Brasile: Josimo Tavares vive ancora

Il sacerdote impegnato per la difesa degli oppressi e nella lotta per la terra fu ucciso a colpi di pistola il 10 maggio 1986. I fazendeiros mandanti dell’omicidio sono stati giudicati e condannati solo il 29 giugno 1997. Ancora oggi la militanza del religioso non è stata dimenticata e molti degli accampamenti dei Sem Terra portano il suo nome.

di David Lifodi

 

È il 29 giugno 1997 quando tre fazendeiros mandanti dell’omicidio di padre Josimo Tavares sono condannati al carcere. L’omicidio del sacerdote era avvenuto ben 11 anni prima, il 10 maggio 1986, nel palazzo della Mitra Diocesana di Imperatriz (Brasile, stato del Maranhão), dove era presente l’ufficio della Commissione pastorale della Terra che lavorava nella regione del Bico do Papagaio (comprende gli stati del Tocantins, del Pará e dello stesso Maranhão).

Nel Brasile del 1986, appena uscito da una dittatura militare lunga 21 anni, forte era il fermento e il desiderio di giustizia sociale da parte delle organizzazioni contadine e popolari, ma altrettanto ferma era la posizione dell’oligarchia rurale, che non voleva cedere per nessun motivo nonostante la fine del regime e, proprio per questo motivo, i conflitti tra le due parti in causa erano all’ordine del giorno. Fu in questo contesto che maturò l’omicidio di Josimo Tavares, già vittima di un attentato il 15 aprile 1986, quando cinque colpi di pistola furono sparati contro la sua Toyota.

Ad essere condannati per la morte del religioso furono Adailson Vieira, Geraldo Paulo Vieira (padre di Adailson) e Guiomar Teodoro da Silva. Ai primi due furono inflitti 19 anni di carcere, a Guiomar 14 anni e 3 mesi. Tuttavia, furono in pochi a scontare davvero la pena. Geraldo Paulo Vieira morì pochi mesi dopo la sentenza di condanna, il pistoleiro Geraldo Rodrigues da Costa, l’esecutore materiale del crimine, dopo l’arresto nel 1988, riuscì a fuggire tre volte dal carcere e non scontò i 18 anni e 6 mesi poiché, poco dopo l’ultima evasione, fu ucciso. Quanto a Vilson Nunes Cardoso, l’aiutante del pistoleiro, ancora oggi è latitante. Tra gli altri mandanti dell’omicidio di padre Josimo, riuscirono a farla franca i fazendeiros Osmar Teodoro da Silva, catturato dalla polizia solo nel 2001 (fu condannato a 19 anni di prigione nel 2003), Nazaré Teodoro da Silva e Osvaldino Teodoro da Silva.

Padre Josimo, al pari dei tanti religiosi impegnati per la giustizia sociale, si aspettava di morire vittima di un attentato, ma non si spiegava il motivo per cui la Chiesa ufficiale non comprendesse la sua militanza, anzi, rimase molto male quando gli fu intimato di scrivere una relazione in cui fu costretto a spiegare i motivi per cui fosse il bersaglio di tante minacce, come se non fossero evidenti. Il 27 aprile 1986, tredici giorni prima di essere ucciso, di fronte all’Assemblea diocesana di Tocantinópolis (stato del Maranhão), pronunciò un vero e proprio testamento spirituale in cui ribadiva la sua vicinanza e il suo impegno per i poveri e per gli oppressi: “Muoio per una casa giusta. Tutto ciò che sta succedendo rappresenta il logico susseguirsi del mio lavoro di lotta a difesa dei poveri, nel segno del Vangelo, e porterò avanti questo compito fino alle estreme conseguenze”.

Nonostante l’omicidio compiuto dai fazendeiros, la morte di padre Josimo Tavares rappresentò un ulteriore strumento di denuncia di quella struttura di morte promossa dall’oligarchia rurale che voleva tenere sotto scacco il paese e, per la verità, si perpetra ancora oggi tramite l’arroganza e la prepotenza della bancada ruralista e delle guardie armate assoldate dai fazendeiros e dalle grandi imprese transnazionali. Al tempo stesso, il sacerdote rappresentava una speranza per la Commissione pastorale della Terra, per i sindacati e per quei nuovi movimenti sociali, allora appena nati (a partire dai Sem terra) e convinti che la terra dovesse appartenere ai contadini e a tutti coloro che la lavoravano.

Oggi Josimo Tavares continua a vivere nelle comunità ecclesiali di base, nella militanza degli educatori popolari, nella Teologia della Liberazione e nel martirologio latinoamericano, alternativo a quello della Chiesa ufficiale, nelle centinaia di accampamenti e assentamentos dei Sem terra a lui intitolati e in tutti coloro che in Brasile si battono per un paese libero dal latifondo e per il raggiungimento della riforma agraria.

Il 10 maggio 2018, nella Mitra Diocesana di Imperatriz, è stato inaugurato il “Memorial Padre Josimo Morais Tavares”, nella stessa stanza dove il sacerdote fu assassinato 33 anni fa. Alla cerimonia è intervenuto il vescovo di Imperatriz, Vilsom Besso, con i paramenti rossi che testimoniavano la sua vicinanza ai tanti militanti uccisi nella lotta per la terra. Besso ha sottolineato che padre Josimo “è stato un esempio di resistenza”. I mandanti del suo omicidio, convinti che sarebbe bastato eliminarlo per mettere a tacere lui e la voce degli oppressi, avevano fatto male i conti. Josimo Tavares vive.

MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.

Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.

La redazione – abbastanza ballerina – della bottega

David Lifodi
Sono nato a Siena e la mia vera occupazione è presso l'Università di Siena. Nel mio lavoro "ufficioso" collaboro con il sito internet www.peacelink.it, con il blog La Bottega del Barbieri e ogni tanto pubblico articoli su altri siti e riviste riguardo a diritti umani, sindacalismo, politica e storia dell’America latina, questione indigena e agraria, ecologia.

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