci!
Un appello.
E il 21 settembre (giornata internazionale per la pace dell’ONU) conferenza-stampa più presidio davanti al ministero degli Esteri
Al presidente della Repubblica, ai presidenti di Camera e Senato, al capo del governo
All’ONU il 7 luglio scorso è stato adottato uno storico Trattato che proibisce gli ordigni “atomici” promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare, assenti le 9 nazioni che possiedono la bomba “atomica” e tutti i Paesi NATO (eccetto l’Olanda).
Un movimento mondiale disarmista, che ha sospinto il voto coraggioso di 122 stati “battistrada” – per lo più del “movimento dei non allineati”-, ha reso concreta la speranza che l’Umanità riesca finalmente a liberarsi dalla più terribile minaccia per la sua sopravvivenza, tenendo conto che una guerra nucleare può essere scatenata addirittura per caso, per incidente o per errore di calcolo.
Anche il Parlamento Europeo ha approvato, il 27 ottobre 2016, una risoluzione su questi temi (415 voti a favore, 124 contro, 74 astenuti), invitando tutti gli Stati membri dell’Unione Europea a “partecipare in modo costruttivo” ai negoziati ONU, quelli che successivamente hanno varato il Trattato del 7 luglio.
Ci ha sorpreso e indignato l’assenza del governo italiano alle sedute dei negoziati in sede ONU.
Siamo coscienti, con tutte le alte autorità scientifiche, civili, morali e religiose, che in tal senso si sono espresse, che la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca sono contrarie al bene dell’umanità e all’etica di ogni civile convivenza.
Lo abbiamo già ricordato ma non lo si ripeterà mai abbastanza: indipendentemente dallo Stato di appartenenza, l’esistenza stessa delle armi nucleari è universalmente riconosciuta come una terribile minaccia per la vita dei popoli e dell’ecosistema terrestre.
Una minaccia oltretutto assurda perché una guerra nucleare, persino con limitato scambio di missili, risulterebbe comunque catastrofica. In ragione di ciò, CHIEDIAMO al nostro governo di lavorare perché questi ordigni siano ripudiati e di attivarsi perché vengano ovunque aboliti. Per questo CHIEDIAMO che l’Italia ratifichi al più presto il Trattato di Interdizione delle Armi Nucleari del 7 luglio 2017, in coerenza con l’art. 11 della nostra Costituzione, anche per dare impulso all’alternativa di una economia di pace.
L’Italia, per essere coerente e credibile con quanto sopra richiesto, deve liberarsi con decisione autonoma delle bombe nucleari USA ospitate a Ghedi ed Aviano, anche perché, nell’interpretazione che dobbiamo far valere, violano il Trattato di Non Proliferazione Nucleare. Si tratta delle bombe B61 indicate dalla Federation of American Scientists (ma ufficialmente è “riservato” quante e dove siano), che ora verranno rimpiazzate dalle più micidiali B61-12. E dovremmo mettere in conto anche la possibilità, segnalata sempre dalla FAS, di Cruise con testata atomica a bordo della VI Flotta USA con comando a Napoli. La VI Flotta attracca nei numerosi porti italiani ufficialmente a rischio nucleare.
Ascoltiamo il monito ancora attuale dell’appello Russell-Einstein, che invitava ad eliminare le armi nucleari prima che eliminassero loro l’intero genere umano: “ricordiamo la comune umanità e mettiamo in secondo piano il resto “.
Per contatti:
– organizzativa c/o WILPF ITALIA Giovanna Pagani (320-1883333) e Antonia Baraldi Sani (349-7865685): gioxblu24@alice.it – antonia.sani.baraldi@gmail.com
– Alfonso Navarra DISARMISTI ESIGENTI: www.disarmistiesigenti.org
(340-0736871): alfiononuke@gmail.com
– Giuseppe Padovano NO GUERRA NO NATO
https://www.change.org/p/la-pace-ha-bisogno-di-te-sostieni-la-campagna-per-l-uscita-dell-italia-dalla-nato-per-un-italia-neutrale/ (393-9983462): giuseppepadovano@tiscali.it
– Olivier Turquet PRESSENZA: www.pressenza.com/it, 339-5635202 olivier.turquet@gmail.com
PROMOTORI
Disarmisti Esigenti, WILPF Italia, No guerra No Nato, Pax Christi, IPRI-CCP, La Fucina per la Nonviolenza di Firenze, la Chiesa Valdese di Firenze, Comitato per la pace, la convivenza e la solidarietà Danilo Dolci di Trieste, Pressenza, LDU, Accademia Kronos, Energia Felice, Fermiamo chi scherza col Fuoco atomico (Campagna OSM-DPN), PeaceLink, Mondo senza guerre e senza violenza
Proponiamo che questo testo serva come base di una mozione da far approvare al proprio Consiglio Comunale, alla propria associazione, comunità religiosa, comitati, gruppi di base, movimenti politici.
