Brasile: la settimana nera dei contadini
Il 27 maggio 2011 viene assassinato Adelino Ramos, leader del movimento contadino di Corumbiara. Dal 24 maggio al 2 giugno di quell’anno non è l’unico omicidio di cui si macchiano fazendeiros, ganaderos e madeireiros negli stati di Rondônia e Pará.
di David Lifodi
Foto: https://www.vidanuevadigital.com/
Il 27 maggio 2011 Adelino Ramos, leader contadino, viene ucciso per il suo impegno nella battaglia contro il latifondo. Per il Brasile campesino l’ultima settimana di maggio si era tinta di sangue. Pochi giorni prima, il 24 maggio dello stesso anno, vengono assassinati José Cláudio Ribeiro e Maria do Espírito Santo. Pochi giorni dopo, il 28 maggio, tocca all’agricoltore Eremilton Pereira dos Santos e, ancora, il 2 giugno, cade Marcos Gomes da Silva. Tutti gli omicidi avvengono negli stati del Pará e Rondônia, nel nord del paese.
L’allora presidenta Dilma Rousseff riunisce d’urgenza il governo e decide di spiegare le forze di polizia nell’ambito dell’operazione “Difesa della Vita” per presidiare le zone del paese dove maggiori sono le tensioni legate ai conflitti per la terra a causa delle continue minacce e invasioni di fazendeiros, ganaderos e madeireiros. Si muove anche la CNBB, la Confederazione nazionale dei vescovi brasiliani, che esprime con forza la propria indignazione per quanto accaduto, mentre la Commissione pastorale della terra (Cpt) attacca frontalmente l’agroindustria, denunciandone la pericolosità, la crescita nelle riserve ambientali e denunciando che le misure adottate dal governo non riescono a fermare la violenza.
Tra il 2000 e il 2011 la stessa Cpt consegna al governo una lista di quasi 1.900 persone minacciate dalle squadracce al servizio di agrobusiness, multinazionali, latifondisti e tagliatori illegali di legname nel decennio 2001-2011.
Adelino Ramos, esponente di primo piano del movimento contadino di Corumbiara, era riuscito a scampare al massacro di Corumbiara del 9 agosto 1995, quando 13 persone furono uccise dalla polizia. La strage di consumò nella fazenda Santa Elina occupata dal movimento dei Sem terra: quasi duecento poliziotti (compresi 46 militari della Companhia de Operações Especiais), armati fino ai denti, fecero ingresso nella fazenda uccidendo i contadini senza terra. La fazenda Santa Elina era stata occupata dai Sem terra in maniera del tutto pacifica il 15 luglio 1995 allo scopo di recuperare le terre improduttive. Non appena il proprietario della fazenda si rivolse alla magistratura per rientrare in possesso della sua proprietà la polizia militare iniziò a minacciare gli occupanti. Le trattative andarono avanti per oltre tre settimane, ma da parte dello stato di Rondônia non ci fu mai la volontà di risolvere la questione in maniera negoziata.
“Dinho”, così era conosciuto, aveva denunciato più volte le malefatte dei madeireiros negli stati di Acre, Amazonas e Rondonia.
Anche José Cláudio Ribeiro e Maria do Espírito Santo furono uccisi per essersi ribellati ai tagliatori illegali del legname: la coppia, da tempo, aveva ricevuto minacce di morte ed era sfuggita, per miracolo, ad una precedente imboscata dei pistoleiros. Quanto al campesino Eremilton Pereira dos Santos, venne eliminato in qualità di testimone del crimine.
Tra il 1985 e il 2010, come riportato nel rapporto curato dalla Commissione pastorale della Terra sui conflitti per la terra, erano state assassinate 1.580 persone e soltanto in casi molto rari i responsabili dei crimini erano stati arrestati e costretti a rimanere in carcere. Già allora, Right Livelihood Award (RLA) esprimeva forte preoccupazione per i crimini ambientali, le continue violazioni dei diritti umani e il crescere dei conflitti legati al diritto alla terra.
Il Brasile, tuttora, resta il paese con il maggior numero di persone assassinate per questioni legate alla tutela dell’ambiente e alla difesa del territorio da parte delle comunità indigene e contadine.
MA COSA SONO LE «SCOR-DATE»? NOTA PER CHI CAPITASSE QUI SOLTANTO ADESSO.
Per «scor-data» qui in “bottega” si intende il rimando a una persona o a un evento che il pensiero dominante e l’ignoranza che l’accompagna deformano, rammentano “a rovescio” o cancellano; a volte i temi possono essere più leggeri ché ogni tanto sorridere non fa male, anzi. Ovviamente assai diversi gli stili e le scelte per raccontare; a volte post brevi e magari solo un titolo, una citazione, una foto, un disegno. Comunque un gran lavoro. E si può fare meglio, specie se il nostro “collettivo di lavoro” si allargherà. Vi sentite chiamate/i “in causa”? Proprio così, questo è un bando di arruolamento nel nostro disarmato esercituccio. Grazie in anticipo a chi collaborerà, commenterà, linkerà, correggerà i nostri errori sempre possibili, segnalerà qualcun/qualcosa … o anche solo ci leggerà.