Boipeba, luogo senza tempo

di Cristina Cenciarelli (*)

Non si passa per l’isola di Boipeba per caso: è un destino. E per arrivarci serve un poco di sforzo e di tempo. Tempo per rimanere. E pensare. Il tempo sull’isola passa con una cadenza molto speciale, accompagnato dai ritmi implacabili delle maree che governano la maggior parte delle azioni quotidiane, regolamentato dalla luce abbagliante e dall’oscurità assoluta. E il tempo umano è fatto di gesti, riti, saggezze e parole antiche. Sono poesie quotidiane, saperi di altri tempi e luoghi, un tempo di memorie. Ogni istante è differente e come una fotografia è unico.

Boipeba è un’isola tropicale, come tante altre: il mare, le palme, la vita semplice dei pescatori. Natura infinita, che,insieme alle maree, è la vera padrona del luogo. Nessuna automobile, solo barche, canoe intagliate negli alberi, cavalli. Nonostante questo, Boipeba, per chi la sa capire, guardare, vivere, respirare, diventa qualcosa di profondo, languido e vitale. È così per chi è nato qui, i più vecchi che l’hanno mantenuta fino ad ora, per i giovani che cercano di migliorarla e proteggerla; è così per i “gringos” che hanno deciso di vivere qui lasciando la città, conforto e amici, non per fuggire, ma per esplorare una vita più a contatto con la natura e con se stessi. Per una vita meno legata alle cose materiali, che, comunque,non esistono nell’isola: per avere quello che vuoi, bisogna andare a Valença (un’ora di motoscafo a volte troppo veloce) o a volte bisogna aspettare che qualcuno da Salvador, SãoPaulo, Roma o New York possa portare quello che vuoi. Non è un acquisto il tuo: è una conquista, il semplice pensiero è un’avventura. Così, per far passare il tempo, ti siedi: sei immerso nella calma più totale e all’improvviso avverti il ruggito del mare, il richiamo di animali, il vento tra glialberi. Ti rendi conto che stai parlando con te stesso e stai facendo rumore anche tu. Nella notte profonda, allora, impari ad ascoltare i suoni. È un altro mondo, un altro mistero, una vita a parte. Non parlo solo del mare, dei suoi cambiamenti di umore e della voce della sua marea implacabile. O della musica del vento e della pioggia. Parlo soprattutto della voce umana, la voce del lavoro. I pescatori escono di notte con le loro barche di legno costruite, forse, con i pezzi e le memorie di altre barche, a volte così rattoppate da chiedersi come riescano ad affrontare questo oceano. Tra le 3 e le 5 di notte escono. E tra le 3 e le 5 di notte, puoi sentire mogli che sfaccendano in cucina, bambini piagnucolando, uomini bisbigliando, motori che girano con il loro “po-po-po-po” ritmico e profondo, le barche che si chiamano l’una con l’altra, ognuna con la sua voce, la sua personalità. Allora si sente il mare solcato da questa flotta che, tutti i giorni, tutte le notti, costruisce e racconta una storia. Dopo, ancora il silenzio,: il silenzio della notte fatto di animali, vento, pioggia, maree.

Alla fine, non ho detto nulla di decisivo per spiegare Boipeba. Perché, in fondo, Boipeba è un’isola, come tante altre: mare, palme, vita semplice. È l’atmosfera che è speciale, quello che senti che è essenziale, la vita di questi uomini e queste donne che è una scuola permanente. Come un mistero profondo, non puoi tentare di spiegare: devi solo accettare ogni momento che trascorri

(*) ripreso dahttps://www.diatomea.net dove potete trovare molte foto bellissime

Redazione
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Un commento

  • msg da Christiana de Caldas Brito:
    L’autrice offre una descrizione piena del fascino di quest’isola tropicale che è Boipebaba in Bahia, Brasile. Quel che incanta è pensare che lei vive a Boipeba, e quindi le sue parole valgono come testimonianza. Noi la ringraziamo per divulgare posti come Biopeba che alimenta il nostro senso di mistero e apertura spirituale.
    Christiana, brasiliana in Italia, ringrazia l’articolo di Cristina, italiana in Brasile.

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