La presente lista di copromotori è in attesa di possibili allargamenti, e in particolare da parte di membri della campagna ICAN (essendo già presenti tra i promotori, Pax Crhisti, Wilpf e Peacelink, facenti parte della Rete ICAN).
La lista degli aderenti a questa campagna è sempre aperta: singoli e gruppi possono sottoscrivere anche on line la presente petizione.
Il 21 settembre. giornata internazionale per la pace dell’ONU, a Roma organizziamo una conferenza-stampa più presidio davanti al ministero degli Esteri, in piazzale della Farnesina. Orario: dalle 10 alle 13. Nel corso della conferenza stampa verranno annunciati i dati dei Paesi che hanno già firmato il trattato, verrà aggiornato lo stato della petizione al Parlamento e al governo e sarà festeggiata la Giornata Internazionale della Pace.
LA VIGNETTA – scelta dalla redazione della “bottega” – è di GIULIANO SPAGNUL.
TRASMISSIONE TELEVISIVA: TeleAmbiente e PeaceLink – ANTIFASCISMO E NONVIOLENZA
19 settembre 2017 – Laura Tussi
TRASMISSIONE TELEVISIVA
TeleAmbiente e PeaceLink – ANTIFASCISMO E NONVIOLENZA
TELEAMBIENTE – Trasmissione Televisiva diretta da LILIA e ORAZIO LA CORTE, Intervista a Fabrizio Cracolici, Alfonso Navarra, Laura Tussi
VIDEOINTERVISTA
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=hQ124et3cnM
in onda su TeleAmbiente da lunedì 18 settembre 2017 a Domenica 24 Settembre 2017
Merc. ore 10:00,
Giov. ore 17:10,
Sab. ore 14:30,
Dom. ore 16:40
Seguiranno altre messe in onda da palinsesto televisivo
Antifascismo e Nonviolenza
Libro di Alfonso Navarra e Laura Tussi
Prefazione di Adelmo Cervi
Contributi di Fabrizio Cracolici e Alessandro Marescotti
MIMESIS Edizioni
RIFLESSIONI DI DISARMISTI ED ANTIFASCISTI SULLA NONVIOLENZA EFFICACE IN UN MONDO IN PERICOLO
Raccogliamo, in questo succinto e rapido pamphlet, augurandoci di aver dato corpo ad una comunicazione sintetica ed efficace, alcuni nostri interventi svolti in comune nel corso degli ultimi mesi, a testimonianza – speriamo – di un fecondo dialogo tra la pratica antimilitarista nonviolenta “storica” e la pratica dell’antifascismo vivente che, secondo l’auspicio di Stéphane Hessel, in “INDIGNATEVI!”, “impara a percorrere il cammino della nonviolenza”.
Abbiamo il dovere di avvertire che vi sono alcune piccole modifiche agli articoli e agli interventi originari, che completano e precisano pensieri ed informazioni.
FOTO TRASMISSIONE TELEVISIVA
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Questo dialogo pacifismo-antifascismo si è svolto in un contesto temporale nel quale, da “nonviolenti alter-globalisti” (ma anche “glocalisti”) in cerca di coerenza, quali siamo, eravamo prioritariamente impegnati nella comune campagna antinucleare di cui ora festeggiamo un sostanzioso e straordinario successo (…)
Il libro di Alfonso Navarra e Laura Tussi intende raccogliere, in Italia, l’incitamento del partigiano francese Stéphane Hessel, rivolto in particolar modo ai giovani: “La nonviolenza è il cammino che dobbiamo imparare a percorrere”.
Il testo è una riflessione e discussione di attivisti sociali impegnati nei movimenti di base contemporanei, che cerca di tradurre in concreto l’istanza dell’attualità della Resistenza storica al nazifascismo, anche con i suoi programmi sociali di economia alternativa, la quale era il cuore del bestseller Indignatevi!.
