Bologna-OGR: senza fine la strage d’amianto

di Vito Totire (*). In coda un tragico “aggiornamento”.

Ancora un morto per mesotelioma nella coorte dei lavoratori delle ferrovie; il rischio è andato ben oltre la già tragica situazione delle OGR di Bologna.

Che la morte di Mauro Roda – avvenuta il 4 marzo – scuota le coscienze finora dormienti.

Che le istituzioni recuperino la dimensione etica per il rispetto delle vittime dell’amianto (e non solo).

Ci uniamo al sentimento di lutto che ha colpito i familiari, i compagni di lavoro e gli amici di Mauro Roda. Fino all’altro ieri era possibile incontrare consulenti delle ferrovie “convinti” che il rischio mesotelioma fosse presente “solo” nelle officine. Da troppo tempo è invece evidente che la diffusione del rischio è andata ben oltre. Ciononostante ancora “si fa fatica” a ottenere persino il riconoscimento di malattia tumorale asbesto correlata dall’Inail che invece dovrebbe ratificare immediatamente le segnalazioni anche per chi non ha lavorato all’OGR (ovvero le Ex Officine Grandi Riparazioni di Bologna) ed è stato esposto invece come elettricista – è il caso di Mauro Roda – o armatorista o macchinista.

Il medico Cesare Maltoni documentò l’attecchimento del rischio di morte da mesotelioma anche tra i familiari per via della nota esposizione che la letteratura scientifica definisce “paralavorativa” ma che è lavorativa tout-court (lavoro domestico, lavaggio delle tute e dobbiamo dirlo forte non solo l’8 marzo).

Il governo dovrebbe emanare linee guida per i riconoscimenti e i risarcimenti delle malattie professionali anziché costringere i malati a subire disconoscimenti o riconoscimenti parziali. Una proposta di linea guida siamo in grado di avanzarla al governo Draghi se questo fosse nella condizioni di ascoltare. Certo occorre “sanare” condotte che determinano ulteriori frustrazioni per malati e familiari. Nel nostro lavoro abbiamo riscontrato (non parliamo solo di ferrovie, ma di esposti all’amianto in generale e di vicende ancora in corso):

  • Mesotelioma disconosciuto dall’Inail di Palermo
  • Tumori polmonari in soggetti ex-esposti ad amianto a Ragusa e Caltanissetta
  • Tumore polmonare disconosciuto a Bologna per un lavoratore macchinista, al momento fermo in “collegiale”
  • Mesotelioma riconosciuto (dopo nostra segnalazione) a Catanzaro, per un macchinista delle ferrovie, con danno biologico del 25%
  • Mesotelioma ai danni di una insegnante di Bologna che la persona malata non ha voluto segnalare all’Inail e che, come altri, dovrebbe almeno essere riconosciuto come “ambientale “ con la semplice e automatica rilevazione spontanea da parte della Ausl senza costringere la persona malata o i familiari all’umiliante “domandina” che ricorda molto la prassi carceraria
  • Nessuna intenzione dichiarata dalla sanità pubblica di vaccinare appena possibile gli ex-esposti professionali a sostanze cancerogene (che sono quasi sempre anche immunodepressive)

La morte di Mauro Roda è per noi motivo di lutto ma induce anche quel sentimento di rabbia che ci porta a insistere: giustizia e supporto sociale per i malati e gli ex-esposti a rischi lavorativi; basta con politiche istituzionali che associano sadismo, burocrazia e “spilorceria” (si badi bene: gli aspetti economicistici comunque sono secondari).

Il rispetto che dobbiamo alla persona di Mauro Roda ci fa gridare forte: basta vessazioni.

(*) Vito Totire è presidente nazionale AEA, cioè Associazione espsoti amianto e rischi per la salute

In “bottega” cfr Ancora un morto d’amianto a OGR di Bologna (del 28 dicembre 2020), OGR di Bologna: ennesimo operaio morto (del 26 gennaio 2019), OGR di Bologna: strage infinita (del 9 gennaio 2019), Bologna: ancora un morto fra i lavoratori OGR (del 22 settembre 2018), Bologna: morire (ancora) all’OGR (del 21 settembre 2017). Una strage di Stato, purtroppo una delle tante contro chi lavora.

Dopo la pubblicazione del post VITO TOTIRE ha inviato questo terribile aggiornamento

Ancora morte per l’amianto dell’OGR di Bologna

Ennesimo decesso legato all’esposizione ad amianto presso l’OGR di Bologna. La vittima è Giordano Gnudi, 4 anni come elettricista dal 1970 al 1974, deceduto a 72 anni il primo marzo. Ma purtroppo la parola “fine” deve essere ancora scritta: non possiamo escludere ulteriori eventi (che nessun si augura) tragici e rimangono aperte alcune questioni:

