Cento e passa pittori naif – 10
di Mauro Antonio Miglieruolo
Nuova presentazione di pittori Naïve. Otto quadri di otto buoni interpreti di un’arte che a mio parere naïve lo è solo di nome. O, per lo più, lo è solo nelle intenzioni.
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L’arte naïve in realtà esprime il bisogno avvertito da tutti gli artisti del Novecento di rinnovare le forme espressive, gli stili, i contenuti, insieme alla concezione stessa di ciò che è arte.
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Per raggiungere il proprio obiettivo si costruisce una propria specifica ideologia, quella del ritorno al primitivo, al semplice, all’elementare.
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Mentendo a se stessa, poiché la complessità di ciò che esprime (al netto delle tecniche adoperate, sulle quali non possiedo competenza alcuna per dire) è la stessa di tante altre forme espressive.
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Il movimento somiglia molto a quello della fantascienza, che nasce per rifondare la letteratura, alla cui complessità tenta di sottrarsi senza riuscirci. La fantascienza per molti versi semplifica, certamente, basterebbe esaminare le illustrazioni del periodo d’oro per rendersene conto; tuttavia complica anche, perché sotto le vesti dell’elementarietà (che è soltanto stilistica) sfida la grande letteratura, impantanata nello sperimentalismo e nelle angosce esistenziali dell’uomo senza qualità, a prendere di petto, come alla fantascienza riesce fare, le grandi questioni irrisolte del genere umano.