La nuova Resistenza – è l’ipotesi proposta – si realizza con l’ opposizione, consapevole e organizzata, basata sulla forza dell’unione popolare, contro le minacce che attentano alla vita dell’unica famiglia umana.
Si tratta di sopravvivere a: guerra nucleare, sbocco inevitabile dei conflitti tra Stati nazionali armati; catastrofe ambientale da riscaldamento climatico; disastri sociali provocati dalla disuguaglianza finanzcapitalistica che scava un baratro tra lavoratori e gente comune e l’oligarchia parassitaria dell’1%.
“Prima l’Umanità, prima le persone”: la bussola valoriale rappresentata dal motto opposto agli imperanti: “Prima gli americani, prima i francesi, prima gli italiani, ecc”, dovrebbe sostenere la capacità di tutte le cittadine ed i cittadini del mondo a superare il “crinale apocalittico della Storia” che stiamo attraversando.
L’”indignazione” dei ragionevoli e dei miti, al servizio del rispetto per la vita, potrà garantire un futuro, ed un futuro migliore, basato sui diritti dei popoli alle risorse fondamentali della Terra (beni comuni) e sulla forza del diritto internazionale.
La prefazione è di Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi, uno dei sette fratelli assassinati dal nazifascismo. Il Libro propone contributi molto importanti di Fabrizio Cracolici, Presidente ANPI sezione di Nova Milanese (Monza e Brianza) e di Alessandro Marescotti, Presidente dell’Associazione ecopacifista PeaceLink – Telematica per la pace.
Per una Internazionale non violenta. Dal dialogo all’attivismo per la Pace
FOTO LIBRO “ANTIFASCISMO E NONVIOLENZA” Mimesis Edizioni
Foto Cover ANTIFASCISMO E NONVIOLENZA
Foto Cover ANTIFASCISMO E NONVIOLENZA
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di Alfonso Navarra e Laura Tussi (articolo del 03/03/2016 pubblicato su vari siti e blog pacifisti. Citiamo, tra gli altri: Pressenza, PeaceLink, Il Dialogo, Centro Studi Sereno Regis)
Nel concetto ampio e esteso di trasformazione sociale nonviolenta, i meccanismi sociali e le dinamiche che provocano violenza e conflitto devono essere trascesi (“trascend” è il nome del movimento fondato da Johan Galtung ed “importato” in Italia da Nanni Salio) e cambiati nell’ambito dei contesti di dialogo, di ambiti solidali di accoglienza, dove prevalgano istanze di collaborazione con attività creative, di recupero della memoria, per ricordare e esorcizzare la violenza tramite la proattività nonviolenta, la logica della fantasia e del valore creativo del ricordo e dell’immaginario collettivo.
Secondo le posizioni di alcuni attivisti, che si propongono ancora con schemi desueti e ideologici, come cariatidi del passato, il mondo risulta nettamente diviso in una dicotomia manicheista e ideologica in buoni e cattivi, in bene e male. Esisterebbero gli “imperi del male” e gli “imperi del bene”, i missili nucleari “offensivi” e le armi nucleari “difensive”, i cacciabombardieri “buoni” e i cacciabombardieri “cattivi”! Invece, secondo un’ottica più ampia e una visione globale del concetto planetario e universale di trasformazione nonviolenta, occorre cambiare le dinamiche e le relazioni belligene e le costanti belliche di sfruttamento, oppressione, annientamento, tipiche dell’umanità fin dai primordi, almeno di quella che chiamiamo “storia”. La società patriarcale, totalitaria, gerarchica, dell’accumulazione illimitata di potenza e profitto, purtroppo permane con le sue diverse varianti (ad esempio il capitalismo “reale”, ma anche il socialismo “reale”), ma occorre prevenire al suo interno le dinamiche belligene e i meccanismi di conflitto, annientamento e sopraffazione dell’uomo sull’uomo, a qualsiasi longitudine e latitudine del pianeta.
L’Europa e l’ONU, con tutti i loro limiti e la necessità di profonde riforme, costituiscono comunque delle risorse per la pace. Meglio un ordine imperfetto fondato sul diritto internazionale che la legge westfaliana della giungla basata sugli Stati assolutamente sovrani!
