Carcere minorile, rivolta al Pratello
redazione Diogene
Sabato scorso una cella data alle fiamme, lunedì una mini rivolta dei giovani reclusi nel carcere minorile del Pratello a Bologna. E’ intervenuto sia il personale interno al minorile che quello della penitenziaria in servizio alla Dozza e la polizia. Poi i disordini avrebbero interessato anche il secondo piano dove risiedono i maggiorenni. Ci sarebbero stati alcuni trasferimenti.
Sulla vicenda è intervenuto con una nota l’ufficio del Garante dei detenuti di Bologna che, partendo dalla situazione appena verificata, spiega come si sono svolti i fatti.
“Si è avuto modo di effettuare un sopralluogo a ridosso degli accadimenti, cinque le celle attualmente inagibili: due al primo piano detentivo, in ragione degli eventi critici verificatisi durante il fine settimana; tre al secondo piano, interessate dai fatti di ieri (in due di esse è stato appiccato il fuoco e in una risulta essere stata in parte divelta la porta blindata)”.
Ma il garante parla anche di quanto sia preoccupante l’inadeguatezza delle vie di fuga, in relazione alle condizioni di sicurezza della struttura, “nella malaugurata evenienza in cui, in caso di incendio di ampie proporzioni, dovesse configurarsi la necessità di evacuare i ragazzi”.
I disordini si sono consumati interamente all’interno della sezione detentiva, i cui accessi erano stati bloccati da parte degli operatori penitenziari. “A seguito dei fatti – si legge ancora nella nota – tre ragazzi maggiorenni sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale di Bologna. Sempre secondo l’ufficio del Garante, il deterioramento del contesto detentivo dell’istituto penale per i minorenni affonda le proprie radici nell’apertura del secondo piano, risalente a circa un anno fa.
“Tale opzione organizzativa ha comportato nei fatti il raddoppio della capienza regolamentare all’interno di un contesto strutturale inadeguato con evidenti ricadute anche sulle condizioni di vita dei ragazzi, le cui fragilità si sono con tutta evidenza amplificate.
Peraltro – viene sottolineato – non si è corrisposto all’aumento della capienza regolamentare con ampliamenti degli organici degli operatori della sicurezza e dell’area educativa”. Oltre agli ospiti, la situazione ha messo alla prova il personale esposto a situazioni di maggiorata tensione che, “se prolungate nel medio/lungo periodo, si teme possano anche andare a incidere sulla congruità degli interventi posti in essere da parte degli stessi operatori”.
I disordini di Bologna sono solo gli ultimi in ordine temporale di un anno che sembra aver visto difficoltà senza precedenti in tutti gli istituti penali per i minorenni, da Nord a Sud della Penisola, comprese le isole. “Nel complesso della detenzione minorile non si contano più gli eventi critici – conclude la nota – i danneggiamenti e le aggressioni in danno del personale, risultando a questo punto non più differibili un’urgente e risolutiva riflessione su quanto sta accadendo, nonché conseguenti interventi congrui rispetto all’attuale contesto”.
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