BEAT LOOP
di Pabuda
vorrei
tempestare di nuovo,
suonarlo tutto d’un fiato,
batterlo giusto sul tempo
e ricominciare da capo,
seguire il ritmo in silenzio,
riprendere il beat
proprio dove s’è spento,
ricominciare da capo,
accelerare se è lento,
battere colpi nel vento,
ritmare il soffio del suono
appena s’è ammutolito.
vorrei vedere se è bello,
vorrei sentire se suona
e se suona bene davvero…
beh, allora, riprenderei
percuotendo le pelli tese
e sbattendo più veloci
le palpebre
e dondolando le spalle
e pigiando sui tasti:
ricomincerei, ricomincerei
da dove tutto è iniziato
per scoprire se torna
o se si prende una pausa
questo ritmo rotondo,
ben preciso e sbilenco,
o se prosegue infinito,
ipnotico, denso
questo ritmo del giro,
del ritorno del tempo
UNA PICCOLA NOTA
Visto che Pabuda oggi è stroncato da un luuuuuuuuungo mal di denti e dunque non vedo l’annunciata nuova poesia, recupero io (senza autorizzazione) una sua vecchia neuro-poesia. Le lmdbu (larghe masse del blog universo) non possono attendere oltre (db)
belin, che che furia, che ansia, che precipitazione!
devo aver dormito, causa imbottimento di farmaci, suppongo, più del solito.
invece che alle solite sane 5, mi son alzato alle 8. db non m’ha lasciato manco il tempo di pisciare e preparare il caffé e ha riesumato “beat loop” dagli archivi dei servizi segreti giamaicani. il pezzo merita, ma poco dopo (dopo la pisciatina e il caffé alla napoletana) ho postato un’altra neuropoesia, più recente e drammatica: “suicidio altrui”. così oggi le lmdbu si beccano doppia razione!