Chernobyl: mancanza di alimentazione elettrica o di informazione?

di Giorgio Ferrari

 

Non è mai da prendere sottogamba ciò che succede all’interno o nelle vicinanze di un sito nucleare per cui è doveroso valutare con ancora più attenzione le notizie che riguardano le centrali nucleari ucraine. L’ultima riguarda ancora una volta la centrale nucleare di Chernobil che sarebbe rimasta senza alimentazione elettrica. Sul sito di Chernobil, oltre al “sarcofago” che racchiude i resti del reattore n.4 esploso nel 1986, sono operativi due depositi, uno per le scorie vere e proprie ed uno per l’immagazzinamento del combustibile irraggiato degli altri tre reattori , ormai  fuori servizio. Parte di questo combustibile è stato trasferito in contenitori a secco forniti da una ditta Usa, la Holtec, che ha progettato e realizzato il deposito, ma la maggior parte è collocata in una grande piscina che serve sia da schermo per le radiazioni, sia per raffreddare  il combustibile. Nel caso venisse a mancare l’alimentazione elettrica,(ci sono comunque dei diesel di emergenza) la temperatura dell’acqua in piscina aumenterebbe in quanto non più rinnovata dalle pompe di circolazione. Se questa situazione si protraesse a lungo, l’integrità del combustibile potrebbe essere compromessa con conseguente rilascio di sostanze radioattive.

La fonte della notizia che ha di nuovo allarmato il mondo viene da un comunicato [1] della SNRIU (autorità di sicurezza nucleare ucraina) dove si dice che a causa di un black out sulla linea a 750 Kv  Kyivska-UA, la centrale di Chernobil è senza alimentazione.

Questa notizia non trova però riscontro sul sito della Ukrenergo (società che gestisce le centrali elettriche e la rete elettrica dell’Ucraina) che anzi, nei suoi due ultimi comunicati [2] ci tiene a rassicurare la cittadinanza che c’è energia sufficiente per i consumi abituali della popolazione e che i pochi guasti sulla rete sono stati riparati.

D’altra parte è bene sottolineare che il sito di Chernobil è alimentato da ben quattro linee elettriche a 330 Kv (quelle in arancione nella mappa) oltre a quella a 750Kv (in blu nella mappa) per cui anche se quest’ultima fosse andata fuori servizio è difficile pensare che anche le altre quattro linee siano andate in black out senza, peraltro, che la Ukrenergo ne desse notizia.

E’ ormai abbastanza evidente che oltre alla guerra delle armi che provoca morti e sofferenze, c’e né un altra che si combatte sul terreno dell’informazione e che, invece di adoperarsi per la cessazione delle ostilità, sparge terrore col rischio di fare ancora più vittime.

[1]     https://snriu.gov.ua/en/news/chnpp-facilities-situation-update-09-march-2022-1300

[2]https://ua.energy/general-news/energyfront-operation-of-the-power-system-of-ukraine-in-the-evening-on-march-8-2022/

 

Redazione
La redazione della bottega è composta da Daniele Barbieri e da chi in via del tutto libera, gratuita e volontaria contribuisce con contenuti, informazioni e opinioni.

Un commento

  • Gian Marco Martignoni

    Proprio perchè è il terreno dell’informazione a giocare un ruolo preponderante nel conflitto in corso in Ucraina, ho voluto questa mattina leggere i due saggi fondamentali che giustificano l’acquisto del numero della rivista Limes ” La Russia cambia il mondo “, da questa mattina in edicola anche nelle province del nostro paese .Dopo aver fatto strabuzzare gli occhi della Gruber, visibilmente sorpresa dalle sue affermazioni controcorrente, e l’irritata reazione di un Severgnini che si è permesso di dire cosa deve essere letto di giusto – il supplemento speciale sull’Ucraina del Corriere della sera in edicola il mercoledì – a dispetto delle chiacchere di chi sostiene posizioni erronee, il saggio del generale Fabio Mini ” La via verso il disastro ” vale il prezzo ( 15 euro ) dell’acquisto Interessante, anche per le usuali cartine geografiche che contiene, l’editoriale ” Il silenzio di Puskin “, che credo sia attribuibile a Lucio Caracciolo, che martedì sera dalla Gruber, alla presenza di un suo valido collaboratore, è stato più abbottonato del solito. Il succo del ragionamento di Mini è racchiuso in questa affermazione “Il mondo sta pagando un prezzo alto per aver fatto affidamento su una teoria errata della politica mondiale” quella ordita dall’arrogante idealismo liberal ( ovvero la corrente politica progressista di stampo socialdemocratico e di sinistra nell’ambito del Partito Democratico ).A proposito di conferme su quanto è avvenuto , tragicamente , dopo l’89 in tanti luoghi dello scacchiere del mondo globale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *