Cari alieni (fra noi)

di Alessandro Ghebreigziabiher (*)

Quando i resti mummificati di un umanoide furono trovati in una città mineraria abbandonata nel deserto cileno di Atacama nel 2003, le speculazioni sulle sue origini si scatenarono. Lo scheletro, che è stato venduto a un collezionista privato in Spagna, era così bizzarro che è apparso in un documentario come prova potenziale di vita aliena.
Ora gli scienziati californiani hanno estratto il DNA dalle ossa e
ricostruito la vera, tragica storia di Ata. Piuttosto che un visitatore di un altro mondo, era una bimba forse nata morta, o deceduta subito dopo la nascita, con devastanti mutazioni sul suo corpo.
Nonostante fosse alta solo 15 centimetri, le ossa avevano alcune caratteristiche di un bambino di età compresa tra i sei e gli otto anni. Invece di 12 coppie di costole, Ata ne aveva solo 10 paia, e la testa era a forma di cono allungato.

Perdonaci.
Ti chiediamo scusa, Ata, se abbiamo travisato il vero.
Perché è questo ciò che facciamo noi adulti.
Glorifichiamo puntualmente l’errore condiviso, a discapito dell’eccezionale fuori luogo.
E’ che pensavamo che fossi troppo diversa.
Da noi altri e da tutto quel che ci rassicura.
Non può essere una di noi, ci siam subito detti innanzi al capo allungato a dismisura.

Ma non è stato per le dimensioni del cranio, bensì del contenuto.
Perché al di là delle superficiali giustificazioni, ciò che ci spaventa di più è il dentro delle cose.
Nello specifico, un cervello di grandezza superiore, con la propensione ad estendersi verso l’alto.
Ovvero, ragione e fantasia che puntino la volta celeste come unica direzione possibile.
Cerca di capire i nostri limiti, innanzi alla pericolosa miscela.
Ancora oggi, laddove sia presente in una bambina, o futura donna che sia, vien temuta come la più potente arma di liberazione di massa.
Noi temiamo gli alieni, sì.
E il più delle volte facciamo di tutto per isolarli e provocar loro sofferenza.
Ma non quelli che piovano dal cielo nei racconti o minino il nostro futuro tra gli effetti speciali dei film.
Quelli siamo noi travestiti, in realtà.
Gli extra umani che la nostra società si ostina a escludere dall’album familiare vivono accanto a noi, e come te sono in credito delle nostre scuse, come minimo.
Siamo noi i loro invasori.
Siamo noi il risultato di un’equazione innaturale, che comporta la cancellazione delle forme inaspettate.
Siamo noi, infine, che dimostriamo con i fatti di non appartenere alla terra che ci ospita.
Perdonaci, quindi, e perdonateci tutti voi.
Perché nel tempo concesso da un destino distratto, spesso crudele, abbiamo perso l’occasione di allargare il cuore e non gli occhi.
Innanzi a voi.
Care, meravigliose creature.

(*) Ripreso da «Storie e Notizie» (numero 1564) che Alessandro Ghebreigziabiher così presenta: «Il blog Storie e Notizie ha iniziato a muovere i suoi primi passi verso la fine del 2008 e contiene racconti e video basati su reali news prelevate dai maggiori quotidiani e agenzie di stampa on line, al seguente motto: “Se le notizie sono spesso false, non ci restano che le storie”. L’obiettivo è riuscire a narrare le news ufficiali in maniera a volte fantasiosa, con l’auspicio di avvicinare la realtà dei fatti più delle cosiddette autorevoli fonti di informazione. La finzione che superi la verità acclarata nella corsa verso la comprensione delle cose è sempre stata una mia ossessione. “Storie e Notizie” ha un canale Youtube, una sua pagina Facebook e anche la versione in lingua inglese, Stories and News. A novembre 2009 ha debuttato l’omonimo spettacolo di teatro narrazione». RICORDO che qui in bottega «Storie e notizie» viene ospitato – scorrete il colonnino di sinistra e lo troverete – a ogni uscita. [db]

 

 

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