Chi guiderà i partiti: Pizzarotti, Schlein e…
… e altra gente che viene (da dove?) e va (in tv).
di Franco Astengo
L’ex-sindaco di Parma Federico Pizzarotti si è iscritto a «Più Europa» e punta alla segreteria. Elly Schlein forse non si è nemmeno iscritta e corre già per la segreteria del PD appoggiata da diverse di quelle correnti facenti capo a “notabili” di antico corso che si muovono per conservare il loro potere di interdizione al centro come in periferia.
Una vera e propria disgrazia nata con l’insana idea delle primarie, inizialmente un “semplice” plebiscito per suffragare leadership nate altrove e adesso trasformate in competizione senza programmi e senza princìpi.
Giancarlo Pajetta diceva di Enrico Berlinguer che «si era iscritto giovanissimo alla Direzione del Partito»: era una boutade, perché Berlinguer aveva già portato avanti le sue lotte in Sardegna, ma con il suo sarcasmo Nullo – cioè Pajetta – rimarcava la facilità della carriera compiuta dal futuro segretario saltando le tappe.
In un partito di massa il cursus honorum non era costellato soltanto da passaggi burocratici: significava fatica di studio, di presenza politica, di lotte sociali e sindacali affrontate, sperimentazione sul campo delle capacità di un dirigente.
Primarie e candidature “improvvise” alla direzione di partiti intesi meramente come soggetti elettoralistici rappresentano in evidenza plastica non solo la fine di un’era ma una vera e propria distruzione di senso della militanza politica, del rapporto di base, della costruzione di consenso.
L’americanizzazione della politica come fondamento nella costruzione del PD e il «partito personale di plastica» di berlusconiana memoria hanno prodotto danni enormi erodendo alla radice il legame con le classi e con le persone, mettendone a nudo le fragilità che la destra ha sfruttando e adessoponendo a rischio le fondamenta della democrazia repubblicana.
Le vignette le abbiamo rubate a un genio, ovvero Mauro Biani.
Quando uno squallido personaggio, tra l’altro anti-comunista, come Walter Veltroni, invece di andare in Africa come a suo tempo aveva dichiarato, è ancora in circolazione non solo sugli schermi televisivi, possiamo comprendere perchè il Pd si trova in una fase terminale della sua storia politica. L’accoppiata Bonaccini-Nardella è il peggio che possa guidare questa formazione post-ideologica e governista per vocazione naturale.In quanto alla Schlein a pensare male forse ci si azzecca, stante che la cosiddetta sinistra ( ? ) del Pd non essendo in grado di proporre un candidato vincente ( Orlando a suo tempo non ci aveva già provato ? ), intravede probabilmente in lei la persona giusta per sparigliare le carte, contando sulla sua indubitabile loquela. Niente di più probabile, anche se da Corragiosa in Emilia -Romagna alle primarie americanizzate piddine la coerenza è miseramente gettata alle ortiche, sulle ali di una personalizzazione della politica che fa sinceramente spavento. Altri erano i criteri di selezione del ceto politico, ma nell’epoca post-moderna con tutta probabilità dovremo archiviare il nobile concetto di sinistra.