Celestini e Pasolini: difficile confronto

di Angelo Maddalena

Ho visto il monologo «Museo Pasolini» di Ascanio Celestini su Rai play e poi una breve intervista dal titolo «Teorema» (https://www.raiplay.it/…/Pasolini-Teorema-TV… ). Butto giù due appunti per un confronto aperto.

Nell’intervista citata Celestini sembra a tratti che voglia allontanare un’analisi approfondita della tv come mezzo «elaboratore di messaggi, spirito del nuovo potere» (così Pier Paolo Pasolini). Per due volte sostiene: «la televisione era diversa negli anni ’70»… però proprio Ppp accusava quella tv di allora in modo profetico. Celestini sembra fare melina su certe questioni. D’altronde lui è andato e va in televisione in modo più o meno mediocre (senza mai sognarsi di dire qualcosa contro, come faceva spesso Pasolini) ed è andato anche a un 1° maggio “ufficiale” facendosi censurare e usare: pagato e (s)venduto, lo ha quasi confessato lui stesso in una intervista, C’è un mezzo abisso nei confronti di un Pasolini che diceva pane al pane e vino al vino contro la TV (come si vede nell’intervista di Enzo Biagi nel link sopra). Erano altri tempi ma era anche un altro atteggiamento quello di Ppp rispetto a tipi come Celestini, non direbbero neanche il 10% di quello che diceva Pasolini in tv contro la tv…

Ascanio Celestini – come spesso nelle sue opere degli ultimi anni – rimane in superficie. Finisce il monologo dicendo: «1975, 52° anno dell’era fascista». Bello sì, il riferimento alla continuazione del fascismo ma nessun approfondimento e affondo sul senso che Pasolini dava al concetto di nuovo fascismo: il consumismo, la scuola, la tv, il mutamento antropologico. Sempre la stessa solfa: girare intorno al nocciolo con retorica, capacità di affabulazione eccetera ma poi il nocciolo rimane intoccato.

 

Redazione
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Un commento

  • Sono d’accordo con le tue affermazioni. Difficile raccontare la radicalità della critica feroce di Pier Paolo Pasolini da parte dei rappresentanti di una cultura funzionale al potere, o che facendo finta di essere alternativa continuano a dare “battaglia” ad un nemico ormai arcaico e inesistente. Se “il vero fascismo è la società dei consumi” che tutto omologa nell’ansia di renderci tutti uguali, oggi come allora bisogna avere il coraggio della verità di criticare dal di dentro questo sistema come ha fatto Pasolini e che per questo è stato osteggiato come sappiamo. La banale e feroce televisione, nella sua paternalistica funzione rassicurante è stata utilizzata da Pasolini in modo intelligente, interessante il libro di Gabriele Policardo ( Schermi corsari). “Oggettivamente di fronte all’ingenuità, o alla sprovvedutezza di certi spettatori, io stesso non vorrei dire certe cose. Quindi mi autocensuro.Perché nel momento in cui qualcuno ti ascolta dal video stabilisce verso di te un rapporto, da inferiore a superiore, spaventosamente antidemocratico”. PPP

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