Scuola: solo 118 firmano per togliere i prof dagli sgabuzzini

di Alessandro Congeddu

Luigi Rigoni voleva solo stare in classe ad insegnare

 

Vigilia di Pasqua 2022, in sala professori è in corso una piccola festa prima delle vacanze.

 

Vedo il supplente di Luigi Rigoni e ne approfitto per chiedergli notizie del collega, ora penso sia in malattia.

 

“Macché malattia!” mi dice “Rigoni è rientrato all’inizio di aprile e siccome non si è vaccinato è relegato in uno sgabuzzino nell’ala vecchia della scuola usata ormai solo come deposito, e guarda che prima si è fatto anche tre mesi e mezzo fuori senza stipendio! Ma in che mondo vivi?”

 

Mollo lì colomba e cioccolato e vado a cercare Rigoni.

 

Intendiamoci, sapevo che l’avevano sospeso a dicembre, perché eravamo insieme il giorno in cui il dirigente ci ha chiamato per dirci: <Professori vaccinatevi altrimenti vi devo sospendere…> e Rigoni subito aveva detto che non l’avrebbe fatto mentre io, semplicemente e senza obiettare l’ho fatto e dimenticato pure. Come tutti… Anche a casa mia…, mia moglie, mia figlia, i miei genitori. E senza particolari problemi, a parte un po’ di dolore al braccio…”. Rigoni invece… non ne aveva voluto sapere!

Ma finito lo stato di emergenza, il supplente di Rigoni era sempre lì, ormai da mesi, non vedendolo ho pensato ad una malattia… Diciamo pure, ma chi ci pensava più a Rigoni, sempre tirati come siamo… ecco la verità, anche perché non è che la televisione ti ricordasse tutti i giorni la storia dei professori ribelli…

 

Appena ho superato la porta tagliafuoco che isola la parte vecchia dell’istituto sono stato investito da una musica a palla, a tutto volume, “Who Want to Live Forever”, live at Wembley, 1985, la riconoscerei fra mille altre versioni! Che ca**o sta succedendo mi sono detto? Sono arrivato davanti allo sgabuzzino, non ho dovuto neanche bussare, la porta era accostata.

 

Rigoni era per terra, su un tappetino da yoga, in posizione quasi fetale, le spalle alla porta, un tablet fra le mani, ho detto subito: “Rigoni che fai? Stai male?”. L’ho dovuto gridare in realtà per vincere il baccano dei Queen. Lui come si è accorto si è girato di scatto, spaventato, sorpreso. Era chiaro che non si aspettava di vedermi, era chiaro che non si aspettava di vedere nessuno isolato in questo modo. “Che fai, perché sei sdraiato, stai male?”

 

“Nooo…” dice tirandosi su e abbassando il volume, ”cioè sì, dai, niente, è una storia… è che devo stare qui sei ore ogni giorno, mi viene mal di schiena, io soffro di schiena, non rimango mai seduto per tanto tempo e mi sono anche rotto i coglioni di andare avanti e indietro in questa stanza, la vedi come è, non è che ci sia tutto questo posto, e allora ho portato questo tappetino e di tanto in tanto mi sdraio per rimettere un po’ a posto la schiena… Passo il tempo, devo, son qua… non posso fare altro… Come vi vanno le cose dall’altra parte?”

 

Ecco dunque dove era finito il prof. Luigi Rigoni, uno dei colleghi più apprezzati, sempre sul campo, coinvolto in mille progetti. Uno tosto con le sue idee, pronto a dare battaglia se una cosa non gli va giù., eccolo qui che ostenta noncuranza mostrandosi in tutta la sua umanità umiliata ed offesa.

Che ci faceva lì in quel buco, isolato, in quel posto fuori dal mondo, a esibire un disinteresse che non gli apparteneva? Io non riuscivo a capacitarmene.

 

Avrei voluto dirgli “Ca**o Rigoni, cosa ti hanno fatto” e invece mi è uscito un inutile: “Ma da quanto tempo sei qui?”

“Dal primo aprile” mi fa “perché non lo hai saputo? Mi hanno dichiarato non idoneo all’insegnamento… Ma te l’immagini dopo 30 anni di carriera, siccome non sono vaccinato non sono idoneo. Mi trattano come un impiegato, 36 ore, mi hanno dato anche il badge, timbro il mio cartellino all’ingresso, sei ore qui a non fare un ca**o, ritimbro e me ne vado.”

