Camicie verdi e camicie nere a Milano
La manifestazione nazionale della Lega contro l’immigrazione insieme a Casa Pound
di Saverio Ferrari (*)
La manifestazione nazionale “Stop all’invasione”, ovvero all’immigrazione, promossa per il 18 ottobre dalla Lega a Milano, segna
un indubbio punto di svolta. In gioco, più di quanto si pensi, sarà la stessa leadership nel centro-destra, ormai a due teste, con Forza Italia e il Nuovo Centro Destra, da un lato, a contendersi la parte “moderata” dell’elettorato, la Lega e i Fratelli d’Italia, dall’altro, a marcare l’ala più radicale in linea e sintonia con le peggiori formazioni razziste europee. Anche gli ultimi sondaggi segnalano un avvicinamento sul piano del consenso fra i due poli, con Fi e Ncd, sommati assieme, poco sotto il 20%, e la Lega più FdI attorno al 12%, con il partito di Salvini in risalita all’8%. Per altro proprio il 18 ottobre i Fratelli d’Italia terranno in contemporanea a Reggio Calabria una loro iniziativa contro Mare Nostrum, non certo una coincidenza. Con la manifestazione di sabato prossimo – fra i venti e i trentamila i partecipanti previsti, circa duecento i pullman già organizzati – la Lega intenderebbe oltre tutto prenotare la candidatura di Matteo Salvini a sindaco di Milano.
La mobilitazione, con corteo da Porta Venezia fino a Piazza Duomo, metterà in mostra anche il nuovo volto leghista dopo la svolta delle ultime elezioni europee: un partito meno “padano”, capace di muoversi sul piano nazionale, sempre più a immagine e somiglianza del Front national di Marine Le Pen in Francia, ormai il vero modello da seguire. L’annunciata costituzione della cosiddetta Lega dei popoli nel centro-sud, un insieme di sigle e realtà locali, fra le più disparate, con cui federarsi, sostanzierebbe la nuova strategia. Ma le novità non finiscono qui. La Lega punterà infatti nei prossimi mesi in due direzioni. A raccogliere sul piano sociale, attraverso atti di disobbedienza fiscale e occupazioni di piazze, le proteste che quasi un anno fa già furono dei “forconi”, ma anche a convogliare nella propria orbita l’estrema destra, puntando a fruire dell’appoggio delle sue sedi e dei suoi militanti, candidandosi a vero partito di riferimento.
Matteo Salvini, come noto, ha fatto visita nei giorni scorsi a Casa Pound, a Roma, nel palazzo occupato di via Napoleone III. Scopo dell’incontro, presente Gianluca Iannone, proprio la gestione della Lega dei popoli, che si dovrebbe giovare del supporto dei militanti neofascisti. Voci indiscrete hanno anche fatto trapelare che a Casa Pound sarebbe arrivato, sempre dalla Lega, un consistente aiuto finanziario a titolo di rimborso per l’ultima campagna elettorale in centro Italia coronata dall’elezione di Mario Borghezio. Un toccasana per “i fascisti del terzo millennio” che verserebbero in cattive acque finanziarie, nonostante l’apertura di ristoranti e osterie fra Roma, Milano e Malaga, con debiti non indifferenti accumulatisi in questi anni. La trasformazione nei fatti di Casa Pound in un’articolazione della Lega nel centro-sud potrebbe risolvere anche questi problemi. In comune lo slogan “prima gli italiani” e l’idea dei “confini da difendere” tramite l’esclusione, la discriminazione e l’imbarbarimento della convivenza civile.
Ma alla manifestazione “contro gli immigrati” del 18 ottobre non sfilerà solo Casa Pound. Parteciperanno ufficialmente anche quelli di Progetto nazionale (la sigla di copertura del Veneto fronte skinheads), di Destra per Milano, di Patria e Libertà (un grottesco rimasuglio monarchico), di Lealtà azione (ovvero gli Hammerskin), del movimento Patriae che ha raccolto i fuoriusciti di Forza nuova, più un’altra serie di sigle del variegato universo neofascista. Sul palco dunque Salvini e forse Iannone, sotto nugoli di camicie verdi e camicie nere.
La risposta della Milano democratica risulta affidata a un arco di forze composto da comunità straniere, coordinamenti studenteschi, centri sociali e sezioni sparse dell’Anpi, più le formazioni della sinistra comunista (Prc, PdcI, Pcdl) riunitisi attorno al cartello di “Milano meticcia, antifascista e antirazzista”. L’appuntamento per loro è alle 15 in Largo Cairoli per un contro-corteo nel centro cittadino.
Silente l’intellettualità progressista, così il centro-sinistra, a partire dal suo sindaco. Non proprio una novità. (Milano, 15 ottobre 2014)
(*) Questo articolo è stato ripreso sabato sul quotidiano «il manifesto». Ricordo che Saverio Ferrari è autore di libri importanti (recensiti anche qui in blog) e che dal 1999 dirige l’«Osservatorio democratico sulle nuove destre» (www.osservatoriodemocratico.org) che resta un fondamentale e aggiornatissimo punto di riferimento su un fenomeno sociale, politico ma anche criminale che i principali media si guardano bene dal raccontare seriamente. (db)
“Silente l’intellettualità progressista, così il centro-sinistra, a partire dal suo sindaco. Non proprio una novità.”
… A proposito di masochismo, leggo qui da Altrove Terra le dichiarazioni di Giuseppe Piero Grillo … ( Mi ) Domando se Dario Fo abbia qualcosa da dire. Anche, Marco Travaglio hai qualcosa da dire ?
– Non proprio una novità.
P. s.: Non che mi rincuori l’aver scritto – 2 anni fa, quando tante e tanti erano così attratti da Grillo … Dario Fo lo è ancora – che M5S sarebbe stato il Cavallo di Troia per il neofascismo in Italia. Aggiungo, qui su Altrove Terra la lezione #1, che menziono brevemente se interessa a qualcuna/qualcuno, è che il compito/dovere/obiettivo #1 è Curare il Dialogo. Perché si impara attraverso il dialogo, perché si convive attraverso il dialogo, perché ci si muove VERSO la democrazia attraverso il dialogo, perché SI COSTRUISCONO SOLUZIONI CONDIVISE attraverso il dialogo. Imparare è risolvere un conflitto, più o meno astratto/concreto. Imparare a imparare significa imparare a risolvere questo genere di conflitto. Il conflitto si può risolvere attraverso il dialogo – altrimenti non si fa altro che riprodurre il conflitto oppure complicare ulteriormente il conflitto – fino a quando il conflitto esplode e diventa VIRALE – cioè si trasforma in GUERRA. Ecco perché il compito/dovere/obiettivo #1 è Curare il Dialogo.
Scritto questo, adesso possiamo tornare a insultarci, in attesa delle bastonate e così via.
Saluti a Dario Fo.
Firmato: “Schizzo di Merda”