Cesena, c’era una volta la collina

L’aggressione ad Ardiano di Roncofreddo: si costruisce anche a 10 metri dal cimitero

di Davide Fabbri (*)

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Da diverso tempo dedico parte del mio tempo agli aggressori della collina cesenate: una ragnatela inestricabile di potere fra uomini politici, dirigenti pubblici, immobiliaristi, imprenditori del cemento, studi tecnici, agenzie immobiliari.
Bisogna essere molto distratti per non vedere questo fenomeno speculativo e degenerativo di aggressione edilizia immotivata al nostro territorio collinare.

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Qui siamo ad Ardiano di Roncofreddo: sta per partire – dopo anni di attesa – una nuova lottizzazione a elevato impatto ambientale e paesaggistico. Il confine del cantiere dista appena 10 metri dal cimitero di Ardiano!
Il paesaggio collinare sta subendo attacchi vergognosi in nome della cementificazione. Come è stato possibile autorizzare davanti al cimitero di Ardiano una cementificazione in un territorio collinare e pregiato dal punto di vista ambientale che invece andrebbe tutelato?

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Alluvioni, frane, smottamenti – che si sono succeduti anche in queste ultime settimane in maniera preoccupante – non fanno invertire la rotta verso una nuova cultura di difesa del territorio, di consapevolezza della sua vulnerabilità, di rispetto dei suoi equilibri, di una nuova capacità di gestione e manutenzione del territorio, per far aumentare la capacità di assorbimento delle piogge, bloccando le misure urbanistiche di speculazione edilizia.
I Prg dei nostri Comuni non attuano una politica urbanistica di tutela delle valenze ambientali, soprattutto nelle zone collinari, non pongono forti vincoli di inedificabilità delle zone collinari più pregiate e pertanto non intervengono con una netta tutela sia per ragioni di natura paesaggistica che per ragioni di fragilità del territorio.

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Gli amministratori pubblici – in questi ultimi 15/20 anni – non sono riusciti minimamente a contenere una aggressione edilizia ingiustificata alle zone rurali, a tutte le zone agricole e collinari del nostro territorio: aggressione portata avanti da immobiliaristi e costruttori di ville, non certo al servizio dell’attività agricola.
Stiamo assistendo a un aggiramento delle intenzioni del legislatore nazionale e regionale sulle zone rurali, a un vero e proprio fenomeno degenerativo di aggressione edilizia alle zone agricole: costruzioni ad alto impatto ambientale, sia sotto il profilo idrogeologico che estetico-paesaggistico. Guardate qui le foto di Ardiano: sbancamenti di terreno e movimentazione-terra in zone fragili dal punto di vista idrogeologico, una immensa ferita al paesaggio.
Tutto questo accade per diversi motivi:
1. debole è il governo della politica locale, che non pone argine agli interessi di rendita fondiaria dei proprietari delle aree;
2. scarsa è la normativa di tutela urbanistica e ambientale;
3. forti sono gli interessi economici e immobiliari che spingono verso il consumo del territorio a discapito della tutela ambientale;
4. quasi assente la presenza di ecologisti e persone attive a Roncofreddo su questi temi così delicati: servirebbero persone motivate a difendere il proprio territorio, per cercare di impedire nuove ferite all’ambiente e al paesaggio, per cercare di diffondere una idea diversa di società e modernità.

 

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