Carlotto, Ferrante, Pievani, Taddia, Thompson e altr*

recensioni – non solo noir – di Valerio Calzolaio (*)

Vari Autori

«Le favole dell’attesa»

Caracò Editore

168 pagine, 15 euro

Paese delle meraviglie. Da zero a novantanove (anni). Ben 42 scrittori e illustratori italiani hanno donato loro opere per una stupenda iniziativa editoriale, «Le favole dell’attesa», un libro curato dalla giornalista Cristina Zagaria, da lasciare nelle salette di strutture socio-sanitarie (reparti, ambulatori, cose così) destinate ad ospitare (anche) bambine e bambini. Sono racconti che possono piacere a persone di tutte le età, anche se ci sono gli intervalli (più) consigliati: da 3 a 5, da 5 a 8 e – circa la metà – da 8 a 12 anni. Acquistatelo o ordinatelo, sfogliatelo o leggetelo, poi lasciatelo dove un bimbo può essere aiutato a distrarsi e a fantasticare.

Telmo Pievani e Federico Taddia

«Il maschio è inutile»

Rizzoli

152 pagine, 15 euro

Specie e generi più o meno in via d’estinzione. Ora. Un filosofo evoluzionista e un giornalista poliedrico, Telmo Pievani e Federico Taddia, hanno raccolto casi da poco resi noti o indagati intitolandoli «Il maschio è inutile». Sostengono che il futuro è donna: nel mondo animale il Maschio è spesso un pesante fardello e le Femmine hanno già trovato il modo di farne a meno. Ognuno dei 36 brevi capitoli segnala un tratto delle relazioni di genere fra le specie (differenze di corporatura, riproduzione, omosessualità ecc.) e la vicenda di uno specifico uomo contemporaneo (il maschio di compagnia senza sesso, il massaggiatore mordi e fuggi a Parigi ecc.) che smentiscono l’utilità della mascolinità tradizionale o sbandierata. Evviva!

Telmo Pievani

«Evoluti e abbandonati…»

Einaudi

276 pagine per 18,50 euro

Da circa duecentomila anni fa, finora sulla Terra. Il bravissimo filosofo evoluzionista 44enne Telmo Pievani prende spunto dal casuale incontro in Italia fra uno scienziato alieno e uno psicologo evoluzionista davanti al servizio televisivo su una direzione nazionale del Partito democratico per riflettere su Darwin e il darwinismo. Ne vien fuori un libro denso e interessante: «Evoluti e abbandonati. Sesso, politica, morale: Darwin spiega proprio tutto?» con utile glossario e ricchi riferimenti bibliografici. E decisivi spunti per un’ecologia del comportamento umano, dalle prime ondate migratorie alle differenti strategie di adattamento della (“nostra”) specie umana sapiente.

Massimo Carlotto

«La via del pepe»

Edizioni e/o

4e pagine per 9,50 euro (illustrato e cartonato)

Lampedusa. Ieri. Un mafioso libico era al timone di una carretta lungo le coste del Maghreb, verso la Sicilia. Un bimbo era appena nato a poppa, subito dopo il peschereccio Firouz collassò, 153 persone perirono. Fra di loro vi è Amal Dembélé, nel deserto il nonno Boubacar, bravo celebre foggara, gli aveva dato cinque grani di pepe da tenere sempre in mano, come protezione. Il nipote sta affondando, cerca un’altra soluzione per salvarlo, la Luna e la Morte ne parlano. Il grande Massimo Carlotto ha scritto una finta fiaba africana per europei benpensanti, «La via del pepe» arricchita da belle sguscianti illustrazioni colorate di Alessandro Sanna. Da leggere e regalare.

Jim Thompson

«Diavoli di donne»

traduzione di Luca Briasco

Einaudi

210 pagine, 14 euro

Province degli Stati Uniti meridionali. Cinquant’anni fa. Il commesso viaggiatore Frank Dolly Dillon, mentre arranca per sopravvivere con ricca parlantina, si ritrova nuda fra le braccia la giovane graziosa Mona Farrell, capelli biondi ondulati e grandi occhi scuri, nipote di un’arpia che la usa e mette da parte i soldi. Interviene la moglie di Frank ed emergono vecchi e nuovi crimini. Un altro delizioso romanzo del mitico (e poco apprezzato in vita) James Myers Jim Thompson (1906-1977) riedito in Italia per la goduria degli appassionati, «Diavoli di donne» (“A Hell of a Woman”) in prima divertente e opportunista.

Napoli, 1976 – 2011. Lila, nata nell’agosto 1944, bruna nervosa, incinta a 16 anni, separata, un figlio, sempre nello stesso rione, mai in treno o aereo, a 32 è un’imprenditrice informatica in carriera (con Enzo). La coetanea bionda tranquilla Lenù si è sposata bene a Firenze, due figlie, pubblicati due bei libri impegnati, a 32 fugge con l’amore di gioventù (che tiene famiglia). Dal 1979 si ritrovano, dopo un po’ nella stessa palazzina. Entrambe ora hanno un’altra figlia (nomi di madri e bambole), il 16 settembre 1984 scompare quella di Lila, nulla sarà più lo stesso in maturità e vecchiaia (Lenù a Torino). Il quarto tomo della stupenda lavorata opera dello pseudonimo Elena Ferrante («Storia della bambina perduta», e/o 2014, pagine 456 euro 19,50), Elena in prima, mantiene eccelsi logica e stile: indulgenza e rabbia, empatia e distacco, entusiasmi e depressioni. Riconoscimenti o somiglianze poco importano: piacere puro di narrare e leggere. Politica e sociale hanno ruolo vero: pentapartito, mani pulite, Valenzi, Moro, camorra, Br, terremoto, computer. Tutto filtrato da donne nate povere, un soffio quando le vite non s’intrecciano. Meraviglioso: non perdetevelo!

(*) Tutte le recensioni di Valerio Calzolaio escono in prima battuta sul settimanale «Il salvagente».

 

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