Bus separati come in Sudafrica?
Una lettera di Giuseppe Faso (*) a Claudio Gambino, sindaco – del Pd – a Borgaro Torinese (**)
Egregio sindaco,
le chiedo, con il massimo rispetto, un ripensamento rispetto alla sua idea, se riportata senza forzature dalla stampa.
Si possono
senza dubbio capire e rispettare le sue preoccupazioni e il suo senso di responsabilità nei confronti di un problema la cui gravità non posso certo giudicare io da centinaia di chilometri di distanza. La soluzione prospettata da lei, quale appare dalla stampa, preoccupa: non è possibile immaginare di distinguere l’utenza dei bus secondo una provenienza sociale, etnica, razziale rivendicando una distanza dal razzismo. Abbia pazienza, ma il razzismo consiste proprio nel categorizzare le persone e attribuire loro responsabilità o quozienti di inaccettabilità, in base semplicemente a una presunta origine.
Lei probabilmente è piemontese e io sicuramente meridionale: “piemuntisi” erano per i miei bisnonni truppe di occupazioni che sulla base di presunta pericolosità di intere popolazioni hanno compiuto crimini di massa. E persone nate e vissute da ragazzi dove io sono nato e vissuto da ragazzo (in Comuni non lontani dal suo) hanno operato negli ultimi decenni secondo logiche mafiose – partendo dal movimento terra e inquinando a volte municipi interi: impediranno a lei e a me di rispettarci come individui e come individui responsabili del loro operato, e non della loro più o meno presunta appartenenza, giudicarci? Spero di no.
Lei ha una grande responsabilità amministrativa: non si faccia ricordare come chi ha attuato quanto i suoi colleghi leghisti hanno più volte minacciato. Non penserei che lei è un razzista, non attribuisco a nessuno giudizi totalizzanti. Ma i gesti, le decisioni, i comportamento, quelli sì, possono essere razzisti; e non dipendono dalle sue intenzioni, ma dalle categorizzazione che metterà o no in atto. Se lei adopererà una categoria “razzizzata” avrà deciso da solo del razzismo della sua decisione
Certo, molti le daranno ragione. Non mi faccia operare paralleli storici poco lusinghieri per chi a suo tempo ha dato o avuto consenso su questi temi.
Cordialmente, Giuseppe Faso
(*) Giuseppe Faso fa parte dell’associazione Straniamenti. E’ autore, fra l’altro, di «Lessico del razzismo democratico» (DeriveApprodi, seconda edizione 2010); qui in blog è sempre gradito ospite.
(**) La notizia dei bus separati per rom e per residenti a Borgaro (Torino) – che secondo i giornalisti è stata presa da Pd e Sel – è apparsa qui:
<http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/10/24/bus-separati-per-rom-residenti-idea-pd-sel-borgaro-torino/1169411/>
e qui (il quotidiano torinese ovviamente ha messo la notizia in prima pagina e poi ci ha speculato sopra con “sondaggi”):
<http://live.lastampa.it/Event/Bus_separati_per_i_rom_cosa_ne_pensate>
Segnalo questa nota dell’Aizo (Associazione italiana zingari oggi) di Torino.
1948 Sud Africa: istituzione dell’apartheid
2014 Borgaro: un autobus solo per i rom?
Il sindaco di Borgaro in provincia di Torino ha deciso di proporre alla ditta di trasporti Atm di attuare una seconda linea parallela dell’attuale 69 che percorrerà il tragitto Torino-Borgaro in due modi differenti: un autobus salterà la fermata del campo rom per permettere ai cittadini di non mischiarsi con gli zingari, mentre un altro si limiterà a fare la navetta fra il capolinea e il campo. Rom da una parte, italiani dall’altra.
Una divisione netta che ricorda politiche oppressive e razziste che si studiano nei libri di storia al liceo, una lezione che sembra non essere ancora stata appresa. Sembrano lontane nel tempo le immagini di bagni pubblici o di posti a sedere sui mezzi di trasporto riservati a soli bianchi e di altri destinati ai neri. Divieti aboliti da oramai 20 anni, ma a quanto pare a Borgaro l’idea è sembrata nuova e risolutiva.
