Calabria: vento e fuoco

Pierluigi Pedretti torna sul libro di Mauro Francesco Minervino

Nella Calabria del 2021 devastata dagli incendi (e dal Covid) è utile riprendere in mano il libro, uscito diversi anni fa, di Mauro Francesco Minervino, La Calabria brucia (Ediesse: pp. 190 euro 10). “Domani pagheremo con le frane e le alluvioni ciò che il fuoco ha distrutto d’estate. Con il seguito dissimulato e peloso di pretese e lamentazioni rituali. La pianificazione del territorio in questa regione è una piaga. Si costruisce ovunque, non c’è più la campagna, il sacco del territorio favorisce l’espansione senza limiti. Il paesaggio è abusato, la bellezza dei luoghi stuprata di continuo”. Non era certo un veggente Minervino quando nel 2008 scriveva queste parole nel suo testo amaro, colmo di amore e di odio, per questa terra per molti versi irredimibile. Le sue sono le parole di un acuto osservatore di luoghi e dei suoi abitanti, di genti che vivono e si dannano in questa regione così martoriata. Se siete uomini e donne arrabbiati e ancora non domi, se credete che ci sia ancora la speranza di cambiare nonostante siate esausti da decenni di parole inconcludenti di politici e istituzioni, se vi indignate ancora per i comportamenti incivili dei vostri concittadini, se avete a cuore la vostra regione, allora (ri)leggete il libro dell’antropologo calabrese. Minervino costruisce un testo immediato, sociale, che legge il presente per cambiare il domani. Urge nell’autore la necessità di sollecitare i conterranei a modificare le loro abitudini, ad acquisire maggiore senso civico per quella rivoluzione che allontani incapaci, corrotti e catastrofi, sferzando politici e maggiorenti.

Prendendo spunto dagli incendi di due estati prima in «La Calabria brucia» percorre in lungo e largo, in un viaggio reale e metaforico, la regione e i suoi problemi, siano essi disastri naturali o umani. Avidità umana, scarso senso civico, una classe politica incapace o corrotta, un’imprenditoria spesso rapace, la criminalità pervasiva lasciano poco spazio alla speranza. Ci sono capitoli che sono piccole perle di un libro imprescindibile; oltre la semplice analisi dei roghi, vanno al cuore del problema: l’ethos del calabrese. Come dimenticare «Ragazzi di Duisburg» oppure «Quel mare tanto amaro» (sul suo amico Enzo Siciliano) o ancora il capitolo sul fotografo Oliviero Toscani chiamato dalle istituzioni locali a raccontare la Calabria («Dovremmo davvero smetterla una buona volta di farci raccontare e imbalsamare dagli altri»). Il testo di Minervino appare apocalittico, pessimista, ma come dargli torto se a distanza di molti anni i problemi appaiono irrisolti? L’autore a stento trattiene l’indignazione con una scrittura che nella foga di denunciare diviene a volte ridondante e retorica. Predomina l’io narrante ma è proprio dallo sguardo personale che nasce il suo lavoro, il suo narrare. Eh sì, perché di narrazione si tratta, quand’anche in apparenza possa sembrare reportage di viaggio e resoconto antropologico, Minervino sceglie una forma di scrittura ibrida che racconti per appassionare, per sedimentarsi nelle coscienze. Leggere della Calabria è penetrare in uno stato stato d’animo sofferenziale, è andare a fondo delle particolarità ma anche di una comune condizione sociale e culturale dei tanti Sud possibili intorno a noi che prima di essere luoghi fisici di stupefacente bellezza e di ordinaria o orribile bruttezza lo diventano nella mente di chi li abita. Luoghi che assurgono a simbolo universale di una condizione precaria e dolorosa della vita.

 

Redazione
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2 commenti

  • Gian Marco Martignoni

    A proposito degli incendi in Calabria,ma non solo, viene spontaneo domandarsi, dopo aver letto gli interventi di Tonino Perna su Il manifesto a proposito delle buone pratiche instaurate dall’ex presidente del Parco dell’Aspromonte per prevenire la devastazione di quel territorio, il perchè di uno stato così grave e scellerato di abbandono di questa regione “disgraziata “. Giustamente Pierluigi Pedretti ripropone la lettura di un libro davvero incendiario sulle cause di tale degrado, un libro che meriterebbe di essere letto e diffuso in ogni ordine e grado delle scuole non solo di quella regione

  • Pierluigi Pedretti

    Aggiorno la situazione. Ieri (17 agosto) il quinto morto a causa dei fuochi, un uomo di 78 anni di Acquaro(RC), trovato carbonizzato. Se fosse accaduta una tragedia del genere in altra regione immagino la rabbia. Qua tutto tace.
    P.S. Un carabiniere in ferie sul Tirreno cosentino è morto per malore dopo una lite in spiaggia. Aveva richiamato dei bagnanti che sporcavano.

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