BEL TEMPO
(Roba del Pabuda…)
tornato
con molto minor abbandono
di quanto gradirei
mi gusto il bel tempo
di queste giornate
marzoline:
in costume adamitico
me ne sto spaparanzato
sulla sdraio
nel giardino lussureggiante
annesso
al popolare caseggiato…
ma lì… sul secchio dell’umido
trasformato in tavolino,
accanto al cocktail multicolore,
rimane poggiato un dubbio:
grosso come una pateca
(o anguria o cocomero o mellone):
non è che questo strano
solleone
spiovente a marzo
sul mio pallido personalino
è parte integrante
del gran disastro climatico
globale?
non è un segno fin troppo chiaro
del tremendo
surriscaldamento generale?
un segnale
del super guaio in cui ci siamo
cacciati
senza sapere minimamente
come tirarci fuori
da ‘sto casino?