Se il nostro Paese uscirà dall’Europa, diventerà ancor più in balia delle oligarchie finanziarie ed economiche dell’1% e più facilmente succube delle nuove destre e del neofascismo che va montando. Per questi motivi è necessario cambiare l’Unione Europea contro l'”austerità” che è stata imposta da una Germania con ambizioni egemoniche e per garantirsi il monopolio industriale. Noi nonviolenti, amici della nonviolenza siamo contro la NATO, ma non perché antiamericani “a prescindere” , così come non siamo antirussi o anticinesi per partito preso, ma perché lavoriamo per l’alternativa di pace e sicurezza garantita dall’Onu, che deve fondare la forza del diritto e non il diritto della forza (armata).
L’Onu deve garantire la sicurezza globale a partire dal disarmo nucleare. I pilastri del secolo della civiltà della pace consistono nella condivisione della comune umanità, nella tutela della Madre Terra cui sentiamo come specie di appartenere, nell’uguaglianza come convivialità, società del diritto che stabilisce pari dignità tra le diversità, per un mondo orientato a percorrere il cammino della nonviolenza, anche attraverso la conversione ecologica dell’energia e dell’economia e il disarmo nucleare, in un innovativo internazionalismo dei diritti umani, dei popoli e dell’Umanità.
Con la difesa popolare nonviolenta, che contrapponiamo alla difesa fondata sulla sfiducia reciproca e sulla deterrenza armata, non vogliamo sostenere che il male e i problemi siano e saranno assenti: non vogliamo essere affatto “buonisti”, anche se nutriamo la convinzione che la maggioranza della gente ovunque nel mondo segua spontaneamente l’istinto di vita più di quello di morte. La difesa non può essere scollegata dalla politica estera, in quanto è innanzitutto prevenzione costruita e perseguita con intelligenza delle situazioni di conflitto per non aggravare tensioni belliche e belligene.
È necessaria una cultura globale dei diritti umani e dell’Umanità, contrapposta allo scontro della volontà di potenza degli Stati, alla visione che ripropone, paradossalmente persino da sedicenti sinistre, l’approccio del massimo teorico giuridico del nazismo, Karl Schmidt.
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L’approccio nonviolento auspica un mondo con un diritto universale riconosciuto per realizzare una situazione di pace positiva, secondo il principio della forza dell’unità popolare. Il mondo, non lo si ripeterà mai abbastanza, deve essere governato dalla forza del diritto e non dal diritto della forza. La nonviolenza se non è anche essa ideologia ma è pragmaticamente guidata da una strategia politica (e l’innovazione di Gandhi è appunto la nonviolenza politica oltre la dimensione solamente etica) deve giustificare la Resistenza partigiana antifascista, anche armata, perché era indirizzata contro una barbarie degenerata in modo del tutto inaccettabile. Infatti se non si fosse condotta la resistenza armata contro il nazifascismo, la violenza nel mondo sarebbe aumentata a dismisura grazie ai piani e ai comportamenti del regime hitleriano. Non ci si riconcilia perciò con il nazifascismo anche se si è per la democrazia, il dialogo e per il rispetto reciproco e la riconciliazione, perché nell’atto di perdono, giustizia e riconciliazione occorre sempre considerare i limiti della violenza di cui il nazifascismo è stato il massimo esponente del secolo passato. Nell’ottica della trasformazione nonviolenta, il problema non è di prendersela con il più forte del momento, che presto potrebbe essere superato dal secondo in gerarchia ma in ascesa (per esempio gli USA con la Cina): occorre contestare in sé il gioco della potenza e della prevaricazione.
Chi combatte gli imperi, tutti gli imperi, lo deve fare – è la nostra profonda convinzione – con due principi ben chiari in testa, altrimenti, anche se gli capitasse di vincere, vincerebbe purtroppo la nuova violenza da esso stesso incarnata, e non un nuovo mondo di pace:
1- la sicurezza deve essere comune, fondata sulla cooperazione con gli altri soggetti-agenti e non sulla paura verso di essi;
2- la forza più potente in campo sociale è il protagonismo popolare quando persegue unitariamente verità e giustizia.
Con le vecchie idee ed i vecchi comportamenti di chiusura identitaria e di violenza, potranno cadere i più forti del momento, ma si faranno strada altri nazionalismi e imperialismi; l’oppressione, il patriarcalismo, il capitalismo ed il socialismo “reali” (cioé lo spirito accumulatorio senza coscienza del limite) permarranno.
In questo contesto, lo sfruttamento permane: cadranno magari gli Stati Uniti, ma prevarrà, ad esempio, la Cina. Il problema – lo ripetiamo – non è annullare il primo, il più forte, nel gioco competitivo, ma abolire questa dinamica di competizione.