Ma la situazione è ancora più grave di come sembra perché purtroppo non si tratta dell’ultima iniziativa dell’assessore leghista o del militante di Casa Pound, ma del sindaco del Pd, Claudio Gambino e di Luigi Spinelli, assessore ai trasporti di Sel.
La proposta è giunta in seguito alle lamentele dei passeggeri del 69 scocciati dal comportamento spesso aggressivo di alcuni ragazzini rom, che infastidivano i passeggeri tanto da richiedere l’intervento dei vigili urbani a bordo dell’autobus.
Aizo ritiene che quando si tratta di politiche sociali non bisogna nascondere il problema o accantonarlo, dando così luogo a situazioni di segregazione che non fanno altro che aumentare il conflitto fra la comunità rom e i gagè, ma è necessario cercare di risolverlo lavorando sul senso di appartenenza e sul rispetto reciproco dell’altro, tramite l’applicazione della legge e non attraverso misure “punitive” e razziste. Perché di questo si tratta, di razzismo travestito da bene pubblico.
«Per quanto un popolo sia fragile e lo esprima a volte attraverso il bullismo dei propri figli non è pensabile che si decida di separare i servizi del 69. I rom devono imparare a convivere pacificamente con la società maggioritaria e gli italiani non devono aver timore di avvicinarsi a loro. Ricordo che poco tempo un uomo di Borgaro ha accusato i rom di avergli rapito il figlio, notizia che si è poi rivelata essere una bufala; un fatto che ha sicuramente aumentato il senso di intolleranza e antipatia nei loro confronti. – ha dichiarato Carla Osella, presidente di Aizo – Io credo che la soluzione più efficace al problema debba essere la costruzione di un ponte di mediazione fra l’amministrazione comunale di Borgaro e le famiglie rom di strada Aeroporto».
ripreso da CRONACHE DI ORDINARIO RAZZISMO
Attivati, scrivi al sindaco di Borgaro!
Due autobus, uno stesso percorso. Uno -la linea 69- percorre il normale tragitto, saltando però la fermata davanti al campo rom. L’altro fa da navetta tra questo e il capolinea. E’ la proposta del sindaco Pd di Borgaro Torinese “per risolvere un problema che va avanti da troppo tempo”, come ha dichiarato il primo cittadino alla stampa. Stando a quanto riferito dall’amministrazione, sulla linea 69 del trasporto pubblico cittadino i passeggeri sarebbero continuamente soggetti a furti, molestie e intimidazioni da parte dei cittadini rom residenti nel “campo” (per saperne di più clicca qui).
Come attivisti antirazzisti, siamo convinti che i problemi, laddove ci siano, vadano affrontati con consapevolezza e tempestività, non creando altre fratture sociali bensì costruendo conoscenza e confronto. Segregare e dividere non può essere una soluzione: piuttosto rischia di acuire il senso di non appartenenza alla società di alcune persone, in questo caso i cittadini rom, già confinati lontano dalle città nei “campi”. La proposta di istituire bus separati, che ci riporta a un oscuro passato, rischia di dividere la società in cittadini di diverse categorie, innalzando barriere sociali e creando fratture tra alcune persone e il resto della società: l’esito non è il miglioramento di una situazione problematica, bensì la sua esasperazione.
Chiediamo al sindaco di Borgaro Torinese di ripensare alla sua proposta e fare un passo indietro, individuando soluzioni più attente ai diritti umani, meno stigmatizzanti, in linea con la costruzione di una società includente e attenta al superamento dei problemi e non alla creazione di barriere conflittuali. Lo facciamo insieme a tanti cittadini e cittadine, associazioni, membri della società civile: chiediamo a tutte e tutti di inviare le proprie mail a sindaco@comune.borgaro-torinese.to.it.
Inviatele anche a noi:
antirazzismo@lunaria.org
e
all’associazione Straniamenti straniamenti@gmail.com
le pubblicheremo sul sito http://www.cronachediordinariorazzismo.org.