«Buongiorno pane»
di Michele Licheri
BUONGIORNO PANE
1)
Buongiorno pane!
Mio nipote Alexandro
(signore degli uomini)
apprende i rudimenti dell’impasto.
Ha impastato,
ha messo le mani in pasta
-non in senso spregiativo-
ha semplicemente miscelato:
acqua, farina, sale,
lievito quanto basta,
originando lo sviluppo vitale
di materia viva che sfama,
e che sfamerebbe ancora
moltitudini di genti in miseria,
estirpando la fame nel mondo.
2)
Buongiorno pane!
A forno caldo mio nipote
inforna le pagnotte.
Tempo al tempo,
il processo biochimico
di proliferazione vitale
origina lo sviluppo plastico
della pasta che cuoce in forno.
E’un processo di crescita
benevolo e positivo;
al contrario:
quello dei mercati
mi pare alquanto negativo.
In economia preferirei
più decrescita
e maggiore considerazione
verso il mondo che pulsa,
la natura che orchestra e canta.
L’acqua che sorge vorrebbe
scorrere libera sino al mare:
forse è una merce?
La “risorsa” non è surplus
è opportunità;
non spreco o pauperismo.
3)
Buongiorno pane!
Per avere farina abbiamo coltivato.
Ma centuplicare la produzione
ha significato stivare nei silos
il grano con l’ antimuffico?
E’oscillato il prezzo sul mercato:
più in alto che in basso.
La quantità confligge con la qualità.
Le proporzioni della bellezza,
i parametri della prospettiva,
previsti dalla “sezione aurea”
non sono stati rispettati.
5)
Buongiorno pane!
Anche oggi ci sei;
e meno male: che fortuna!
Ti spezzo e ti condivido
con mio fratello lo straniero,
l’emigrante, il fuggiasco, s’istranzu,
il senza patria,
la donna liberata:
chi è contrario
alzi la mano.
6)
Buongiorno pane!
Potrei essere annoverato
tra i consumatori seriali
del tuo corpo, è vero;
ma quello impastato
col mio nipote
o dai compagni del kolkotz
è lavorato a mano,
da “lievito madre” generato
e per questo sacro;
mica accelerato
dall’intruglio mercantile
e ad alto indice glicemico.
7)
Buongiorno pane!
Saziarsi di te: magari
agggiungendovi del companatico
è cosa buona e giusta;
buttarti -in spregio alla miseria corrente-
è peccato mortale.
In conclusione. È immorale.
8)
Buongiorno pane!
I più hanno perso senso del gusto,
la fragranza delle tue varietà.
L’aroma e il tuo sapore antico
sono vera memoria,
nonché ricchezza.
Così, mentre troppi -da tempo-
non ti consumano,
altri -quotidianamente-
alimentano l’animale all’ingrasso
o più usualmente le discariche.
9)
Buongiorno pane!
Brindo alla comunione
del desco in compagnia,
e così faccio:
cosa saggia e fraterna;
un mondo che non divide
il pane è povero,
non ha compagni;
non genera vera ricchezza:
piuttosto egoismo,
tristezza, guerra;
il male dell’indifferenza.
10)
Buongiorno pane!
Come procede -quest’oggi-
la navigazione?
Forse la maestralata accrescerà
l’intensità dell’onda minacciosa
-ahinoi!- beccheggio
e in sorte terribile rollio,
scatenando un certo agitar di stomaco.
Un tempo friabili gallette,
con l’ausilio di acciughe
e sottoaceti,
sedavano il brusco mal di mare;
o meglio: erano quiete
gustata dopo la tempesta.
11)
Buongiorno pane!
Che dirci ancora?
Se non che sei più buono
-quest’oggi-
in virtù dell’azzurro fatto?!
12)
Buongiorno pane!
Lasciarti in eredità
– bianco, nero, di segale, alle ghiande,
alle castagne, con polenta, ricotta,
con lardo o con patate,
noci o mandorle,
è cosa buona e giusta.
Fai che con te si conservi
la legge di natura.
Amen.