È necessario agire localmente, pensando globalmente e coordinandosi internazionalmente, per esempio intervenendo contro il militarismo nucleare italiano e mondiale, agendo universalmente e a livello planetario.
È necessaria una pressione popolare che spinga i nostri parlamentari a prendere posizione per togliere l’embargo e le sanzioni alla Russia, per dare un segnale di volontà di liberazione dal giogo della Nato e evitare il riacutizzarsi del clima di guerra fredda, in Europa e nel mondo.
La Costituzione italiana comprende le basi fondamentali di una cultura di pace e di democrazia e raccoglie la volontà e le speranze della Resistenza partigiana antifascista. Con l’applicazione della Costituzione, vogliamo un mondo dove prevalgano i diritti dei popoli, i principi sociali, etici e solidali di giustizia, con l’eliminazione delle armi nucleari. La Costituzione è la base giuridica necessaria (anche se non sufficiente: la base vera è un nuovo diritto internazionale efficace) per risolvere la crisi climatica, per l’uguaglianza tra le genti, i popoli, le minoranze e le persone. Occorre attualizzare la memoria della Resistenza tramite la carta dei diritti dell’uomo emanata dall’Onu, nell’impegno per coronarla in Carta dei diritti dell’Umanità, frutto del lavoro internazionale (e quindi di una Nuova Internazionale di movimenti di base) dell’impegno e della Resistenza per un mondo basato sulla forza dei diritti e sulla pace.
La proibizione delle armi nucleari è in vigore!
21.09.2017 – Redazione Italia
Pressenza.com
50 nazioni lo hanno già firmato e 3 (Guyana, Santa Sede e Tailandia) lo hanno anche già ratificato.
50 è il numero minimo perché il Trattato entri in vigore.
Ieri al palazzo delle Nazioni Unite di New York si sono aperte le sottoscrizioni del Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari.
50 nazioni lo hanno già firmato (elenco sotto) e 3 (Guyana, Santa Sede e Tailandia) lo hanno anche già ratificato.
50 è il numero minimo perché il Trattato entri in vigore.
E’ certo che nei prossimi giorni/mesi il Trattato sarà sottoscritto e ratificato da un numero preponderante di stati, ad eccezione di quelli già armati che finora avevano boicottato in ogni modo il suo iter per evitare di essere dichiarati “fuorilegge internazionali”.
In ogni caso la società civile, e in particolare la campagna ICAN (Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari) continuerà a far pressione perché i governi firmino (a cominciare da quello italiano) e perché il Trattato venga applicato il più rapidamente possibile.
Lista dei primi 50 sottoscrittori:
STATO FIRMATO RATIFICATO
Guyana 20/09/17 20/09/17
Santa Sede 20/09/17 20/09/17
Thailand 20/09/17 20/09/17
Algeria 20/09/17
Austria 20/09/17
Bangladesh 20/09/17
Brazil 20/09/17
Cabo Verde 20/09/17
Central African Republic 20/09/17
Chile 20/09/17
Comoros 20/09/17
Congo 20/09/17
Costa Rica 20/09/17
Cote d’Ivoire 20/09/17
Cuba 20/09/17
DRC (Congo) 20/09/17
Ecuador 20/09/17
El Salvador 20/09/17
Fiji 20/09/17
Gambia 20/09/17
Ghana 20/09/17
Guatemala 20/09/17
Honduras 20/09/17
Indonesia 20/09/17
Ireland 20/09/17
Kiribati 20/09/17
Libya 20/09/17
Liechtenstein 20/09/17
Madagascar 20/09/17
Malawi 20/09/17
Malaysia 20/09/17
Mexico 20/09/17
Nepal 20/09/17
New Zealand 20/09/17
Nigeria 20/09/17
Palau 20/09/17
Palestine 20/09/17
Panama 20/09/17
Paraguay 20/09/17
Peru 20/09/17
Philippines 20/09/17
Samoa 20/09/17
San Marino 20/09/17
Sao Tome & Principe 20/09/17
South Africa 20/09/17
Togo 20/09/17
Tuvalu 20/09/17
Uruguay 20/09/17
Vanuatu 20/09/17
Venezuela 20/09/17
https://www.pressenza.com/it/2017/09/disarmo-nucleare-lunica-soluzione/