  1. In un recente incontro con l’assessore regionale alla Sanità abbiamo posto il problema del vaccino anti-covid per gli ex-esposti (a sostanze ad azione cancerogena ed immunodepressiva); al momento non abbiamo nessun segnale che la questione sia sulla “agenda” della sanità pubblica; ci pare ovvio che non si tratti di sottovalutazione o di cattiva volontà ma, più verosimilmente, del fatto che la anagrafe di questi lavoratori – pur da noi proposta da numerosi decenni – non è mai stata realizzata in maniera che possa definirsi compiuta ma probabilmente neanche in maniera lacunosa (se non per il cvm a Ravenna)
  2. I riconoscimenti e i risarcimenti per tutti i morti e malati dell’OGR: siamo, se non alla sola punta dell’iceberg, in una situazione assolutamente lacunosa e soprattutto per le patologie da amianto oggi collocate in LISTA II e in LISTA III delle malattie professionali; per non parlare dei tumori del rene e dei LNH per i quali furono registrati due clusters di eccessi che andarono “persi”
  3. Si devono mettere insieme dati ed archivi Ausl/Inps/Inail e sindacali per addivenire a una ricostruzione realistica delle anagrafi degli ex-esposti e sanare, sul piano assicurativo e civilistico, anche retroattivamente, i “casi” misconosciuti ma anche per costruire una anagrafe attendibile di tutti quei lavoratori che, come prevede il decreto 277/91, dovevano essere monitorati nel tempo in quanto esposti a fattori di rischio con lunghe latenze; Giordano Gnudi per esempio non era ancora ottantenne: per questo non è stato incluso tra i soggetti a maggior rischio covid ?
  4. La terza questione è la bonifica ambientale della sede OGR: collocato il sito fra i SIN -cioè siti di interesse nazionale – a fini di bonifica, LA COMUNITA’ LOCALE NON E’ STATA MAI INFORMATA SU COME PROCEDANO IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE PROPEDEUTICO E IL SUCCESIVO E SUSSEGUENTE PIANO DI BONIFICA VERO E PROPRIO; la collocazione tra i SIN fu sbandierato come grande conquista (1 milione di euro a carico dell’erario pubblico: non si era detto “chi inquina paga”?) poi il silenzio totale, mentre invece aspettiamo ancora la convocazione della conferenza dei servizi e mentre il ceto politico locale ha, evidentemente, “altro di cui occuparsi” .

Quello che c’è di certo è il sentimento di lutto che proviene da questo ennesimo decesso che induce alle doverose condoglianze ai familiari e ai compagni di lavoro ma che, anche per rispetto alla vittima, ci ricorda che se non c’è giustizia sociale e non c’è bonifica integrale del sito LA FERITA AMIANTO/OGR DI BOLOGNA RIMARRA’ SEMPRE APERTA.

Vito Totire per AEA (associazione esposti amianto e rischi per la salute)

Bologna, 9.3.2021

 

Redazione
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Un commento

  • UN TERRIBILE AGGIORNAMENTO
    Ancora morte per l’amianto dell’OGR di Bologna
    Ennesimo decesso legato alla esposizione ad amianto presso l’OGR di Bologna; questa volta la vittima, il primo marzo 2021, è Giordano Gnudi, 4 anni come elettricista dal 1970 al 1974; deceduto a 72 anni il primo marzo; ma purtroppo la parola “fine” deve essere ancora scritta e non solo perché non possiamo escludere ulteriori eventi (che nessun si augura) ma perché rimangono aperte alcune questioni:
    1) In un recente incontro con l’assessore regionale alla sanità abbiamo posto il problema del vaccino anti-covid per gli ex-esposti a sostanze ad azione cancerogena ed immunodepressiva; al momento non abbiamo nessun segnale che la questione sia sulla “agenda” della sanità pubblica; ci pare ovvio che non si tratti di sottovalutazione o di cattiva volontà ma, più verosimilmente, del fatto che la anagrafe di questi lavoratori pur da noi proposta da numerosi decenni non è mai stata realizzata in maniera che possa definirsi compiuta ma probabilmente neanche in maniera lacunosa (se non per il cvm a Ravenna)
    2) I riconoscimenti ed i risarcimenti per tutti i morti e malati dell’OGR: siamo , se non alla sola punta dell’iceberg, in una situazione assolutamente lacunosa e soprattutto per le patologie da amianto oggi collocate in LISTA II e in LISTA III delle malattie professionali; per non parlare dei tumori del rene e dei LNH per i quali furono registrati due clusters di eccessi che andarono”persi”
    3) Si devono mettere insieme dati ed archivi Ausl/Inps/Inail e sindacali per addivenire ad una ricostruzione realistica delle anagrafi degli ex-esposti e sanare, sul paino assicurativo e civilistico, anche retroattivamente, i “casi” misconosciuti ma anche per costruire una anagrafe attendibile di tutti quei lavoratori che , come prevede il decreto 277/91, dovevano essere monitorati nel tempo in quanto esposti a fattori di rischio con lunghe latenze ; Giordano Gnudi per esempio non era ancora ottantenne : per questo non è stato incluso tra i soggetti a maggior rischio covid ?
    4) La terza questione è la bonifica ambientale della sede OGR: collocato il sito tra i SIN-siti di interesse nazionale a fini di bonifica, LA COMUNITA’ LOCALE NON E’ STATA MAI INFORMATA SU COME PROCEDANO IL PIANO DI CARATTERIZZAZIONE PROPEDEUTICO E IL SUCCESIVO E SUSSEGUENTE PIANO DI BONIFICA VERO E PROPRIO; la collocazione tra i SIN fu sbandierato come grande conquista (1 milione di euro a carico dell’erario pubblico: non si era detto “chi inquina paga” ?) poi il silenzio totale , mentre invece aspettiamo ancora la convocazione della conferenza dei servizi e mentre il ceto politico locale ha, evidentemente, “altro di cui occuparsi” .
    Quello che c’è di certo è il sentimento di lutto che proviene da questo ultimo ed ennesimo decesso che induce alle doverose condoglianze ai familiari ed ai compagni di lavoro ma che, anche per rispetto alla vittima, ci ricorda che, se non c’è giustizia sociale e non c’è bonifica integrale del sito, LA FERITA AMIANTO/OGR DI BOLOGNA RIMARRA’ SEMPRE APERTA.
    Vito Totire (AEA-associazione esposti amianto e rischi per la salute)
    Bologna, 9.3.2021

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