Caprioti, Carrino, Hobbs, Marck e Piazzese

Non solo giallo/noir: 5 recensioni di Valerio Calzolaio  (*)    

Atlantic City e Kuala Lumpur. 48 ore di luglio scorso e qualche settimana di cinque anni fa. L’Ombra è un 36enne che vive, dorme, mangia solitario, non si fida di nessuno, solo una trentina di persone sanno che esiste, fa il rapinatore da quasi venti anni e ha cominciato appena maggiorenne, quando non lavora traduce i classici (greci e latini). Non ha nome né telefono fissi, paga in contanti. Odora di pepe nero e coriandolo, è alto un metro e ottanta, cambia sempre tutto il resto: identità, aspetto, residenza, mezzi. E’ un impostore professionista, ha imparato da Angela, niente droghe, mutui, fidanzate e omicidi inutili. E’ il migliore e nessuno lo conosce. Cinque anni prima in Malesia con lo pseudonimo Jack Delton ha commesso giustificabili errori che hanno fatto saltare un immenso furto e gli ultimi legami (anche con lei). Lo trova il committente di allora: per tornare pari deve ritrovargli i soldi di un colpo finito male in un casinò. Due belle avventure in prima per l’esordio del 22enne Roger Hobbs («L’ombra», Einaudi 2013, pagg 342 euro 19; originale «Ghostman» 2013, traduzione di Alfredo Colitto), presto un film. Noce moscata e Vivaldi.

 

Giuseppe Capriotti

«L’alibi del mito. Un’altra autobiografia di Benvenuto Cellini»

Il melangolo

80 pagine, 12 euro

Firenze 1545-1554. Cellini (1500-1571) in nove anni di fatiche realizzò il Perseo bronzeo per Piazza della Signoria e, in contemporanea, alcune sculture di marmo. Fra di esse tre (Ganimede, Apollo e Giacinto, Narciso) sono una sorta di biografia (connessa ai sonetti): tramite miti greci legati all’omoerotismo, raccontano il suo rapporto con il garzone e modello 14-15enne Fernando da Montepulciano. Lo studioso e ricercatore marchigiano Giuseppe Capriotti, attraverso testimonianze, immagini, testi letterari e archivistici indaga «L’alibi del mito. Un’altra autobiografia di Benvenuto Cellini». Interessante e originale.

 

Erice e (falso) arcipelago della Spada dei Turchi. Ferragosto scorso e decenni fa. Il docente biologo marino (Sagittario) Lorenzo Marlowe La Marca cerca fresco con Michelle e due ex sue dottorande in partenza per un master in Germania. Per caso ritrova Rizzitano, un vecchio compagno di studi (quello che gli aveva affibbiato il soprannome). Si bacchettano su ironia autoironia, fra ossimori e Sessantotto cominciano a rievocare la minuscola isola stretta e lunga, dove a più riprese trascorsero piacevole tempo in gioventù. I pochi abitanti erano vecchi indigeni (un tempo vi funzionava la tonnara), stravaganti del continente lì migrati, turisti stagionali, in contatto con terra più ferma tramite rari aliscafi o traghetto. Vi aveva incontrato personaggi memorabili, innanzitutto il barista Zeno Milocco e la splendida sensuale moglie Marianna dai capelli corvini. Vi accadde un banale conflitto fra due tipi, segnò la perdita dell’innocenza. Un lento romanzo di formazione per l’ottimo Santo Piazzese («Blues di mezz’autunno», Sellerio 2013, pagg. 164 euro 12), in prima, rielaborazione ed evoluzione di un precedente racconto. Juke-box e aragoste.

 

Luigi Romolo Carrino

«Il pallonaro»

GoWare editore

162 pagine per 4,99 euro (ebook)

Campionato di calcio italiano. Il 45enne napoletano Luigi Romolo Carrino è uno degli scrittori più originali e stranianti dell’ultimo decennio. Leggerlo è una gran fatica che alla fine rende soddisfatti della scelta. Nel nuovo più godibile romanzo «Il pallonaro» racconta il mondo dei calciatori omosessuali. Nudi insieme negli spogliatoi, virili in campo, meglio non farlo, comunque non dirlo. L’attaccante Di Martino arriva in serie A con i verdenero, si mette col portiere. Il suo procuratore sapeva tutto e gli procurava marchette, ora lo inserisce nella potente rete di insospettabili campioni, che esclude però relazioni interne. E son guai. Da leggere.

 

Bernard Marck

«Antoine de Saint Exupéry. Il pilota scrittore»

traduzione di Marco Pegoraro

Odoya

pagine 544, euro 28

Cieli. 1900-1944. Saint Exupéry era un pilota e scrisse vari libri sui primi voli aerei, vincendo premi letterari. Nel 1943 uscì (prima negli Usa in inglese!) lo straordinario famosissimo romanzo «Il piccolo principe» tradotto in 250 lingue. Morì l’anno dopo, ad armistizio firmato, mentre era in giro di ricognizione sul Tirreno, colpito da un caccia tedesco davanti alla costa di Marsiglia. Lo scrittore e giornalista Bernard Marckci consegna «Antoine de Saint Exupéry. Il pilota scrittore», una biografia arricchita da foto distinta in due parti (due volumi nell’originale francese): sete di esistere (1900-1936), gloria amara (1936-1944).

(*) Le recensioni di Valerio Calzolaio escono in prima battuta sul settimanale «Il salvagente». Segnalo che di Carrino sono apparsi in blog un paio di racconti. (db)

 

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