 

“Mi sono organizzato vedi? Il tablet, il radione… il tappetino, devo stare qui, sono un oggetto, un oggetto inutile, trasportato qua e dimenticato. E vuoi sapere una cosa? Non si accorgono neanche se ci sono o non ci sono. Entro ed esco da un ingresso secondario, e se non venissi se ne accorgerebbe solo con i controlli dei tabulati, a fine mese. Pensa che l’altro giorno mi hanno persino chiuso dentro… il bidello è dovuto tornare a liberarmi… E quando mi ha visto mi fa: <Che ci fa lei qui? Non sapevo che ci fosse gente in questo settore…>.”

 

“Ti rendi conto, non lo sa nessuno. E quei pochi che invece lo sanno fanno finta di non saperlo… Senti questa perla da girone dell’assurdo… l’altro giorno è venuto il vicepreside, il vicepreside capito? Vuoi che non sappia la mia storia?… Se per cortesia andavo in aula magna a sistemare i microfoni – io che ho tanta esperienza – perché c’era un problema. Aspetta un attimo gli ho detto: ma stai scherzando? Mi togliete lo stipendio, mi chiudete in questo sgabuzzino, mi diffidate dall’entrare in contatto con i miei alunni e tu vieni a chiedermi di venire in aula magna con 100 alunni a un metro di distanza a sistemare un microfono? Ma dai è assurdo!!!”

“Beh, l’ho fatto sai, sì, ci sono andato in aula magna, sì, è per un attimo ho avuto anche la tentazione di prendere in mano quel ca**o di microfono e di dire a tutti: <Eccomi qui, non sono morto e non sono neppure un appestato. Perché non venite a trovarmi nel mio sgabuzzino che facciamo una partita a briscola?> ”

 

– Poi si è scusato per lo sfogo, per aver alzato la voce…

“Si però capisci che a stare qua tutto questo tempo, buttato in questo buco… E quell’altro lì, Gianeli, Gianelli… come si chiama, quello nuovo di francese… Un altro che non sa o che fa finta di non sapere… è venuto a chiedermi se per cortesia gli facevo funzionare la sound bar in classe, “car je ne peux pas tenir ma leçon!” che non poteva fare lezione capito… Ma sei assurdo, ma ti sei chiesto perché sono qua? Ma ti rendi conto di cosa mi sta succedendo?”

 

“Ma vi siete resi conto tutti? Vi siete accorti che io sono sparito dalla circolazione o valgo così poco ai vostri occhi che pensate che quello che sta succedendo a me non vi possa toccare?

Possibile che non vi accorgiate che ci hanno messo davanti all’obbligo di scegliere.. e che in funzione della scelta che fai cambia la tua vita ma non perché il virus ti fulmina o il vaccino ti storpia. No! Perché se tu dai la risposta “sbagliata” loro decidono che tu non puoi più lavorare!…”

 

“E vuoi sapere da chi ho ricevuto un briciolo di solidarietà? Hai presente Erika, biondina, in seconda A, la figlia della collega di inglese?… come si chiama… Non mi ricordo, comunque l’altro giorno qualcuno ha lasciato aperta la porta tagliafuoco e lei attirata dalla musica e arrivata sin qua.

Si è affacciata e mi ha visto seduto lì e mi ha detto: <Professore perché non viene più in classe lei, perché è qui?> <Perché non sono vaccinato> le ho risposto. <E allora si vaccini>. Le ho detto: <Erika… dove stavi andando?> <In bagno> mi fa. <Ecco va, appunto, vai, vai in bagno>.

Non ci crederai: due giorni dopo mi ha mandato un messaggio: <Ora ho capito perché non l’abbiamo più vista in classe. Le auguro di vincere la sua battaglia>.”

“Erika, che tenerezza, mi illudo che sia stata la madre a suggerirle quel messaggio…

Ti rendi conto? La mia unica fan è una ragazzina di dodici anni che mi augura di vincere la mia battaglia… Una battaglia persa, lo so! Ma dovevo farla! Credi che non ci abbia pensato, agli stipendi, ai contributi che perdevo, al ritardo sulla pensione… a tutto ho pensato ma non immaginavo tanto disinteresse, e non solo dei colleghi…

Ho chiamato una radio locale, “Ci sentiamo presto…”… mai visti! Ho scritto a La Stampa, il terzo quotidiano nazionale, email respinta “casella piena”, assurdo! Ho persino lanciato una petizione su Change.org, “Rimettiamo al loro posto i docenti relegati negli sgabuzzini delle scuole”: tempo perso! Non gliene frega niente a nessuno. E allora… sai come fanno i topi se li intrappoli? Per un po’ provano a scappare, poi si guardano intorno e capiscono che conviene fare tana… e aspettare… che qualcuno apra la porta”.

