Dal festival Alta Felicità Valle di Susa

29-30-31 luglio 2022: cartoline raccolte da Maria Teresa Messidoro (*)

Il racconto del Festival attraverso parole e fotografie delle sue protagoniste e protagonisti.

“Mi chiamo Patrizia, ho 65 anni, insieme a mio marito Enzo (67 anni), veniamo da Torino e abbiamo collaborato al festival perché crediamo fermamente da più di 25 anni alla causa No Tav. I primi anni del festival avevamo partecipato come semplici spettatori, ma vedendo quanta gente lavorava perché tutto fosse realizzato al meglio, decidemmo di partecipare collaborando alla caffetteria. Perché partecipiamo? Perché non è possibile fare diversamente… L’abbiamo nel cuore e perché abbiamo conosciuto persone meravigliose. ”

“Mi chiamo Monica, ho 54 anni e vivo a Torino insieme a Fabio, ma le mie origini sono valsusine: sono infatti nata ai piedi di quel meraviglioso monumento che è la Sacra di San Michele, ho passato su quelle montagne infanzia, giovinezza ed età adulta! Fabio il mio compagno ha conosciuto la valle di Susa insieme a me e l’ha immediatamente amata.

Questa lotta contro il super treno ha creato negli anni amicizia e condivisione e ha portato alla nascita del Festival Alta Felicità, che ogni anno a Venaus raccoglie una comunità di persone libere e pensanti che hanno voglia di gridare che un altro mondo è possibile!!

L’ultimo fine settimana di luglio a Venaus si respira aria buona per i polmoni e per il cuore e a me e Fabio essere parte del Festival rende felici.   Non potremo essere altrove   perché il festival ti rende impossibile la tristezza, ti fa allargare le braccia verso chi arriva, ti fa sorridere, ti emoziona per ogni compagna e compagno che rivedi dopo un lungo anno …. Il festival ti fa davvero capire che si, esiste un modo migliore per vivere!

Essere “staff” al Festival alta felicità è il nostro modo per dare una mano alla causa No tav e a tutto il movimento ed è il  nostro modo per dire che nella vita c’è sempre la parte giusta dalla quale stare. E noi stiamo con le montagne. “

“Mi chiamo Marcello, ho 31 anni e sono residente a Torino.  Sono un docente precario, maestro di sostegno nella scuola primaria. Il mio incontro con la battaglia No Tav risale al gennaio del 2010, quando ancora frequentavo la scuola superiore.. Da quando è stato organizzato per la prima volta il Festival dell’Alta Felicità ho cercato di partecipare come volontario tutti gli anni. Collaboro al festival perché penso sia un momento importante per il rafforzamento del movimento e un valido strumento per far conoscere la battaglia contro l’alta velocità anche al di fuori della valle o dei circuiti militanti. Organizzare un evento musicale gratuito di queste dimensioni e riuscire a conciliarlo con il rispetto per gli abitanti del territorio penso sia un esempio efficace di come si sia costruito il radicamento No Tav. Allo stesso modo reputo fondamentale riuscire a combinare l’offerta musicale e culturale del festival con la possibilità di ampliare la partecipazione alle iniziative di lotta, come dimostrato dalla grande partecipazione alle marce contro il cantiere, organizzate durante i giorni dell’Alta Felicità negli ultimi anni”

“Scarpe vecchie, pantaloni sporchi, gonne e magliette con mille macchie, bandiere nuove al vento: NOTAV”

L’ultimo fine settimana di luglio da sette anni è un appuntamento importante, irrinunciabile per 30-40 mila persone che hanno la necessità, la urgenza, la fame di vedersi in Val di Susa.

Trenta anni di opposizione seria, profonda, documentata contro uno dei più appetitosi malaffari delle mafie, contro una delle devastazioni territoriali più impattanti su suolo, acqua ed aria hanno portato a lanciare il Festival dell’Alta Felicità in val di Susa.

Dal 2016, per decine di giorni, il territorio di Venaus si trasforma in “zona liberata”.

Nell’area del Festival dell’Alta Felicità, circa 150mila mq, non esiste una divisa, un lampeggiante, uno sbirro, esistono oltre 30 mila persone che vivono, discutono, elaborano pensieri comuni, sporcano e puliscono, cucinano e mangiano, suonano ballano lottano marciano contro il TAV (treno alta velocità)

Sono Pio, anziano abitante dei Sassi di Matera, animale della Murgia e di terreni cotti dal Sole, da anni passo quasi una settimana ad abbeverarmi del Festival, a nutrirmi di suoni, voci, odori, polvere, alberi, bambini, compagne, parole, abbracci, pugni chiusi, rabbia;

passo una settimana  regalare le mie storie ed un poco di sudore.

A Venaus non litigano neanche i cento cani liberi.

Trentamila teste ragionano, pongono domande, immaginano risposte luminose.

 

In Valle si ragiona di diritti negati ai detenuti, ai malati, agli anziani, di razzismo, di acqua sprecata e sporcata, di cibo sprecato ed avvelenato, di aria sporcata, di Terra rubata e violata, di informazioni false,  del fatto che da anni le mafie sparano meno perché hanno raggiunto tutti i posti di potere, TUTTI.

Si parla della militarizzazione di un vasto territorio con molti recinti spinati, inavvicinabili, con aree naturali cancellate e carcerate: vuol dire almeno 1000 divise militari sempre presenti su più turni ogni santo giorno di ogni giorno del calendario da almeno venti anni.

Il costo della militarizzazione del territorio NON RIENTRA tra le spese del TAV.

Ogni singolo carabiniere, poliziotto, finanziere, alpino di grado più basso costa comunque ed almeno 150-180 euro al giorno alla Comunità.

Da sette anni il Festival dell’Alta Felicità voluto dal movimento No Tav, vivo da trenta anni, propone alla val di Susa la felicità e l’incontro per ragionare sul futuro in esplicita sottolineata differenza con chi guarda al futuro attraverso i pacchi di milioni di euro, il filo spinato, le ruspe, i blindati.

Siamo tutti nuvole.”

 

Le fotografie sono state scattate da Ugo Usseglio

Al prossimo anno allora. https://www.facebook.com/festivalaltafelicita/

(*) Maria Teresa è, fra l’altro, una delle tante No Tav

 

Teresa Messidoro

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