Canfora, Dogliani, Ercolani, Natoli, Pagliariccio e Giacomo Stella
6 recensioni – non solo giallo/noir – di Valerio Calzolaio
Luciano Canfora
«1956. L’anno spartiacque»
Sellerio
188 pagine, 16 euro
Colonie. 1956. Ricorre il sessantesimo anniversario di un anno tra i più importanti del Novecento per la storia sia del comunismo sia del colonialismo, per l’Ungheria, allora “satellite” della Russia e per l’Egitto, allora già ex colonia di Francia e Inghilterra. Il grande storico Luciano Canfora ripercorre il “1956. L’anno spartiacque”, dalle elezioni politiche francesi del 2 gennaio. Sia i due eventi, il XX Congresso di febbraio del Pc in Urss e l’annuncio della nazionalizzazione del Canale di Suez di luglio, sia le due invasioni parallele d’autunno, il 4-5 novembre, l’Operazione Turbine dei sovietici e l’occupazione del Sinai da parte delle truppe anglo-francesi e israeliane, nacquero in contesti e con presupposti diversi ed ebbero effetti molto differenti, nell’immediato e nel lungo periodo. L’edizione originale è del 2008, la presente riedizione celebrativa nella collana principale è utile lettura per tutti (anche segnalando il carattere non effimero della Brexit).
Paolo Ercolani
«Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio»
Marsilio
318 pagine per 17,50 euro
Qui, non solo là. Da non più di 200.000 anni, forse meno. Il filosofo Paolo Ercolani (Roma, 1972) prende in esame la scelta messa in piedi e condotta dagli esseri maschili di sottolineare, in teoria e in pratica, la disgrazia e l’inferiorità rappresentate dall’essere femminile. Le prove colpiscono uomini di ogni credo e livello, si trovano trasversalmente in tutte le culture, nelle religioni antiche e moderne, nel mondo greco e latino, negli “-ismi” recenti e contemporanei. Il rapporto che si instaura fra uomo e donna è impostato sul “potere” e gli uomini impongono alle donne ruoli di prede e vittime. Il bel testo s’intitola “Contro le donne. Storia e critica del più antico pregiudizio”, un pregiudizio misogino con conseguenti violenze e discriminazioni materiali, che «esiste e lavora nell’oscurità dell’animo di ognuno di noi».
Mario Dogliani
«Costituzione e antipolitica. Il Parlamento alla prova delle riforme»
Ediesse – Crs
244 pagine, 13 euro
Italia. 1948-2016. Fra qualche settimana voteremo per il referendum costituzionale. Con grande serietà l’emerito costituzionalista Mario Dogliani (Torino, 1946) spiega perché sia meglio scegliere il “no”. L’utile e tempestivo volume “Costituzione e antipolitica. Il Parlamento alla prova delle riforme” rielabora e aggiorna precedenti saggi pubblicati fra il 2011 e il 2015; non si tratta quindi di giudizi contingenti e strumentali. C’è un filo forte del pensiero scientifico italiano che mostra la fragilità culturale e l’intrinseca contraddittorietà del testo (pure scritto male a detta degli stessi estensori) approvato definitivamente il 12 aprile 2016 da una modesta maggioranza. Basta vedere come verrebbe complicato enormemente l’iter di “formazione delle leggi”, articolo 70. La collana è del Centro per la Riforma dello Stato, il saggio finale di Roberta Calvano.
Luigi Natoli
«I beati Paoli»
Sellerio
Due volumi di 1259 pagine complessive a 25 euro
Centro storico di Palermo. 1689-1719. L’insegnante, giornalista, scrittore (31 romanzi d’appendice e 330 racconti, i primi con lo pseudonimo William Galt) e studioso libertario Luigi Natoli (1857-1941) pubblicò a puntate sul «Giornale di Sicilia» dal maggio 1909 al gennaio 1910, un lungo testo di gran successo sulle avventure della misteriosa confraternita denominata “I Beati Paoli” nel groviglio di vicoli e cunicoli tra Palazzo Reale, la Cattedrale, Porta Carini e il vicolo degli Orfani. La“setta tenebrosa” esistette davvero, le radici affondano nel Cinquecento, le imprese si svolgono fra sentenze e riti, violenze ed esecuzioni, servizi segreti e protomafia. La riedizione consente di affrescare in modo mirabile e divertente una parte epica della storia siciliana, che ha trovato spazio in vie e locali di varie zone d’Italia. Non a caso il grande regista Giuseppe Tornatore sta girando la relativa fiction di 12 puntate.
Giacomo Stella
«Tutta un’altra scuola»
Giunti
126 pagine, 10 euro
Italia. 2010. La legge 170 dell’8 ottobre 2010 per la prima volta riconosce disturbi come dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia (DSA) che – ecco il punto e la differenza dai ritardi cognitivi (!) – «si manifestano in presenza di capacità cognitive adeguate, in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali, ma possono costituire una limitazione importante per alcune attività della vita quotidiana». Il “padre” culturale delle norme è Giacomo Stella, un bravissimo professore universitario di psicologia clinica, fondatore dell’Associazione Italiana Dislessia. Il suo ultimo libro è “Tutta un’altra scuola” e andrebbe letto da chiunque frequenta le scuole per studiare, insegnare, sistemare, amministrare, o accompagnare altri. L’idea centrale è che il sistema scolastico continua a immaginare una realtà (sociale e familiare) che non esiste più, fa male e rende spesso fragili e devianti. Non a caso la legge 70 non viene ancora applicata. Studiare per capire.
Gabriele Pagliariccio
«Morire senza salute»
Dissensi
156 pagine, 12 euro
Italia 1948-2016, Ecuador 2006-2016. L’articolo 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: «ogni persona ha diritto a un adeguato livello di vita che assicuri a lui e alla sua famiglia la salute e il benessere … cibo, abitazione, assistenza medica, servizi sociali …». Il medico chirurgo marchigiano Gabriele Pagliariccio (Corinaldo, 1963) nel bel volume “Morire senza salute” illustra contenuti ed evoluzione del principio, collocandolo nell’esperienza italiana. Un anno spartiacque fu il 1978: conferenza Onu di Alma Ata sull’assistenza sanitaria di base, nostra legge istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale. Mostra con dati ed esempi un diritto sotto attacco e largamente inapplicato. Così aggiunge un terzo capitolo (e una stupenda appendice fotografica) dedicato all’innovativa solidale esperienza del piccolo Ecuador. Efficace l’introduzione di Luigi Ciotti, che ricorda i problemi italiani: squilibrata distribuzione, logiche partitiche, favoritismi, corruzione.