– Fino a qui lo sfogo di Rigoni. Ma è quello che ha detto dopo che mi ha fatto venire i brividi…

 

“Ti rendi conto del precedente pericolosissimo che si è creato? Quanto ci vuole a decretare uno stato d’emergenza? Il clima impazzito, la siccità, una guerra alle porte di casa… scegli tu: stato di emergenza e decretazione d’urgenza e tu se non sei dalla parte giusta non puoi più lavorare, o ritirare i tuoi soldi in banca o tua figlia non si può più iscrivere a scuola di danza o non hai più diritto all’assistenza sanitaria, aggiungi pure la prima cosa che ti passa in mente, qualunque cosa, ti possono colpire quando e come vogliono.

Guarda cosa è successo a me per esempio: per mesi ho fatto un tampone ogni due giorni; voi vi accorgevate di niente, no! Vi ho contagiato, no! Io ogni giorno provavo di essere sano mentre voi, vaccinati, quando mai avete fatto un tampone che garantiva me? Soprattutto quando è diventato evidente per tutti che anche chi è vaccinato si ammala più e più volte! E quale è stata la soluzione, ridicola e assurda, ridicola e priva di senso? Non quella di obbligare tutti a fare un tampone ma quella di obbligare tutti ad essere vaccinati! Ti rendi conto di quale assurdità. Fino al 14 dicembre andava bene, dal 15 no, dal 15 dovevi avere la patente altrimenti niente! E la patente te la do soltanto se te la meriti, se fai il bravo bambino. E’ chiaro?”

 

“E ti dico l’ultima perla e poi basta che mi sta tornando il mal di schiena… il dirigente mi ha detto che il 15 giugno, salvo indicazioni diverse dal ministero, finisce il mio confinamento [e ritorno ad essere un professore di serie A, e va bene;] ma che mi devo tenere a disposizione perché potrebbe chiamarmi a sostituire i colleghi assenti – magari ammalati di covid – impegnati con gli esami… capito l’assurdo? Fino al 15 giugno non sono idoneo ad entrare in contatto con i miei alunni mentre il 16 non sono più un pericoloso terrorista biologico e posso di nuovo respirare, tossire, persino sputacchiare in faccia ai miei alunni anche se non sono vaccinato. Questa sì che è una misura sanitaria, dettata da esigenze sanitarie! Assolutamente sanitaria! Complimenti!

Basta! E tutto quanto nel più totale silenzio e nel più totale disinteresse della gente, delle tv e dei giornali!”

 

“Basta così! Senti, scusa, mi fa male la schiena, mi metto giù un’altra volta. Per favore chiudi la porta quando te ne vai che rimetto i Queen.”

 

– Non sono tornato in sala professori, non avevo più voglia di fare festa…

 

Giorni fa ho incontrato Rigoni: come previsto è ritornato libero il 16 giugno, senza che nessuno, salvo il dirigente ed il bidello di turno, si sia accorto della sua scomparsa dallo sgabuzzino. Più disteso certamente ma non meno pessimista per il futuro.

“Come posso stare tranquillo?” mi ha detto, “Ricordati quel che ti ho detto: un decreto e via stipendio, via assistenza, via danza, asilo, soldi… Con me lo hanno già fatto… Perché non farlo ancora, e guarda che con i medici e gli infermieri lo stanno ancora facendo… Altro che stare tranquillo, io ho paura, tanta paura!”.

 

Sapete che c’è? Io da quel giorno ho la stessa paura del prof. Rigoni… E ora che questa storia l’ho raccontata a voi…

Dimenticavo: il titolo “118” ha un suo perché. Rigoni mi ha detto che sono solo 118 le persone che hanno sottoscritto la petizione “Rimettiamo al loro posto i docenti relegati negli sgabuzzini delle scuole”.

Tanto per capire le dimensioni del disinteresse dimostrato dalla gente sappiate che nello stesso periodo per tutelare il cervo sardo hanno firmato quasi 77 mila persone (76824), più di 40 mila (43724) hanno firmato per salvare il comignolo sul quale ha nidificato una cicogna a Pinerolo e 79352 persone hanno firmato per impedire la costruzione di una pista da corsa per levrieri in una località turistica del Veneto…

Con tutto il rispetto per cervi, cicogne e levrieri…io ho paura!

 

 

Alessandro Congeddu ha fatto anche un monologo della storia del professor Rigoni

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