Botti e roghi: l’aria di Bologna e …
… i bollini rossi quasi ovunque.
Due articoli di Vito Totire (*)
Il bollettino Arpa dell’Emilia-Romagna segna semaforo rosso fino al 2 gennaio per Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Ferrara e Bologna.
QUESTO SIGNIFICA STOP A INCENDI E FUOCHI ARTIFICIALI.
Dunque tutte le boiate a partire dai “botti” di Capodanno e dai roghi “del Vecchione” o amenità del genere devono eseere evitate.
Nonostante la condizione catatonica di molti sindaci (e prefetti) tenteremo ancora di dialogare. A chi non risponde invieremo in regalo una copia del libro di Camilleri «Il birraio di Preston».
Un ottimo 2023 a tutti , senza guerre e senza morti premature.
Il re è nudo: il rogo del Vecchione è da evitare
Come nella favola di Andersen siamo a gridare che «Il re è nudo» e che il rogo del vecchione(a Bologna e a Pianoro) è da evitare.
L’ecologismo parolaio molto comune nel linguaggio istituzionale – anche di alcuni gruppi che costituiscono la maggioranza del Comune di Bologna – cozza contro le evidenze.
Il sindaco di Bologna, il Prefetto, l’Arpa, la Ausl e altri conoscono i dati della qualità dell’aria dell’Emilia-Romagna. Le previsioni per il capoluogo, per venerdì 30 dicembre, erano da “bollino rosso”.
Certo è che dal 1° gennaio 2023 probabilmente dovranno rimanere ferme anche le auto diesel cosiddette euro 3. Ma allora perchè il Vecchione può bruciare? Viene acceso a mezzanotte e subito spento? O forse inquina meno di un’auto diesel?
Nonostante la realtà e le previsioni risulta confermato il tradizionale – si fa per dire – rogo bolognese di Capodanno. E’ descritto come un’opera d’arte (non intendiamo entrare nel merito di questa valutazione) destinata a essere bruciata. Il rogo è però disdicevole. Se è opera d’arte è il caso di consegnarla ai posteri. Ma di che materiali è composta la suddetta opera da bruciare? Quali molecole vengono prodotte e disperse nell’ambiente dalla combustione? Carta più plastica? Lignina più cloro? Insomma è in programma una “piccola” quanto inutile produzione di diossine da spargere in piazza Maggiore a Bologna? Ma è stata fatta una valutazione del rischio? Fra l’altro non ci risulta che sia consentito accendere ogni fuoco che dir si voglia in particolare in presenza di un certo livello di ventosità.
Veniamo al nocciolo: si intende “chiudere un occhio” (in questo caso anche le narici rimanendo in apnea) in ossequio a una presunta tradizione? Antropologi e storici non si sono pronunciati (almeno a nostra conoscenza) e infatti la “tradizione” nasce dopo la marcia fascista su Roma del 1922. Forse una coincidenza cronologica casuale. Sì, alcune fonti ipotizzano che il Vecchione sia la trasformazione dei roghi della cultura contadina, spostati di data e di sede…Certo esistono usanze storiche di roghi (a parte l’orrore della caccia alle streghe o de i falò con libri “sovversivi”) ma in occasione di circostanze diverse dal Capodanno. Perlopiù riti propiziatori per il futuro o il ringraziamento per la cessata o scansata peste.
Oggi però, a fronte della “peste chimica” che rende insalubre l’aria, questo rito del Vecchione non ha senso, è anzi il segnale di una condotta masochista con una aggravante: il sindaco di Bologna (ma anche la sindaca di Pianoro) danneggiano l’aria che è di tutti. L’impatto di botti e roghi sulle polveri sospese è noto. In conclusione diciamo ai sindaci, al prefetto, all’Arpa, a tutte/tutti:
SALVIAMO IL “VECCHIONE “ DAL ROGO !
E’ ANCHE UNA FORMA DI RISPETTO E UN AUSPICIO PACIFISTA.
Bologna, 29.12.2022
(*) Vito Totire è portavoce della «RETE EUROPEA PER L’ECOLOGIA SOCIALE»
NOTA DELLA “BOTTEGA”
Spesso abbiamo scritto (soprattutto Vito Totire) di botti, inquinamenti e sprechi di fine d’anno – nel quadro purtroppo antico di “feste, farina e forche” – e se vi interessa troverete gli articoli usando i TAG. E pochi giorni fa abbiamo pubblicato Botti: altri danni a Capodanno? con l’appello ai sindaci e all’ANCI di fermare i fuochi artificiali,